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I mondi alieni? Gli astrofisici li immaginano così

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Ancora non ne abbiamo visto neppure uno, con i nostri occhi o con quelli in HD di una sonda. Ma possiamo immaginarli, ipotizzandone struttura, caratteristiche, atmosfera e persino biosfera. I pianeti extrasolari scoperti negli ultimi anni dai telescopi sono ormai migliaia e di questi molti stuzzicano l’interesse degli astronomi perché potenzialmente adatti alla vita. Ma come potrebbero apparire ad un futuro viaggiatore spaziale?

 

UN PANORAMA IMMAGINARIO DI UN PIANETA ALIENO

UN PANORAMA IMMAGINARIO DI UN PIANETA ALIENO

Alla NASA, si sono affidati a due esperti – Robert Hurt, astrofisico del centro IPAC del CalTech, e Tim Pyle, produttore multimediale- per provare a creare visivamente gli ambienti di questi pianeti alieni basandosi sui dati scientifici raccolti dallo Spitzer Space Telescope e da altri osservatori. Ne sono nate delle immagini artistiche non solo affascinanti, ma anche utili per figurare le reali condizioni ambientali di quei mondi tanto lontani da noi, come hanno spiegato Hurt e Pyle in un video diffuso dal Jet Propulsion Laboratory.

Ad esempio, hanno preso in esame il sistema solare di Trappist-1, una nana rossa ultrafredda a circa 39 anni luce da noi. Con i suoi sette pianeti terrestri, di cui almeno tre (denominati “e”, “f” e “g”) collocati nella Fascia di Abitabilità, ovvero alla distanza ideale dalla stella, questo sistema è considerato un ottimo candidato per ospitare la vita. Gli scienziati conoscono anche altri parametri- il diametro dei pianeti, il loro periodo orbitale- e sulla base di questi elementi possono ipotizzare la presenza di acqua. Se questi mondi sono meno densi della Terra, probabilmente ce n’è in grande abbondanza; se invece hanno una maggiore densità, probabilmente sono prevalentemente rocciosi.

LA RESA ARTISTICA DEI SETTE PIANETI DI TRAPPIST-1

LA RESA ARTISTICA DEI SETTE PIANETI DI TRAPPIST-1

Un altro dato da tenere in considerazione, poi, è la loro rotazione sincrona, ovvero i pianeti volgono sempre la medesima faccia alla nana rossa: hanno quindi un lato perennemente illuminato e un altro perennemente buio, con sostanziali differenze di temperatura superficiale. Per gli scienziati, l’acqua sarà predominante sul lato notturno. La resa grafica, in questo caso, non si è attenuta fedelmente alle indicazioni scientifiche, perché Trappist-1e, f e g appaiono coperti da grandi oceani sul lato “giorno”. Una piccola concessione all’arte…

Ma qualcuno è andato anche oltre, cercando di immaginare come potrebbe apparire la superficie di questi pianeti. Rispondendo alla domanda di un bambino, un esperto del sito Science.com ha provato ad ipotizzare cosa potrebbe spuntare tra le rocce, i fiumi, i mari. Insomma, quali forme semplici di vita potrebbero presentarsi agli occhi di un ipotetico visitatore, a partire dai vegetali–  alghe, piante, arbusti e alberi- che potrebbero ricoprire un pianeta alieno posizionato nella Fascia di Abitabilità.

TRAPPIST-1F SEMBRA UN MONDO ACQUATICO

TRAPPIST-1F SEMBRA UN MONDO ACQUATICO

Nel caso delle tre “quasi-Terre” di Trappist-1, esse hanno orbite molto ravvicinate: sono più prossime alla loro nana rossa di quanto Mercurio non lo sia al Sole. Ma la stella è molto più piccola e meno calda della nostra, quindi le temperature dovrebbero essere comunque adatte alla vita. Forse, l’ambiente migliore si potrebbe trovare sulla linea del crepuscolo, dove si incontrano la faccia sempre soleggiata e quella sempre al buio. Qui, le piante potrebbero avere foglie molto larghe– per poter catturare tutta la luce disponibile. Sulla Terra, grazie alla clorofilla, i vegetali assorbono la luce blu e rossa e riflettono quella verde; quassù dovrebbero adattarsi alle diverse condizioni e aver trovato il metodo per  trasformare le radiazioni infrarosse in energia. Anziché verdi, potrebbero apparire vermiglie, violacee o persino nere.

La struttura delle piante, poi, dipende dalla forza di gravità: su pianeti meno massivi della Terra, potrebbero crescere molto in altezza mentre su pianeti più grandi del nostro, con una forza di gravità maggiore, non dovrebbero esistere grandi alberi, ma solo piccoli arbusti. Con un’atmosfera molto rarefatta, poi, i venti sarebbero così blandi che le piante non avrebbero bisogno di spessi tronchi; al contrario, con un’atmosfera spessa e venti impetuosi, dovrebbero essere molto robuste per sopravvivere. Ma oltre, la scienza per ora non può andare. Per immaginare fiori, colori, fogge e forme,  dobbiamo affidarci alla fantasia.

SABRINA PIERAGOSTINI

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