Gli UFO ci spiano? E allora noi spiamo loro… Come? Con un occhio elettronico in orbita attorno alla Terra, pronto a registrare la presenza di qualsiasi oggetto sconosciuto o anomalo. Ecco l’idea che sta dietro al progetto CubeSat for Disclosure. Il gruppo di ricercatori, del quale fanno parte anche il giovane ingegnere informatico Dave Cote e l’ufologo Pat Regan, intende lanciare nello spazio un satellite per cercare una vera astronave extraterrestre.
“Ci sono ex astronauti, personale militare, agenti di polizia e anche un ex Ministro della Difesa del Canada che si sono fatti avanti per dire che gli UFO sono reali e che abbiamo ricevuto visita da parte degli Alieni. Come è possibile ignorare queste affermazioni e scartarle come un’assurdità?”, sostiene Cote nel comunicato stampa con il quale ha illustrato il progetto.
Il riferimento è ai tanti testimoni eccellenti che nel corso degli ultimi decenni hanno avuto il coraggio di raccontare i loro avvistamenti di oggetti non identificati. Nonostante la loro preparazione tecnica, la loro esperienza di volo o la loro capacità analitica, hanno dovuto ammettere di non riuscire a trovare spiegazioni logiche. Superando l’ostracismo della comunità scientifica e sfidando la derisione dei colleghi, ne hanno parlato in pubblico.
John Glenn, Gordon Cooper, Gennady Strekalov, Musa Manarov, Leroy Chiao sono solo alcuni degli astronauti e cosmonauti rimasti senza parole davanti a bizzarri fenomeni osservati nello spazio. Altri, come Edgar Mitchell (scomparso lo scorso 7 febbraio), pur negando esperienze dirette, si sono persuasi non solo che gli UFO siano una realtà, ma anche che la loro provenienza sia extraterrestre. Proprio come l’ex ministro canadese Paul Hellyer, altro convinto assertore- sulla base delle informazioni apprese grazie al suo alto ruolo istituzionale- della presenza di civiltà aliene sul nostro pianeta. Tematiche approfondite anche nel libro “Inchiesta UFO-Quello che i Governi non dicono”.
Dunque, dicono Dave Cote e i suoi compagni di avventura, vale la pena di verificare se questi racconti abbiano una qualche fondatezza, è inutile riderne e basta. Ecco la proposta: mandare nella bassa orbita terrestre un satellite privato, controllato non da un governo o da un ente spaziale, ma direttamente dal team di ricerca, per studiare tutti i potenziali oggetti presenti nell’atmosfera.
“Forse otterremo belle immagini delle aurore boreali prodotte dalle emissioni di plasma solare; magari scatteremo delle foto a meteore di grande interesse; oppure chissà, riprenderemo effettivamente un reale velivolo verificabile. Tutto quello che possiamo fare è provarci e facendolo per conto nostro renderemo tutte le informazioni disponibili a voi, singoli individui”, ha detto l’ingegnere nel video promozionale di CubeSat for Discosure.
Un CubeSat è un satellite in miniatura, grande non più di una scatola di scarpe e a forma di cubo, dotato di una serie di apparecchiature scientifiche. Ha una struttura standard e semplice, in modo che la progettazione, la costruzione e il lancio siano relativamente economici. Oggi, spedire in orbita uno di questi nano satelliti costa sui 20 mila dollari (18 mila euro). I CubeSat raggiungono un’altezza di 300 km e hanno una durata di circa tre mesi, prima di finire distrutti rientrando nell’atmosfera.
Come spiega l’Huffington Post, i cacciatori di UFO vogliono dotare il loro mini-satellite di sensori agli infrarossi, alle onde elettromagnetiche e alle radiazioni, oltre che di due telecamere con lenti paraboliche per scattare foto a 360 gradi. Al giornale, il coordinatore del progetto, Dave Shock, ha dichiarato:”Noi controlliamo le immagini, le avremo noi. Se segui una trasmissione in diretta dalla Stazione Spaziale Internazionale, può venire interrotta all’improvviso e diranno:’oh, abbiamo perso il segnale!’ In questo caso, noi avremo il controllo totale. Nessuno modificherà o danneggerà i nostri dati e il governo non potrà insabbiare quello che potremo trovare. Sarà tutta roba nostra.”
Sì, ma quando? Ancora non si sa. Non è stato fissato il giorno del lancio, che dovrebbe aver luogo dal porto aerospaziale gestito dalla compagnia Interorbital Systems, nel deserto del Mojave. E il team è ancora alla ricerca di fondi per aggiungere quante più strumentazioni possibili nel nanosatellite. “Abbiamo un pacchetto completo: se si compra il satellite, si ottiene anche il lancio”, ha spiegato Shock al giornale. “E più denaro raccogliamo, più tecnologico sarà l’equipaggiamento di cui potremo dotarlo.”
Il crowdfunding promosso sul web terminerà il 12 marzo 2016. Ad oggi, gli utenti di internet ha risposto donando circa 2 mila dollari; gli organizzatori di CubeSat for Disclosure ne chiedono almeno 10 mila. Secondo i loro calcoli, l’impresa costerà sui 27 mila dollari, più della metà dei quali già a disposizione del team. Ma sperano di arrivare a 50 mila dollari: l’obiettivo ambizioso prevede infatti di collocare sul CubeSat anche un radar, ma quelli di dimensioni ridotte sono molto costosi. Chi contribuirà, riceverà- in proporzione alla quota versata- una serie di benefit, inclusa la possibilità di entrare di diritto nella squadra.
Nella pagina della raccolta fondi, (https://www.kickstarter.com/projects/1889966504/cubesat-for-disclosure) David Cote ha scritto il suo accorato appello al popolo del web:”Negli ultimi 70 anni, gli argomenti ‘intelligenze extraterrestri’ e ‘UFO’ sono stati controversi, se non comici. Nonostante i molti avvistamenti, il governo, l’esercito e i Media hanno tentato con forza di screditare l’idea degli esseri alieni. Eppure a dispetto della loro apparente incredulità, i governi e i militari hanno speso un enorme quantità di denaro per studiare, in segreto, questi ridicoli UFO e gli Alieni.
“Ecco alcune ragioni per le quali questo argomento è importante e deve essere sottoposto ad un rigoroso studio scientifico: 1) Le Nazioni stanno iniziando a rilasciare documenti altamente classificati comprovanti l’ interesse dei loro Governi sugli Alieni e sugli UFO; 2) Centinaia di testimoni altamente attendibili si sono fatti avanti provando che almeno una parte degli UFO sono di tecnologia aliena. Abbiamo già raccolto oltre 16 mila dollari finora per il progetto, ma ce ne servono di più. Questo satellite è per tutti noi, per tutto il mondo. Non vuoi sapere se non siamo soli in questo universo? Aiutaci a fare storia con il Primo Satellite nello spazio di proprietà dei Cittadini”.
SABRINA PIERAGOSTINI