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Gli avevano dato del matto. Lo avevano definito eretico. Alcuni gli avevano persino intimato di ritirare le sue pubblicazioni scientifiche per manifesta assurdità. Ma 10 anni dopo, la scoperta straordinaria di un medico americano è stata confermata da uno studio autonomo condotto da un gruppo di scienziati giapponesi. Sì, hanno detto, comuni cellule del sangue o della pelle possono essere riconvertite in staminali e dare addirittura vita ad un embrione. Fantascienza? No, è la scienza del prossimo futuro.

UNO STUDIO DIMOSTRA CHE LE CELLULE ADULTE POSSONO TRASFORMARSI IN CELLULE STAMINALI EMBRIONALI

Haruko Obokata, giovane ricercatrice del Centro per lo Sviluppo Biologico a Kobe, ha stupito il mondo scientifico rendendo pubblico il processo con il quale lei e il suo team sono riusciti a creare cellule embrionali di topo immergendo per mezz’ora delle cellule sanguigne in una soluzione di acido citrico (l’acido più diffuso in natura: è contenuto nella frutta, specie negli agrumi). Un metodo semplicissimo dagli effetti sconvolgenti.

La biologa giapponese, nel 2008, aveva lavorato con il professor Charles Vacanti, l'”eretico” di cui parlavamo prima. Nel suo centro di ricerca, presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston, era già arrivato all’intuizione che quelle cellule dette totipotenti ( perchè si possono trasformare in ogni altra, anche in cellule germinali come sperma e ovociti) venissero spontaneamente ricreate quando i tessuti venivano sottoposti a stress traumatici oppure ad un aumento dell’acidità. Insieme al fratello Martin, medico patologo, aveva pubblicato uno studio nel quale esponeva questa sua teoria.

Riteneva infatti che il naturale meccanismo di intervento riparatore del corpo comportasse il ritorno delle cellule  danneggiate ad uno stato embrionale. Ma il suo articolo era stato accolto con più che scetticismo dai colleghi: molti lo avevano coperto di ridicolo. Ora, la ricerca della dottoressa Obokata- accettata dalla rivista Nature dopo un esame peer review più severo del solito- suona come una grande vittoria: Vacanti aveva ragione, davvero si possono produrre staminali  in un modo tanto facile quanto economico.

A DESTRA, IL PROFESSOR CHARLES VACANTI, PIONIERE IN QUESTA RICERCA

Il dato più importante, però,  è che ciò che vale per i topi sembra valere anche per noi. Lo stesso team avrebbe infatti raggiunto il medesimo risultato immergendo nella soluzione acida cellule provenienti da fibroblasti umani, prelevati dal derma comunemente usato per esami di laboratorio. “Posso confermare che il processo è stato molto simile e che le cellule umane hanno dato lo stesso risultato, diventando staminali. Mancano ancora i test conclusivi, ma tutto sembra provare che con questa tecnica si possano creare anche cellule staminali umane”, ha detto il ricercatore americano al quotidiano  The Independent.

Le ricadute di questa scoperta saranno importanti, a partire dalla possibilità di intervenire su malattie degenerative al momento incurabili (come il Morbo di Parkinson) o su lesioni permanenti dei tessuti (come nel caso di infarti miocardici): le staminali, collocate in situ, potrebbero rigenerare gli organi danneggiati. Ma non mancano già le polemiche, perchè per dimostrare che le cellule riconvertite in laboratorio erano proprio staminali, gli scienziati- con esse- hanno prodotto embrioni di topi. Un giorno, dunque, si creeranno così anche dei bambini?

“Il mio scopo era dimostrare il processo biologico e sviluppare perfette cellule staminali embrionali per poter riparare i tessuti danneggiati, senza produrre embrioni. Ironia della sorte: per dimostrare che non hai bisogno di usare un embrione, devi crearlo- almeno nei topi”, ha spiegato Charles Vacanti. E alla domanda se ritiene che questa scoperta porterà, un giorno, alla creazione di embrioni umani- magari clonati a partire dalle cellule epiteliali di un donatore- il medico ha risposto:”È un effetto non voluto, ma devo dire di sì. Sarebbe la conclusione naturale, anche se non voglio essere io quello che la realizzerà.”

CON QUESTA SEMPLICE TECNICA SI POTRANNO CLONARE EMBRIONI UMANI?

“Se davvero questa tecnica funziona anche sulle cellule umane, come il Professor Vacanti sostiene, ci sarebbe un cambio di paradigma nel modo in cui esse vengono utilizzate per scopi terapeutici”, ha commentato Robert Lanza, responsabile scientifico dell’Advanced Cell Technology del Massachusetts. “Ma comporterebbe anche serie questioni di natura etica, proprio per via della semplicità della metodologia. Se le cellule sono davvero totipotenti e si possono sviluppare in ogni altro tipo, potrebbero essere usate per clonare organismi viventi. Inclusi gli esseri umani.”

Ma che le biotecnologie siano l’ultima frontiera della scienza e che stiano trasformando in realtà ciò che sembrava solo fantasia lo dimostra anche un’altra notizia. La Nasa e la GRoK Technologies LLC, con sede a Houston, hanno annunciato che collaboreranno insieme per lo sviluppo di una serie di prodotti innovativi: ovvero, tecniche mediche non invasive in grado di rigenerare ossa e muscoli.

“Tutto indica che la scienza del XXI secolo cambierà in modo radicale nei prossimi decenni e la nostra azienda è al lavoro per essere in prima linea in questa nuova ondata scientifica“, ha dichiarato il fondatore della GRoK, Moshe Kushman, durante una conferenza stampa. I prodotti sui quali la compagnia di biotecnologie punta tutto sono già un programma a partire dai nomi.

Uno è il BioReplicates e servirà per creare modelli in 3D di tessuti umani che potranno essere utilizzati nei test di laboratorio, per verificare tossicità ed efficacia di cosmetici, farmaci e così via. Eliminerà- si spera, del tutto- l’uso degli animali, spesso sottoposti a crudeli esperimenti. Ma non solo: questi tessuti del tutto identici a quelli del nostro corpo garantiranno più accuratezza e affidabilità, oltre ad essere poco costosi.

Il secondo progetto della GRoK si chiama Scionic. Secondo il team di ricerca, rientra nelle strumentazioni mediche utilizzabili per curare i dolori muscolo-scheletrici e le infiammazioni, sia negli uomini che negli animali, in modo non invasivo e senza l’uso di medicinali. Si tratta, al momento, solo di brevetti, ma  un giorno- forse vicino- verranno effettivamente messi in produzione.

LE CURE MIRACOLOSE DEI FILM DI FANTASCIENZA DIVENTERANNO PRESTO UNA REALTÀ?

I primi clienti saranno gli astronauti, specie quelli sottoposti a lunghe permanenze nello spazio, nei quali spesso insorgono problemi di osteopenia, provocata dalla perdita di massa nelle ossa per l’assenza di gravità. Ecco perchè la Nasa è partner di queste ricerche che richiamano un po’ alla mente le strumentazioni mediche dall’efficacia sorprendente viste in film come Star Trek. “Non è fantascienza”, ha però garantito Kushman. No, anche questa è la scienza del prossimo futuro.

SABRINA PIERAGOSTINI

 

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