Proprio in queste ore, il mondo ha dato l’ultimo addio ad Ariel Sharon, che si è spento a 85 anni dopo gli otto trascorsi in coma in seguito ad un ictus. Un eroe, per gli Israeliani; un assassino, per i Palestinesi. Non è certo questo il contesto nel quale discutere del suo operato- come militare, come politico, come uomo. Ma ne parliamo per una profezia che appare legata alla sua morte e che riguarderebbe addirittura il Messia.
Ad accostare il nome di Sharon all’avvento dell’Unto del Signore che gli Ebrei attendono da millenni è stato Rabbi Yitzhak Kaduri, esperto cabalista e maestro della Torah morto nel gennaio del 2006 all’età presunta di 108 anni. Verso la fine della sua esistenza, il rabbino- venerato come un Tzadik, un grande saggio– più volte parlò in pubblico del Messia e del suo arrivo imminente. Diceva di averlo incontrato. “Il suo spirito è già in Israele”, affermò una volta, dopo un’intensa preghiera durata 45 minuti. E in un messaggio alla sua Sinagoga, profetizzò che il Messia sarebbe apparso appena dopo la morte di Ariel Sharon.
Ma il meglio doveva ancora arrivare… Ricoverato per una polmonite, sentendo la fine vicina, Kaduri chiuse in una busta un biglietto che consegnò ai suoi seguaci, chiedendo che fosse aperto un anno dopo la sua morte. Così avvenne. Quando, però, nel 2007 , quelle ultime venerande parole vennero lette, esplose un putiferio. In particolare per questa riga: “Egli solleverà il popolo e dimostrerà che la sua parola e la sua legge sono valide.” Nel testo originale in ebraico le prime lettere delle parole che compongono questa frase formano il nome Yehoshua. Ovvero, Gesù.
Insomma, il più influente e carismatico leader religioso ebraico, al quale venivano attribuiti miracoli ed il dono della preveggenza, al cui funerale partecipò una folla immensa in lacrime, avrebbe riconosciuto in Gesù– l’Unto di Dio dei Cristiani- il Messia di Israele. Subito si è aperta una diatriba e l’autenticità di quel foglio autografo è stata da più parti contestata. Persino il figlio 80enne di Kaduri ha negato che quella fosse la grafia paterna. Per poi ammettere che in effetti l’anziano genitore parlava spesso del Messia e lo aveva anche sognato. “Ha avuto una visione e diceva che sarebbe arrivato presto.“
Quel presto sarebbe ora. Adesso che Sharon è morto, i tempi sembrano maturi. A preoccupare, sono i precedenti. Nel 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York, il rabbino ultracentenario annunciò l’inizio di una lunga guerra: da lì a poco gli Stati Uniti sferrarono il loro attacco all’Afghanistan. Nel dicembre del 2004, parlò invece di una grande catastrofe in Oriente. Pochi giorni più tardi, lo tsunami nell’Oceano Indiano provocò 230 mila vittime accertate. Si compirà dunque anche questa ultima profezia?
La domanda non è di poco conto. Perchè per la fede cristiana il secondo avvento del Figlio di Dio implica- inevitabilmente- anche il Giorno del Giudizio Universale e la Fine dei Tempi: insomma, l’Apocalisse, un evento spaventoso di dimensione cosmica. “Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna divenne rossa come il sangue, la stelle caddero sulla Terra”, scrive ad esempio Giovanni. Ed immagini molto simili, di buio permanente per tre giorni di fila, di morte e di devastazione, compaiono anche in molti messaggi mariani divulgati dai veggenti come segni dell’imminente ritorno di Cristo. Segni che secondo molti interpreti saranno visti proprio dalla nostra generazione.
Un evento epocale di cui però Yitzhak Kaduri ha lasciato una rappresentazione assai meno drammatica. Ecco infatti la descrizione spirituale del Messia, pubblicata dal nipote Yosef, anch’egli rabbino. <È difficile, per molte Nazioni, accettare la leadership di un Messia in carne ed ossa. Come capo, Egli non avrà alcun incarico, ma sarà tra la gente e parlerà tramite i media. Il suo regno sarà puro e privo di interessi personali o politici. Durante il suo dominio, regneranno solo la giustizia e la verità.
Crederemo tutti in Lui? No, all’inizio alcuni lo faranno ed altri no. Sarà più facile seguire il Messia per i non credenti che per gli ortodossi. La sua rivelazione avverrà in due fasi: prima, confermerà la sua posizione senza sapere lui stesso che è il Messia. Poi si rivelerà ad alcuni Ebrei, non necessariamente ai saggi esperti di Torah. Magari saranno persone comuni. Solo allora si paleserà all’intera nazione. La gente si stupirà e si chiederà:”Cosa, è lui il Messia?”. Molti ne hanno conosciuto il nome, ma non gli hanno creduto.>
Nessun accenno a catastrofi e tragedie planetarie, solo una lenta, graduale accettazione fino a quando non arriverà al comando- non si capisce se soltanto in Israele o in tutto il mondo. Due visioni contrastanti, un unico nome: Yehoshua, Gesù. Quale si realizzerà? Nel dubbio, meglio affidarsi alle parole del Vangelo di Luca e Matteo: “Voi state pronti, perchè nessuno può sapere quando il Figlio dell’Uomo ritornerà.” Prepariamoci, ma senza angoscia. E speriamo, anche senza fretta…
SABRINA PIERAGOSTINI