Voleva trovare la conferma che lo Yeti esiste e non è una creatura leggendaria. Voleva mettersi sulle sue tracce e catturare un esemplare vivo, per farlo poi sottoporre a tutti gli esami possibili. Voleva, a 70 anni suonati, tornare sulle prime pagine di tutto il mondo per un’altra impresa straordinaria. Ma ha dovuto lasciar perdere: Reinhold Messner, il Re degli 8 mila metri, è stato costretto a far marcia indietro.
La spedizione scientifica di cui fa parte lo scalatore altoatesino era diretta sull’ Himalaya pakistano. Una zona ad alta concentrazione talebana: tra quelle cime inaccessibili ai più, si nascondono molti ribelli ed estremisti islamici. Per questo, la segretezza era un requisito indispensabile per garantire la sicurezza dei componenti della missione. Peccato che la notizia sia trapelata e che il quotidiano austriaco Tiroler Tageszeitung l’abbia pubblicata.
Citando una frase pronunciata da Messner nel 1996 ( “A casa ho una zampa e parte della pelliccia dell’ Uomo delle Nevi”) il giornale, nella sua versione online, scrive: “Venti anni dopo, lo Yeti interessa ancora all’alpinista di fama mondiale, ma stavolta in un contesto altamente scientifico. Attualmente, il 70enne è con un team di genetisti inglesi in Pakistan per scovare lo Yeti”.
Il Tiroler Tageszeitung riporta però anche una dichiarazione di Reinhold Messner che sembra molto recente. “I ricercatori vogliono dimostrare che questa specie è un ibrido tra l’orso polare e l’orso bruno. E io mostrerò loro dove vivono questi animali in modo che possano essere prelevati dei campioni di sangue”, recita il virgolettato. Proprio come se il giornalista avesse sentito personalmente lo scalatore poco prima della partenza.
Ma oggi, ad articolo pubblicato, la sua reazione è stata stizzita. “Tutto è stato annullato, perché chi non doveva sapere della spedizione evidentemente ora ne è venuto a conoscenza”, ha detto all’ANSA che lo ha contattato. Non li nomina espressamente, ma il riferimento ai Talebani, ai Signori della Guerra autori di rapimenti, attentati e omicidi, è ovvio. Messner non ha voluto rivelare dove si trovi in questo momento, ma ha assicurato: “Resto comunque a disposizione di questo interessante progetto.”
A dimostrare la probabile, vera natura dello Yeti- detto anche “l’Abominevole Uomo delle Nevi”, una figura normalmente ritenuta solo un parto della fantasia- è stato di recente il famoso genetista britannico Bryan Sykes. Confrontando il genoma di alcuni campioni scoperti sull’Himalaya con il materiale genetico conservato nel database GenBank, ha scoperto una corrispondenza con il DNA di un antico orso ormai estinto che viveva in Europa fino a 40 mila anni fa. Epoca nella quale si sarebbero divise le due sottospecie dell’orso polare e dell’orso bruno.
L’ipotesi Yeti=plantigrado, in realtà, l’aveva già avanzata l’alpinista italiano alcuni decenni fa, dopo aver visto con i propri occhi– almeno due volte- la misteriosa creatura sul Tetto del Mondo durante le sue scalate. Ecco perché il team scientifico- al quale si è unita anche una troupe televisiva- gli ha chiesto di prendere parte alla caccia. “Non sono uno scienziato, ma durante le mie spedizioni ho raccolto numerosissime informazioni sullo Yeti, che volentieri metto a disposizione dei ricercatori”, ha sottolineato nell’intervista all’ANSA.
Ma sarà per la volta prossima. Per ora, la missione è sfumata dopo la fuga di notizie, per evitare eventuali attacchi da parte dei Talebani. Reinhold Messner non si è mai tirato indietro di fronte alle pareti più scoscese e rischiose del mondo. Non ha avuto timore quando si è trovato a tu per tu con lo Yeti, scimmione o orso che sia. Ma di fronte a questi esemplari della specie umana- in assoluto, la più pericolosa del creato- ha dovuto alzare le mani e rinunciare.
SABRINA PIERAGOSTINI