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Le mummie aliene del Perù: bufala o sconcertante realtà?

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Ci sono storie incredibili, così incredibili da non poter essere vere. Come la storia delle mummie del Perù. Non quelle note, studiate ed esposte nei musei di Paracas o di Arequipa, ma quelle definite “aliene” che alcuni tombaroli avrebbero trafugato da un’antica sepoltura circa un anno fa. Il luogo della scoperta è segreto- si troverebbe da qualche parte nella zona meridionale del deserto peruviano- e i reperti sono tenuti gelosamente nascosti- suddivisi tra i vari acquirenti. A non far subito archiviare il tutto come bufala clamorosa, è solo il nome dei personaggi coinvolti in questa folle vicenda.

UNA MINUSCOLA MUMMIA RITROVATE IN PERÙ

LA MINUSCOLA MUMMIA RITROVATA IN PERÙ

A parlarne pubblicamente è stato, ad esempio, Thierry Jamin, archeologo, geologo ed esploratore francese che ha spesso collaborato con il governo di Lima. Uno studioso che definiremmo stimato. Nei mesi scorsi, ha diffuso le immagini di questi stranissimi resti recuperati in due distinti sarcofagi: un minuscolo corpo, dotato di quattro arti e una testa, lungo circa 30 centimetri; un piccolo cranio dalla forma molto allungata e grandi occhi tondeggiati; una mano con tre sole dita molto affusolate. Reperti degni di un set cinematografico.

Tutti appaiono ricoperti da una patina marrone: si tratterebbe di un tipo di argilla molto particolare. Ma al di sotto, non c’è legno o materiale sintetico: ci sono pelle raggrinzita e ossa. Lo hanno evidenziato le lastre ai raggi X effettuate dal dottor Edson Salazar, medico dell’ospedale Antonio Lorena di Cuzco, e i primi esami di laboratorio compiuti sui tessuti. Le analisi hanno accertato che si tratta di materiale biologico. Basta per dire che sono veri corpi di origine del tutto sconosciuta? Per ora, no.

LA MANO A TRE DITA ACCANTO AD UNA MANO UMANA

LA MANO A TRE DITA ACCANTO AD UNA MANO UMANA

Nel caso dell’esserino alto 30 centimetri- la copia in miniatura dell’ E.T. di Spielberg: testa sproporzionata, braccia lunghe e secche, gambine sottili-  si vede uno scheletro a dir poco strano. Sembrerebbe un patchwork di ossa messe insieme ad un abile falsario per creare un corpo coerente. Lo stesso si potrebbe dire dell’inquietante mano a tre dita: le radiografie mostrano le ossa del metacarpo spezzate e la presenza di giunti metallici, come se qualcuno le avesse ricomposte. Il discorso si fa un po’ più complicato, però, quando si guarda ai raggi X  il cranio mozzato: è una testa in tutto e per tutto, per quanto pazzesca, con il foro occipitale, le orbite oculari, ma senza denti.

Sul web, circola un video diffuso da colui che ora possiede questi tre reperti e che si fa chiamare Krawix. Spiega così il ritrovamento:”Questi corpi sono stati scoperti da due amici che stavano camminando nel sud del deserto peruviano. Il luogo non è una caverna, come si dice: hanno trovato una lapide che affiorava dalla sabbia. Molto strano. Però, quando l’hanno spostata, hanno aperto e sono entrati. Hanno trovato un primo sarcofago e poi subito dopo un secondo. Questa scoperta è avvenuta all’ incirca nel gennaio del 2016 e tutti i corpi dentro le tombe erano ricoperti da una specie di patina abbastanza sottile. Un tipo di argilla che viene via grattando.”

LA TESTA DALLA FORMA BIZZARRA

LA TESTA DALLA FORMA BIZZARRA

L’uomo- che si è mostrato indossando occhiali neri e un cappello per celare in parte il suo aspetto- ha poi proseguito dando altri dettagli ed esponendo la sua idea personale: ”Questi esseri non sono mammiferi, perché non hanno le ghiandole mammarie. Non li compariamo con gli  esseri umani perché non sono umani. Altre creature sono state scoperte nel secondo sarcofago. La mia teoria: nella tomba ci sono corpi che appartengono ad esseri diversi che sono morti in momenti diversi, non nello stesso giorno. Secondo me, sono stati messi lì tutti insieme da qualcuno perché un giorno fossero ritrovati.”

