Lo promettono centinaia di diversi prodotti estetici delle più svariate marche: aiutare a rimanere giovani, più a lungo, grazie all’effetto mirato di creme a base di principi attivi che combattono i radicali liberi e rigenerano la pelle. Un miraggio? Per ora sì. Ma c’è chi giura di aver trovato una vera e propria fonte della giovinezza.
UNA TORBIERA IN IRLANDA
La storia ha inizio nel 2003, vicino a Croghan Hill, in Irlanda, quando un fattore al lavoro in una torbiera trova il torso di un uomo decapitato e mutilato. Pensa che sia la vittima di un omicidio e chiama la polizia. Ma a svelare il giallo sono gli archeologi, arrivati poco dopo sul posto: quel cadavere, nonostante l’aspetto, è rimasto sepolto per più di 2 mila anni. Il reperto mummificato, ora noto come “il vecchio di Croghan” , risale infatti al IV-II secolo a.C. Ma l’ambiente acido e privo di ossigeno nel quale è rimasto per tutto il tempo ne ha impedito la decomposizione preservando i tessuti molli.
Sono proprio queste le caratteristiche tipiche della torba, una fanghiglia ricchissima di sostanze organiche che si forma in seguito alla decomposizione di piante ed insetti negli acquitrini in particolari condizioni climatiche, umide e fredde, tipiche del nord Europa.
Nei secoli passati veniva usata come fonte di riscaldamento: una volta essiccata, era bruciata al posto del carbone. I suoi fumi servono tuttora per aromatizzare il malto dal quale si distilla il whisky. Da sempre sono poi note le sue proprietà cicatrizzanti: veniva spalmata su ferite ed ustioni. Ma evidentemente è in grado anche di conservare i corpi, come dimostra il Vecchio di Croghan e le altre incredibili mummie di palude trovate anche altrove.
Forse la più nota e meglio conservata è quella esposta nel Museo di Silkeborg, in Danimarca. “L’uomo di Tollund” venne impiccato e poi buttato nelle acque di una palude, dove il suo corpo- ricoperto dal fango- si è mantenuto perfettamente intatto fino ad oggi. Si vedono ancora le rughe sul volto e le ciglia sulle palpebre chiuse. “Sembra che si sia appena addormentato e invece è morto 2300 anni fa. Molte persone restano in silenzio quando lo vedono. È davvero toccante”, conferma il direttore del museo Ole Nielsen.
L’UOMO DI TOLLUND, CONSERVATO IN DANIMARCA
Ecco allora l’idea, venuta ad un signore irlandese, proprietario da generazioni di una torbiera: sfruttare le peculiarità di quel terreno particolare, dove i batteri non riescono a proliferare, per i corpi dei vivi anziché per quelli dei morti. Bill Kenny ha fatto ricerche su Internet, ha letto decine di libri e si è ricordato di quello che faceva sua madre, che si massaggiava con la torba per attenuare dolori ed irritazioni della pelle. Anche il piccolo Bill ne aveva tratto beneficio, un giorno.
L’uomo ricordava infatti di essersi scottato una mano con l’ acqua bollente caduta da una pentola sul fuoco. La mamma lo aveva caricato sulla bici ed era andata dritta alla palude di famiglia: scavò una buca e ricoprì il braccio ustionato del bambino- dal quale si stava già staccando la pelle- con il terreno intriso d’acqua. Dopo tre giorni, dice Bill, la ferita era guarita senza lasciare neppure una cicatrice.
Così, nel 2008, il signor Kenny ha cambiato lavoro. Ha chiuso la sua ditta di costruzioni ed ha fondato la Ógra Skincare. La linea di prodotti anti-età a base di torba (in irlandese antico, Ógra significa “giovinezza”) propone maschere per il viso e per il corpo non troppo economiche, visto che una confezione da 50 ml è venduta a 49,75 sterline (circa 62 euro) . Ma considerando gli effetti miracolosi che promette, potrebbero essere soldi ben spesi.
LA TORBA PER USO COSMETICO PROMETTE MIRACOLI…
I test di laboratorio compiuti dall’Università della Lettonia su un campione prelevato in un’altra torbiera dell’Irlanda del Nord, hanno confermato: quella fanghiglia è un composto antiossidante naturale. Anche Kenny ha fatto analizzare la sua, questa volta dall’Università di Glasgow. Risultato: ha almeno 9 mila anni, contiene il 98-99% di materia organica ed è altamente antiossidante, antibatterica e antisettica.
L’anno scorso, l’imprenditore ha ricevuto un contributo statale per la sua linea cosmetica che si sta espandendo. “Presto la mia compagnia diventerà la più grande al mondo”, assicura. Intanto, seguendo il suo esempio, altre società si stanno lanciando nel business dei cosmetici a base di torba. Il mercato sembra molto promettente e i prodotti si possono trovare anche online. La concorrenza forse permetterà prezzi un po’ più abbordabili.
C’è però un lato negativo, messo in luce proprio dalle mummie di palude. La sostanza organica contiene infatti grandi quantità di tannino e di acido umico, fondamentali per mantenere morbidi pelle, capelli ed abiti. Ma nello stesso ne alterano anche il colore. L’ uomo di Tollund sembra infatti dipinto di nero, come se fosse caduto nell’inchiostro. Non solo. L’acido umico ha un altro effetto collaterale: preserva le parti molti, ma scioglie il calcio nelle ossa. Sotto quei volti antichi che sembrano vivi, la scatola cranica è diventata una massa gommosa.
UN DETTAGLIO DELLA MANO DEL VECCHIO DI CROGHAN
Per questo, Andrew T. Chamberlain, uno dei massimi esperti delle Mummie di palude, non nasconde i suoi dubbi sullo sfruttamento cosmetico della torba. Non si può escludere che un uso prolungato possa produrre gli stessi effetti indesiderati anche sui vivi, nonostante non esistano studi in materia: d’altra parte finora nessuno aveva mai pensato di farne delle creme di bellezza. Ma Bill Kenny non si scompone. “Il cambiamento di colore avviene in migliaia di anni e la gente non vive così a lungo…”
SABRINA PIERAGOSTINI