UFO e Far West, cos’hanno in comune? Poco, molto poco, a parte il film “Cowboys & Aliens” di qualche anno fa, prodotto da Steven Spielberg e incentrato proprio su questo insolito binomio. I due protagonisti- Daniel Craig ed Harrison Ford, un bandito e un colonnello dell’esercito- si trovano a fronteggiare un gruppo di ET molto cattivi in un classico scenario western. Una delle tante bizzarre trame di Hollywood, certo. Ma a ben vedere, la strana accoppiata fa parte anche della storia dell’Ufologia. Anzi, proprio in questi giorni se ne celebra l’anniversario.
Come ricorda anche il Centro Ufologico Nazionale, il 17 aprile 1897 è una data segnata sul calendario dei fan della questione aliena. Le cronache riportano, infatti, che in quel lontano giorno di 120 anni fa, la cittadina texana di Aurora fu scenario di uno dei primi- e più discussi- casi documentati di contatto alieno. Nello specifico, sarebbe avvenuto un “UFO crash”. Quella mattina, uno strano oggetto piombò giù dal cielo: prima colpi il mulino a vento che si innalzava nella proprietà del giudice J.S. Proctor, poi si schiantò a terra in mille pezzi.
I primi soccorritori, tra quei rottami, trovarono un corpo senza vita più strano ancora del velivolo precipitato. Fu definito “un marziano” e “non di questa terra”. Venne sepolto in fretta e furia in una tomba senza nome, nel cimitero cittadino, insieme ad alcuni detriti metallici, mentre gli altri resti della presunta astronave vennero gettati in fondo ad un pozzo della tenuta. A raccontare questi dettagli, fu un giornalista del Dallas Morning News, tale S.E. Haydon, in un breve articolo pubblicato il 19 aprile 1897. L’unica fonte storica di questo episodio.
In epoche più recenti, vari ricercatori hanno cercato di far luce sulla vicenda, da molti ritenuta una bufala d’annata. A corroborare l’ipotesi dell’invenzione, vari particolari. Tanto per iniziare, l’erede del nuovo proprietario del terreno nel quale l’UFO sarebbe precipitato era sicura che su quel terreno non era mai esistito un mulino a vento. Anzi, a suo avviso, l’intera storia sarebbe stata creata di sana pianta da Haydon, noto per essere un burlone. Ma la sua motivazione sarebbe stata nobile: Aurora viveva un periodo di decadenza, c’era una profonda crisi economica provocata dal crollo della coltivazione del cotone e neppure la nuova ferrovia in costruzione sarebbe passata da lì. Per attirare l’attenzione sulla città, inventò la bella favola dell’alieno piovuto dal cielo. Uno scrittore di fantascienza alla Jules Verne.
Questa versione è quella che al momento trova più credito. L’ha sposata anche la Commissione Storica del Texas che nel cimitero ha posto una targa che recita: “Questo sito è noto per la leggenda di una navicella spaziale che si è schiantata in zona nel 1897 e il pilota, rimasto ucciso nell’impatto, è stato sepolto qui”. Eppure, gli abitanti di Aurora, ancora oggi, sono convinti che la loro città sia stata teatro di qualcosa di eccezionale e credono alla teoria aliena. Almeno, così dichiaravano i residenti quando del caso si è occupata una tv locale, associata della Fox, circa 20 anni fa.
Ma in passato anche il MUFON ha indagato su questo presunto crash, rintracciando i due ultimi testimoni oculari all’epoca ancora in vita. Una ricordò che i genitori erano accorsi sul luogo dell’incidente e che le avevano raccontato della presenza di un corpo; il secondo, invece, aveva visto una specie di dirigibile in fiamme nel cielo. Gli investigatori del gruppo ufologico, poi, esaminarono il cimitero di Aurora: trovarono una lapide con incisa l’immagine di un disco volante e registrarono, con il metal detector, la presenza di metallo nella relativa tomba. Non ottennero però il permesso di vedere cosa nascondesse quella sepoltura. Tornati una seconda volta, scoprirono che la lapide era stata rimossa.
Nel 2008, una nota trasmissione tv (UFO Hunters, trasmessa da History Channel) ha ripreso il dossier del MUFON ed ha cercato nuovi riscontri per questa storia incredibile. Gli autori del programma hanno rinvenuto, nel pozzo dell’ex tenuta Proctor, il supporto metallico di un mulino- prova che nell’800 esisteva davvero, al contrario di quanto pensavano i nuovi proprietari. Sepolti sotto un albero, poi, avrebbero scoperto altri detriti metallici in una lega- a loro dire- sconosciuta. Utilizzando le vecchie fotografie, poi, sono riusciti a ritrovare il sito originario della tomba scomparsa, collocata tra altre sepolture del XIX secolo. Ma ancora una volta, le autorità locali hanno vietato di compiere scavi e di riesumare gli eventuali resti. Dunque, prove reali a sostegno della storia raccontata dal reporter del Dallas Mornig News 120 anni fa non ce sono.
Ma gli indizi, le suggestioni e soprattutto alcuni resoconti dell’epoca fanno pensare che qualcosa di strano possa essere accaduto. Anche perché, tra il 1896 e il 1897, in vari luoghi degli Stati Uniti vennero avvistati, nel cielo, degli oggetti sigariformi. Poteva trattarsi di dirigibili, certo, o di altri velivoli artigianali sperimentati dagli inventori locali. Di sicuro, però, il primo aereo funzionante e manovrabile non era ancora nato: i fratelli Wright- gloria americana- lo avrebbero messo a punto solo qualche anno dopo, nel 1903. Tanto basta agli appassionati di ufologia per prendere l’ anniversario del crash di Aurora molto seriamente.
E non è l’unico, quest’anno. Il 13 marzo, è stato ricordato il ventennale delle cosiddette Luci di Phoenix– l’avvistamento di massa che per ore affascinò gli abitanti della capitale dell’Arizona. Il prossimo 24 giugno, saranno invece 70 anni esatti dalla nascita della parola “disco volante” (flying saucer in inglese) coniata dopo l’incontro, nei cieli dello Stato di Washington, di 9 oggetti volanti in formazione. A vederli, il pilota civile Kenneth Arnold che li descrisse come “piattini volanti”. Appena due settimane dopo- era l’inizio del luglio 1947- si sarebbe poi verificato il clamoroso incidente di Roswell, nel New Mexico. Un UFO? Una sonda meteo? Un aereo segreto americano? Un velivolo sovietico? Mille ipotesi, ma settanta anni dopo il caso non è ancora chiuso.
SABRINA PIERAGOSTINI