Dopo Tabby’s Star, un’altra stella dal comportamento bizzarro sta attirando l’attenzione del mondo scientifico. Ha per nome una sigla- HD164595- ed è di dimensioni simili al nostro Sole, anche se è molto più anziana. Da quell’astro lontano 95 anni luce, è arrivato un segnale, molto forte e molto strano.
A captarlo è stato il radiotelescopio RATAN-600 che si trova a Zelenchukskaja, nella repubblica autonoma della Karachaj-Circassia, vicino alla Georgia. Il team di studiosi, guidati dall’astronomo Nicolaj N. Bursov, lo ha registrato il 15 maggio dello scorso anno, ma la scoperta è stata resa nota solo pochi giorni fa. Lo ha annunciato Alexander Panov- membro dell’equipe di ricerca- ed è stato pubblicato dal blog Centaurus Dream di Paul Gilster.
Sulla base dell’ intensità del segnale ricevuto- con una larghezza di banda di 1 gigaHertz – i ricercatori affermano che potrebbe essere stato emesso da un “radiofaro isotropico di potenza possibile solo per una civiltà del tipo II di Kardashev, mentre se fosse un raggio puntato verso il nostro sistema solare, avrebbe una potenza possibile solo per una civiltà di Tipo I di Kardashev”.
Nonostante il blog assicuri che l’origine artificiale del fenomeno al momento non viene presa in esame, il riferimento all’astronomo russo Nikolaj Kardashev e alla sua scala per catalogare le civiltà extraterrestri sulla base della loro (ipotetica) capacità di sfruttare l’energia sembra andare invece in direzione opposta. “Nessuno sostiene che gli Alieni ci abbiamo lanciato un segnale, ma è uno dei possibili scenari”, ha dichiarato a Space.com anche Seth Shostak- numero 1 del SETI.
Gli autori della scoperta sono ricercatori di valore e il segnale è così forte da poter escludere che sia un rumore causale- ammette Shostak. Ragionando per assurdo spiega: “È coerente con quello che potrebbe inviarci una civiltà extraterrestre- e se si tratta davvero di Alieni, sono sicuramente molto più avanzati di noi”. Infatti avrebbero dovuto generare 100 miliardi di miliardi di watt per poterlo spedire nella nostra direzione. Ma se il loro obiettivo fosse stato proprio il nostro pianeta, allora avrebbero avuto bisogno di 1 trillione di watt…
Eppure, potrebbero esserci spiegazioni molto più banali. E Shostak scommette proprio su una di queste, ad esempio un’interferenza prodotta da un satellite in orbita attorno alla Terra. Anche perché quello strano segnale è stato registrato una volta sola nelle 39 osservazioni compiute dall’equipe del RATAN-600. “E senza una conferma- chiosa l’astronomo del SETI- possiamo solo dire che è interessante.” Non solo: lo stesso radiotelescopio russo avrebbe caratteristiche “inusuali”: è un anello di quasi 600 metri di diametro che può indagare solo su una parte circoscritta della volta celeste.
Sono cauti anche gli stessi ricercatori che hanno fatto la scoperta. Tra loro, c’è l’italiano Claudio Maccone che ha invitato alla prudenza prima di trarre qualsiasi conclusione. “È indispensabile un monitoraggio permanente della stella”, ha detto. Tanto che le antenne dell’Allen Telescope Array sono già state puntate nella sua direzione. Lo studio anticipato da Centauri Dreams verrà ufficialmente presentato nel corso del 67esimo Congresso Internazionale di Astronautica che si terrà a Guadalajara, in Messico, il prossimo 27 settembre.
La stella, nella Costellazione di Ercole, ha circa 6.3 miliardi di anni (quasi due in più del Sole) e possiede un gigante gassoso, grande circa come Nettuno, con un periodo di 40 giorni. Impossibile che ospiti la vita come la intendiamo noi, ma nulla vieta- dicono gli esperti- che ci siano altri pianeti rocciosi non ancora identificati e magari proprio nella fascia di abitabilità. Ogni ipotesi- anche la più incredibile– resta aperta…
SABRINA PIERAGOSTINI