Alcune foto scattate da Cassini, la sonda della NASA lanciata nel 1997, hanno sorpreso gli scienziati che studiano Titano, la luna più grande di Saturno. In una sola di queste immagini, infatti, compare un vasto oggetto misterioso, assente invece in tutte quante le altre. Le ipotesi sono aperte.
NELLA SECONDO FOTO, APPARE UNA MASSA EMERSA CHE PRIMA NON C’ERA
In quell’ unico scatto, che arriva da circa un miliardo di chilometri di distanza dalla Terra, i ricercatori- al lavoro sull’ enorme mole di dati raccolti nei mesi scorsi dalla sonda- si sono accorti della presenza di una massa biancastra spuntata in un lago nell’emisfero nord del satellite. L’immagine è piuttosto sgranata e non è semplice capire di cosa si tratti. Potrebbe essere un blocco di ghiaccio che si è staccato, un’eruzione di gas dai fondali o altro materiale emerso, oppure onde in movimento sulla superficie normalmente placida del bacino.
Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, non sapendo cosa sia, per ora gli astronomi hanno chiamato l’oggetto misterioso con il nome “isola magica” – proprio perché sembra apparso dal nulla. “Non possiamo essere ancora certi della sua natura perché abbiamo soltanto una foto, ma non è un qualcosa che si dovrebbe vedere normalmente su Titano”, ha detto Jason Hofgartner, scienziato planetario della Cornell University di New York. “E non è un qualcosa che si trovi lì in modo permanente.”
Titano è la maggiore tra le oltre 60 lune di Saturno. Da tempo l’interesse dei ricercatori si è concentrato su questo satellite, l’unico del sistema solare- oltre alla Terra- sul quale sicuramente si trovano laghi allo stato liquido e dove cade pioggia dal cielo. Ma non è acqua. Quassù a scorrere sono fiumi di metano ed etano– ovvero, idrocarburi. L’atmosfera è molto spessa, la gravità debole e nell’aria manca del tutto l’ossigeno. Insomma, non è esattamente il luogo ideale per la vita, almeno come la conosciamo noi.
Cassini ne sta perlustrando con continui fly-by la superficie, evidenziando la presenza di vari bacini. Tre almeno- Kraken, Ligeia e Punga, chiamati come leggendarie creature mostruose- sono talmente grandi che potrebbero anche essere considerati dei mari. E proprio analizzando le immagini radar di Ligeia- profondo circa 150 metri ed esteso per centinaia di chilometri- gli scienziati della NASA hanno visto quell’ anomalia che ora li sta facendo interrogare. La macchia bianca, lunga circa 12 miglia e larga 6, appare solo in un’immagine datata 10 luglio 2013, ma è assente nelle foto scattate prima e dopo- anche in quelle del 26 luglio scorso.
SU TITANO SCORRONO FIUMI DI IDROCARBURI
Hofgartner ha escluso che a far comparire l’ isola magica sia stato un errore nelle strumentazioni della sonda. Ma come spiegarla allora? Le possibili ipotesi- come anticipato- si contano sulle dita di una mano: dall’iceberg alla deriva ad una massa di scorie galleggianti in superficie, da una scarica di bolle di gas provenienti dai fondali ad una intensa mareggiata. Eppure Ligeia in tutti questi anni di osservazioni si è dimostrato pressoché immobile, con una superficie liscia come il vetro. Fino ad oggi, le onde prodotte da quel bacino di etano e metano liquido non hanno superato il millimetro.
L’estrema placidità dei mari di Titano è legata alla quasi totale assenza di vento. Ma forse le cose sono cambiate. Su questa luna, le stagioni durano anni. Ora nell’emisfero nord la temperatura sta leggermente aumentando: la primavera titanica sta lasciando lentamente spazio all’ estate, che si affermerà solo nel 2017. Ma nel frattempo, il rialzo assai relativo delle temperature potrebbe aver intensificato i venti che a loro volta potrebbero aver increspato la superficie di Ligeia.
Nell’articolo pubblicato dalla rivista scientifica Nature Geoscience, Hofgartner spiega questa eventualità. “Il sole splende più luminoso e quella energia potrebbe alimentare i venti. Tutto ciò che serve è una leggera brezza, a circa mezzo metro per secondo.” Ma nessun vento del genere potrebbe mai sollevare dei veri e propri cavalloni marini, riconosce lo stesso ricercatore: quelle distese di idrocarburi sono ad una temperatura di -180 gradi °C. Comunque, se sono davvero onde quelle fotografate il 10 luglio 2013 da Cassini, la sonda potrebbe averle già di nuovo immortalate o riprenderle in futuro: gli scatti attesi nei prossimi mesi potrebbero far luce sul mistero.
“Le immagini sono difficili da interpretare, ma sembrano il segnale che qualcosa sta accadendo in quel mare”, sottolinea John Zarnecki, professore di Scienza dello Spazio alla Open University. “È materiale solido che galleggia oppure emissioni di gas dalle profondità o ancora moto ondoso? Semplicemente non lo sappiamo. L’unica cosa che possiamo dire con certezza è che dobbiamo tornare su Titano, ma stavolta con un mezzo che possa muoversi sul mare, in modo da poter vedere più da vicino cosa sta avvenendo in questo incredibile luogo.”
NON SI ESCLUDE UNA NUOVA MISSIONE SULLA LUNA DI SATURNO
Un’idea già accarezzata dalla NASA, che aveva ventilato l’ipotesi di inviare fin lassù una imbarcazione in grado di navigare sui mari di quella luna lontana, ma la proposta poi venne scartata a favore della missione su Marte. Non è detto però che nel prossimo futuro Titano non rientri di nuovo nei programmi spaziali americani oppure europei. Un progetto prevede l’uso di un drone in grado di mappare la sua superficie a distanza ravvicinata, mentre un altro contempla persino l’utilizzo di un sottomarino da lanciare nel mare più vasto del satellite di Saturno, Kraken- un nome però che non promette nulla di buono…
SABRINA PIERAGOSTINI