Il giornalista Adriano Forgione, direttore della rivista Fenix, si è messo in contatto con Thierry Jamin e tramite lui ha avuto la possibilità di rivolgere alcune domande ad uno dei protagonisti di questa storia da fantascienza. Lo chiama Luis, ma dal tono delle sue risposte potremmo senza dubbio ipotizzare che si tratti del medesimo signore apparso sul web con il nickname Krawix. Nell’intervista- pubblicata nel numero di febbraio sia di Fenix sia di XTimes- Luis dà ulteriori informazioni che- se possibile- rendono l’intera vicenda ancora più sconcertante.

LA MINI-MUMMIA E LA MANO AI RAGGI X

LA MINI-MUMMIA E LA MANO AI RAGGI X

Innanzi tutto, conferma che il numero dei reperti è molto più alto di quanto finora reso noto: ”Ci sono esseri di varie dimensioni e specie, sia umanoidi che animali, animali sconosciuti (…) Tra gli oggetti trovati, ci sono alcuni organi noti (cervelli, cuori) e altri ignoti- protetti anch’essi da cotone e argilla, ma ancora morbidi al tatto– teste tagliate e grandi mani a tre dita. Ci sarebbero anche degli oggetti come placche di metallo, anelli di una lega argentata trapiantati nelle mani che cingono un osso o un tendine. Solo il 10% di questo luogo è stato esplorato. Molte reliquie significative, però, sono già state vendute”.

Non basta. Ci sarebbe anche una calotta cranica di mezzo metro di diametro intrappolata tra le rocce, in una feritoia che porterebbe ad un’altra sala. Secondo Luis/Krawix, presto saranno diffusi i risultati degli esami genetici compiuti su alcuni di questi resti. “I test sono in svolgimento- dice nell’intervista- ci sono due persone che hanno prelevato campioni e altri che li preleveranno. Sono disponibile alla condivisione della ricerca (…) I reperti sono stati visti da medici, biologi, archeologi, esperti forensi tanto stranieri quanto peruviani. La cosa migliore è che l’investigazione continui per la strada scientifica, perché è mio obiettivo determinarne la natura (…) Ci mancano ancora dei tasselli e sono certo che ci saranno delle sorprese.”

UN DETTAGLIO DELLA LASTRA DELLA MUMMIA ALTA 20 CM

UN DETTAGLIO DELLA LASTRA DELLA MUMMIA ALTA 20 CM

E a chi ipotizza che si tratti del prodotto di falsari specializzati in effetti speciali, con l’uso di vero materiale biologico, ribatte così: ”Circa la testa della mummia piccola, si è visto ai raggi X che è un cranio solido, un pezzo unico, senza ricostruzione. Molti dicono che lo scheletro potrebbe essere formato di ossa di animali, ma basta guardare i suoi piedi per capire che non è così. Come si possono ottenere quel cranio e quei piedi? I raggi X non mentono (…) Coloro che affermano che questi reperti mummificati sono falsi, senza aver verificato di persona, lo dicono perché non possono concepire qualcosa di diverso da ciò in cui credono. Nessuno finora ha dimostrato che sono falsi. La ragione? Perché è tutto vero.”

Abbiamo voluto conoscere anche il parere di Adriano Forgione, che conosce personalmente Thierry Jamin e che da anni si occupa di mistero. “La scoperta di questi reperti, per quanto interessante da un punto di vista giornalistico, non può ancora essere confermata da un punta di vista archeologico”, è stata la sua premessa. “Principalmente perché non vengono da uno scavo ufficiale, ma sono frutto- a quanto pare- dell’opera di ladri di tombe, di predatori, che nel deserto di Nazca avrebbero identificato questa struttura sotterranea e ne avrebbero prelevato alcuni reperti che poi hanno venduto a personaggi locali, tra cui appunto il nostro Luis, uno pseudonimo. Perciò è una situazione piuttosto complessa, perché non segue i consueti canali archeologici.”.

