Non ci sono patriarchi dalla lunga barba bianca e neppure coppie di animali imbarcate per scampare al diluvio, ma la Russia sta intraprendendo un progetto che ricorda, per molti versi, l’arca di Noè. Tanto da averne assunto il nome di biblica memoria. L’Università statale di Mosca ha infatti promosso la creazione di un database contenente il DNA di tutte le forme viventi, quelle attuali e quelle estinte, del nostro pianeta.
L’idea non è nuova. Sappiamo, ad esempio, che anche la Gran Bretagna– a partire dal 1996- ha iniziato a raccogliere e a conservare il materiale genetico degli animali a rischio estinzione, nella speranza che in un prossimo futuro, con il perfezionamento delle tecniche di clonazione, sia possibile ripopolare il pianeta. Il progetto- promosso dalla Zoological Society di Londra, dal Museo di Storia Naturale e dall’Università di Nottingham- si chiama “Frozen Ark”, Arca Congelata.
In Norvergia, invece, il governo ha deciso di mettere al sicuro tutti i semi di tutte le piante conosciute. Sono custoditi in un vero e proprio bunker, una struttura a prova di bomba atomica e di catastrofe naturale costruita sulla remota isola di Spitsbergen, nell’arcipelago delle Svalbard, a 1200 chilometri dal Polo Nord. Il progetto, denominato “Svalbard Global Seed Vault”, ovvero “Deposito mondiale dei semi di Svalbard”, intende prevenire la perdita del patrimonio genetico tradizionale in ambito vegetale.
Ora, in questa corsa alla preservazione della biodiversità terrestre- sempre più in bilico- interviene la Russia, con il programma “Arca di Noè”. “Comporterà la creazione di una banca dati nella quale potremo conservare ogni tipo di organismo presente sulla Terra, inclusi quelli già scomparsi e quelli che rischiano di farlo presto. Questa è la nostra sfida”, ha detto a Russia Today il rettore dell’università moscovita, Victor Sadivnichy.
Il gigantesco contenitore sarà completato entro il 2018: coprirà l’area di un intero campus universitario. Sadivnichy ha poi spiegato: “Saremo in grado di congelare con il metodo criogenico e di stoccare vario materiale cellulare, per poterlo poi riprodurre. Inoltre, la banca dati conterrà anche sistemi informativi. Non è necessario conservare tutto nelle piastre di Petri”, intendendo i contenitori da laboratorio per la coltura cellulare.
L’Ufficio informazioni dell’Università di Mosca ha confermato che il biomateriale proverrà da tutti i settori dell’ateneo, incluso il Giardino Botanico, il Museo Antropologico, il Museo Zoologico ed altri ancora. Tutti i dipartimenti universitari saranno coinvolti nel progetto per individuare e raccogliere i campioni. Vi parteciperanno decine di giovani ricercatori . I fondi non mancano: l’ “Arca di Noè” ha ricevuto un contributo di 1 miliardo di rubli, equivalente a circa 14,6 milioni di euro.
Uno sforzo notevole, sia sul piano economico sia sul piano scientifico, che porterà la Russia- come ha asserito Sadivnichy non senza orgoglio nazionalistico- ad essere il primo Paese al mondo ad aver realizzato un simile progetto. Resta da domandarsi quale sia il reale scopo di un’impresa tanto colossale: solo una smisurata ambizione o un’ impellente necessità?
SABRINA PIERAGOSTINI