Termografia agli infrarossi, scansione a 3D con i laser, rivelatore di raggi cosmici: sarà questa tecnologia di ultima generazione a svelare i segreti delle piramidi? Lo sperano i ricercatori della “Scan Pyramids Mission”, promosso dal Ministero delle Antichità egiziano in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Cairo e dell’istituto HIP, un’organizzazione no-profit per la tutela del patrimonio culturale.
L’iniziativa, lanciata nei giorni scorsi, prevede da qui ai prossimi mesi, fino alla fine del 2016, una serie di esami approfonditi e soprattutto non invasivi per “vedere” cosa si nasconde sotto le spesse mura dei giganti di Giza, attribuiti a Cheope e Chefren, ma anche delle due gemelle di Dahshur, la Piramide Rossa e la Piramide Romboidale, costruite dal faraone Snefru. L’obiettivo di architetti e ingegneri di Egitto, Canada, Francia e Giappone è di individuare la presenza di passaggi, corridoi, stanze, porte e cunicoli. Ma lo scopo è anche e soprattutto scoprire come siano state edificate queste meraviglie, un interrogativo tuttora senza risposta.
“L’idea è di trovare la risposta al mistero delle piramidi- ha ammesso Mehdi Tayoubi, fondatore dell’HIP Istitute, parlando con l’agenzia France Press. “Un simile tentativo è già stato tentato 30 anni fa, ma questo è il primo progetto di livello globale che usa una tecnologia all’avanguardia per guardare all’interno di questi monumenti”. La termografia ad infrarossi può scoprire le parti nascoste rilevando le differenti temperature. La scansione al laser permetterà invece di mappare nei minimi dettagli le grandiose costruzioni e di crearne delle precise riproduzioni in 3D. E poi ci sono i muoni…
Ovvero, particelle elementari con cariche negative, più pesanti di un elettrone ma anche più penetranti. Vengono creati quando i raggi cosmici colpiscono l’atmosfera: attraversano indenni i corpi, ma quando passano rocce e terreno rallentano progressivamente. I ricercatori vogliono dunque cercare i muoni nelle piramidi, misurare le loro traiettorie e la loro energia e capire così qualcosa di più delle parti interne dei colossi di pietra. Anche questi dati serviranno per creare una ricostruzione tridimensionale.
Queste tecnologie potranno essere utili anche per capire se davvero esistono stanze segrete nella tomba di Tutankhamon, il Faraone bambino morto a 19 anni e sepolto nella Valle dei Re. Lo scorso settembre, l’ archeologo inglese Nicholas Reeves ha annunciato di aver individuato due porte nascoste nelle pareti nel sepolcro scavato nel 1922 dall’egittologo Howard Carter. Dietro ad una di queste, dice sicuro, si cela un magazzino, ma dietro all’altra c’è invece il sarcofago mai ritrovato di Nefertiti, la regina dalla leggendaria bellezza.
L’Egitto ha autorizzato il ricercatore ad utilizzare i radar per scandagliare la tomba di Tutankhamon e i primi esiti saranno presto disponibili. Secondo Reeves, il luogo dove ha riposato per secoli il giovane faraone è una stanza ricavata da una già esistente: questo spiegherebbe le sue dimensioni troppo piccole per un sovrano. Se davvero dietro a quel muro si trova ancora intatta la sepoltura della regina Nefertiti, potrebbe esserci un corredo funebre straordinario, ancora più ricco di quello scoperto un secolo fa. Un tesoro inestimabile.
SABRINA PIERAGOSTINI