IL CORPO INTERO E LA TESTA ACCOSTATE

IL CORPO INTERO E LA TESTA ACCOSTATE

Proprio il coinvolgimento di Jamin- tra l’altro,  presidente della Fondazione di Ricerca  Inca di Cuzco che lavora di concerto con il governo peruviano alla ricerca di Paititi, l’ultima grande città inca che si troverebbe nascosta nella foresta amazzonica- induce Forgione a ritenere la vicenda comunque interessante e meritoria di un approfondimento, perché  offre una patente di serietà alla storia. Ma non può ovviamente bastare. Dice infatti il direttore di Fenix: ”L’unica conferma può provenire dalle analisi scientifiche che Luis ha comunque permesso di effettuare sui reperti, consegnando alcuni campioni ad alcuni centri di ricerca anche americani. Inoltre si è  dimostrato disponibile a consegnare dei campioni alla nostra redazione.

Di conseguenza, noi ci attiveremo subito, nel momento in cui questi campioni saranno nelle nostre mani, per poter verificare la veridicità di tali reperti. Sicuramente, se venisse confermata, si tratterebbe di una scoperta di importanza mondiale e potremmo dire storica. Innanzi tutto perché si tratterebbe di individui che, per quanto antropomorfi, non rispondono alla classica morfologia ed anatomia dell’essere umano. Le radiografie mostrano sicuramente entità biologiche- perché mostrano pelle, mostrano ossa, mostrano un processo di mummificazione avanzato. Ma è chiaro che non sono esseri umani.”

UN DETTAGLIO DEL DITO MUMMIFICATO DELLA STRANA MANO

UN DETTAGLIO DEL DITO MUMMIFICATO DELLA STRANA MANO

Mentre però il misterioso proprietario dei resti mummificati è certo che si stia parlando di creature extraterrestri, venute da un altro mondo in epoche remote, il giornalista italiano ha tutta un’altra idea. “Quello che a me è balzato subito agli occhi è l’immediata somiglianza di queste entità- soprattutto quelle piccoline alte circa 30 centimetri- con le leggende degli Hopi del Nuovo Messico. Gli Hopi affermano che il mondo ha avuto quattro ere, quattro umanità, e che ogni era è stata intervallata da una catastrofe. I sopravvissuti dell’ultima era precedente alla nostra furono salvati da entità che loro chiamavano il “Popolo delle formiche”:  vivevano sotto terra, erano di piccola statura e ricordavano le formiche. Ovviamente tutto questo finora è stato solo una leggenda.

Ebbene- conclude Forgione- queste piccole mummie mi ricordano proprio il Popolo delle formiche: le hanno trovate in un labirinto sotterraneo, sono di piccola statura e con un aspetto simile a formiche. Potrebbe quindi- e ripeto potrebbe, perché il condizionale è d’obbligo in questo caso- trattarsi della scoperta di questa civiltà sotterranea che gli Hopi conoscevano e che si sono tramandati di generazione in generazione. È ovvio che tutto questo va verificato. Ma nuovi elementi potrebbero confermare questa storia e in futuro potrebbero essere messi a disposizione delle autorità e quindi anche degli archeologi, per poter forse ricostruire un quadro della storia dell’umanità che noi adesso ricordiamo solo attraverso il mito.”

Dunque, la risposta definitiva la potrà dare solo l’esame del DNA. Ammesso e non concesso che le analisi vengano effettuate in laboratori ufficiali, da professionisti riconosciuti, e che i dati siano poi condivisi con il mondo scientifico per una verifica e per la cosiddetta “revisione dei pari”: altrimenti, qualsiasi risultato verrà rispedito al mittente come già successo in passato per altre presunte sconvolgenti scoperte, considerate invece pure panzane da accademici e scettici. Ma gli appassionati del mistero già sognano ad occhi aperti: sarà forse il Perù a svelare la “smoking gun” dell’Ufologia o a riscrivere la nuova storia dell’Umanità?

SABRINA PIERAGOSTINI

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