La nostra generazione, purtroppo, sa bene cosa accade quando gigantesche onde, prodotte in seguito ad un maremoto o ad un terremoto, investono le coste densamente abitate. Il ricordo dello tsunami che ha provocato un numero imprecisato e sconvolgente di vittime nell’Oceano Indiano nel 2004 ( c’è chi parla addirittura di 300 mila morti) e quello che ha devastato il Giappone nel 2009 ( almeno 20 mila morti) è ancora molto forte. Ma a rendere quelle tragedie ancora più dolorose è la consapevolezza che non sono eccezioni. Anzi: sono successe spesso in passato e possono ripetersi ancora in futuro, persino con maggior violenza.
IL CATASTROFICO TSUNAMI IN GIAPPONE, NEL 2009
Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto i danni di uno tsunami avvenuto nei secoli passati proprio nel Mediterraneo- un mare molto a rischio, perché chiuso praticamente da ogni lato. A pagare lo scotto più alto, fu Malta, forse per effetto di un sisma con epicentro davanti alle vicine coste della Sicilia o della Grecia. A provare l’impressionante forza delle onde che colpirono la piccola isola, dei massi pesanti 70 tonnellate trascinati dall’acqua come se fossero granelli di sabbia.
Il team dell’Università di Portsmouth li ha trovati in una ventina di siti nella zona nord-est di Malta: provengono dal fondale marino, ma si trovano a circa 100 metri dal mare, sulla terraferma. Una prova, per gli scienziati, che nel recente passato uno tsunami estremamente forte ha investito l’isola. Un cataclisma, però, di cui nessuno storico aveva mai parlato, di cui non c’è alcuna traccia nei documenti antichi. Eppure, i ricercatori non hanno alcun dubbio che sia davvero accaduto e che possa accadere.
“Questo tsunami ha avuto luogo nel passato e le placche tettoniche che lo hanno scatenato ci sono ancora. Potrebbe succedere di nuovo e adesso queste aree sono molto più popolate di un tempo”, ha detto Malcolm Bray, docente di geografia. “Abbiamo trovato, nell’entroterra, dei massi enormi originariamente collocati in fondo al mare: l’unica spiegazione plausibile è che siano stati portati fin lì non da una normale burrasca, ma da uno tsunami. Secondo i nostri calcoli, le onde anomale devono aver superato i 4 metri in alcuni punti e comunque sono state molto più violente di qualsiasi altra tempesta che abbia mai colpito l’isola.”
I GRANDI MASSI SPOSTATI DA UN TSUNAMI ANTICO A MALTA
Dalla posizione delle grosse rocce, i ricercatori hanno appurato che le ondate sono arrivate dalla direzione nord-est ( dunque, come dicevamo, dalla Sicilia o da Creta). Analizzando i sedimenti marini che esse inglobano, sperano di riuscire anche a stabilire quando sono state strappate dal loro habitat per essere trascinate verso l’interno. Per il momento, Bray ipotizza come data più probabile il 1693, anno in cui si verificò l’ultimo, intenso terremoto al largo delle coste siciliane. Ma una epoca così recente non giustifica l’assenza di memorie e testimonianze storiche dell’accaduto.
“Ci sono notizie di un altro forte terremoto avvenuto in Sicilia nel 1169, mentre un mio collega suggerisce quello che ebbe luogo nel 365 d.C. davanti a Creta e che provocò lo tsunami che distrusse Alessandria d’Egitto”, ha spiegato lo studioso. L’unico tsunami riportato dalle cronache risale invece al 1908 (l’anno del terremoto di Messina), ma provocò danni contenuti a Malta: non più di qualche allagamento. Ecco perché il professor Derek Mottershead crede che l’evento risalga a molti secoli fa.
“Sembra che una catastrofe di quella grandezza non possa essere avvenuta negli ultimi 300 anni considerando che non ne esiste alcuna memoria storica. Ma è altrettanto probabile che di cataclismi del genere ne siano avvenuti molti altri, in passato, e che molti altri potranno ripetersi in futuro: abbiamo già avvisato le autorità competenti di Malta, consigliando di progettare un piano di emergenza per mettere in sicurezza la popolazione”, ha detto Mottershead.
COSA ACCADREBBE SE FOSSE INVESTITA UNA MODERNA METROPOLI COSTIERA?
La storia, anche recente, testimonia infatti quanto improvvise e devastanti possano essere queste “onde del porto” (traduzione letterale del giapponese tsunami). Uno dei fenomeni più violenti venne registrato il 27 marzo del 1964 – poco più di 50 anni fa. Un terremoto di magnitudo 9,2 sulla scala Richter alzò onde altissime che spazzarono via i villaggi dei pescatori dell’Alaska e l’area costiera lungo il confine tra Stati Uniti e Canada, ma raggiunsero anche la California e persino le Hawaii. Lo Tsunami uccise 124 persone e provocò danni per 1 miliardo di dollari.
Il Grande Terremoto dell’Alaska è rimasto negli annali come uno dei più terribili della storia. Lo Stato americano è molto esposto ai sismi, perché si trova alla convergenza di due placche tettoniche– quella Pacifica e quella Nord-americana, in movimento l’una sotto l’altra. In Alaska si sono registrate fino a 24 mila scosse di terremoto in un solo anno. Il sisma del ’64, però, fu da record: durò oltre 4 minuti, fu seguito da scosse di assestamento per tre settimane e produsse un’onda impressionante. Secondo gli scienziati, quella che colpi Valdez superava i 66 metri di altezza.
Sembra pazzesco, eppure è successo anche di peggio. Lo tsunami che nel 1958 si abbatté su Lituya Bay, un tranquillo fiordo vicino al Golfo dell’Alaska, fu 8 volte più intenso. Il 9 luglio di quell’anno, un sisma di magnitudo 8.0 fece tremare la costa nord e provocò il crollo delle rocce e del ghiaccio che circondavano il bacino di Lituya: tra i 30 e il 46 milioni di metri cubi precipitarono nella baia sottostante. Il mostro d’acqua che quel crollo sollevò, alto 500 metri, colpì la costa ad una velocità di 160 km/h. Incredibilmente, 4 persone sopravvissero.
LITUYA BAY DOPO IL DEVASTANTE TSUNAMI
Precedenti spaventosi, che devono servire da monito e da incentivo per prevenire altre tragedie del genere. “ E’ necessario educare le persone sui rischi che si corrono. Se si sente un terremoto, bisogna sapere che può esserci uno tsunami. Se si vede il mare ritirarsi, si deve cercare rifugio nei luoghi più elevati. La gente deve essere al corrente”, ha sottolineato Malcom Bray.
SABRINA PIERAGOSTINI