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Un monumento all’UFO di Rendlesham Forest

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Un monumento agli Ufo. Non ad uno qualunque, ma a quello visto nel Suffolk da numerosi testimoni delle due basi gemelle della RAF, quella di Woodbridge e quella di Bentwaters (entrambe, all’epoca, affidate alle forze armate USA nell’ambito della NATO). Un episodio passato alla storia come l’Incidente di Rendlesham Forest.  Nel bosco, dal 2005, c’è un percorso guidato per coloro che desiderano rivivere i fatti di 34 anni fa, quando per più notti un oggetto misterioso venne avvistato da soldati ed ufficiali. Adesso tra quelle piante secolari farà bella mostra di sé anche una riproduzione in miniatura della presunta astronave aliena.

IL MONUMENTO ALL'UFO DI RENDLESHAM FOREST

IL MONUMENTO ALL’UFO DI RENDLESHAM FOREST

La vicenda è molto nota e complessa, non solo perchè ha coinvolto dei militari- con tutto l’obbligo alla segretezza che ciò ha comportato- ma anche perché nel corso degli anni si sono moltiplicate le divergenze tra gli stessi testimoni oculari e si sono sovrapposti ricordi differenti, tanto che non è semplice orientarsi tra le varie versioni non coincidenti. Quel che è certo è che qualcosa di strano fu effettivamente osservato alla fine del 1980. I primi ad avvicinarsi ad una luce intensissima che brillava all’interno della foresta furono tre uomini di pattuglia la sera del 26 o del 27  dicembre (uno dei primi elementi discordanti nelle varie ricostruzioni)

Il sergente Penniston e gli avieri Burroughs e Cabansag dissero di aver individuato nella radura una grande fonte luminosa di color bianco-giallo che proiettava un raggio blu ed era sormontata da una luce rossa. Ma giunti a pochi metri, si accorsero che si trattava di un oggetto metallico di forma triangolare poggiato a terra che poi si levò in aria fino a scomparire molto rapidamente. Il giorno dopo, altri militari verificarono la presenza di strane tracce impresse sul terreno. La sera nel 28 dicembre, il fenomeno si sarebbe ripetuto. Questa volta a guidare le ricerche  fu il tenente colonnello Charles Halt, a capo di una squadra di 12 uomini.

Anche loro si imbatterono in qualcosa di incredibile: un oggetto splendente a forma di ellisse, sospeso tra gli alberi, che si spostava verso est. Lo inseguirono e lo videro trasformarsi sotto i loro occhi: si divise in cinque parti che presero il volo in direzioni diverse cambiando colore. Halt ebbe l’accortezza di utilizzare un piccolo registratore,  che ha conservato la sua voce mentre commenta gli avvenimenti singolari di quella notte. Pochi giorni dopo, nel gennaio del 1981, il colonnello scrisse un rapporto per il Ministero della Difesa. Ma non seguì- almeno ufficialmente- alcuna indagine perché dopo la chiusura del Progetto Blue Book gli Stati Uniti si dissero non  più interessati allo studio di fenomeni Ufo.

Il caso esplose sulla stampa pochi anni dopo, diventando quello che il presunto crash di Roswell è per gli Americani: una clamorosa bufala, secondo gli scettici; un vero contatto alieno, secondo gli ufologi. Per i primi, non sarebbe avvenuto nulla di straordinario in quella foresta, anzi;  i testimoni sarebbero stati tratti in inganno dalla caduta di un bolide (precipitato la notte del 26 dicembre) e dai fasci di luce emessi dal vicino faro di Orfordness. Spiegazione ritenuta ridicola dai ricercatori alternativi che hanno studiato il caso e offensiva dagli stessi protagonisti di quegli strani avvistamenti.

LARRY WARREN E PETER ROBBINS ( A DESTRA DELLA FOTO)

LARRY WARREN E PETER ROBBINS ( A DESTRA DELLA FOTO)

A conoscere nei minimi dettagli questa vicenda e i suoi vari retroscena, è sicuramente Peter Robbins, autore del libro “Left East Gate: A first-hand Account of the Forest UFO Incidente, it’s cover-up and investigation” scritto a quattro mani con Larry Warren, uno dei militari che diede la caccia all’oggetto misterioso insieme al colonnello Halt. Warren è stato anche il primo ad essere uscito allo scoperto e ad aver fatto delle rivelazioni. In circa 25 anni di ricerche, Robbins si è convinto che i racconti dei testimoni, pur nelle loro contraddizioni, siano affidabili e che quell’oggetto fosse davvero extraterrestre.

Ne parlerà sabato 27 settembre, a Segrate (MI), al 2° Meeting Internazionale di Esobiologia. Nella sua relazione, mostrerà i documenti e le testimonianze che a suo avviso dimostrano l’eccezionalità di quanto accaduto a Rendlesham Forest. A provarlo, sarebbe anche il continuo tentativo di insabbiamento delle autorità che sarebbero arrivate persino alle minacce, nemmeno troppo velate, sia nei confronti dei militari coinvolti nell’avvistamento, sia nei confronti di Robbins quando ha intrapreso la sua lunga indagine

Astronave aliena oppure soltanto un travisamento della realtà? Il dilemma non sembra interessare troppo alla Forestry Commission di Suffolk che preferisce non entrare nella diatriba. “È chiaro che è successo qualcosa, qualcuno pensa che abbia avuto un’origine militare, altri che si sia trattato di attività extraterrestre, noi rispettiamo tutte le opinioni”, ha detto alla BBC il direttore Nigel Turner, nel presentare la scultura che rappresenta un’astronave nera di forma triangolare.

GLI SCHIZZI CHE HANNO ISPIRATO LA SCULTURA

GLI SCHIZZI CHE HANNO ISPIRATO LA SCULTURA

Sulla sua superficie, ci sono dei simboli in rilievo- proprio come aveva raccontato, a vari anni di distanza dai fatti, il sergente Penniston che si è poi  anche ricordato di aver ricevuto un messaggio telepatico, basato sul codice binario, dall’equipaggio di quell’oggetto misterioso. L’autrice dell’opera, Olivia English, si è ispirata alle descrizioni e ai disegni dell’ex militare per realizzare il monumento all’Ufo di Rendlesham Forest, ma assicura: ”Abbiamo tentato di trovare una via di mezzo, di rimanere imparziali. E quei simboli non sono un linguaggio cifrato: è semplicemente arte.”

SABRINA PIERAGOSTINI

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