Un altro sconcertante ritrovamento in Perù. Un’altra mummia dall’aspetto quanto meno bizzarro. Un altro caso che desta perplessità, dubbi se non proprio incredulità. L’annuncio arriva da un team variegato, composto da americani, russi e messicani, che hanno analizzato un corpo-dicono- scoperto nelle vicinanze di Nazca: ipotizzano che non si tratti di un essere umano, ma di una creatura umanoide di diversa natura. Forse addirittura aliena.
Sul sito di Gaia.com– una società che produce e diffonde contenuti multimediali su internet, prevalentemente incentrati su yoga, spiritualità e ricerca alternativa- sono comparsi tre episodi di un documentario intitolato “Unearthing Nazca” (“Scoprire Nazca”), in cui il protagonista indiscusso è un cadavere- almeno così sembra- trovato in un non ben identificato punto del deserto peruviano, rannicchiato nella classica posizione seduta, con le gambe piegate e le braccia attorno alle ginocchia, tipica di molte mummie rinvenute in Centro e Sud America. Ma le somiglianze finiscono qui.
La creatura ha infatti un aspetto decisamente insolito: ha una testa allungata, grandi orbite oculari, naso e bocca piccoli ma è senza orecchie. Poi presenta arti lunghi e magri e soprattutto solo tre dita, sia nelle mani che nei piedi, molto affusolate. Tutto il corpo è ricoperto da una patina bianca, forse un tipo di argilla o un altro materiale usato per mantenere inalterati i tessuti. Nei video caricati sul sito, parlano della scoperta due portavoce di Gaia.com, Jay Weidner (Senior Director) e Melissa Tittl (direttrice dei contenuti), oltre al giornalista messicano Jaime Maussan e Konstantin Korotkov, professore di fisica all’Università ITMO di San Pietroburgo.
“La struttura di questo umanoide è di un metro e 68 centimetri, era praticamente identico a me, solo un po’ più basso”, spiega in un filmato il professor Korotkov. “Vuol dire che questa creatura era una persona che camminava come noi, poteva muovere le mani e aveva lunghe gambe. La proporzione del corpo era molto simile alla nostra. La mano è assolutamente autentica, provvista di tre dita davvero molto lunghe”. Un particolare, questo, che farebbe escludere che si tratti di un essere umano.
Altro dettaglio molto caratteristico e particolare, la forma della testa, piatta sulla nuca e allungata, con una netta protrusione: secondo lo scienziato russo, non una alterazione indotta da tecniche in uso nei tempi antichi né una malformazione congenita, ma qualcosa di naturale. Dalla mummia è stato estratto un campione di tessuto, dal quale è stata stabilita una datazione dei resti: risalirebbero ad un periodo compreso tra il 245 e il 410 d.C., sulla base del test al Carbonio14 effettuato da un laboratorio non specificato nel documentario.
Il test del DNA è in corso in Russia, per stabilire il patrimonio genetico di questa mummia, per comprendere la sua provenienza, il sesso e altre informazioni. Un esame con la TAC avrebbe già escluso che il corpo sia un assemblaggio di ossa umane all’interno di un involucro di argilla. Una radiologa dell’Ospedale dell’Università del Colorado, intervistata nel primo video- tale M.K. Jessie- ritiene assai improbabile che gli elementi più sorprendenti- quelle tre dita che caratterizzano mani e piedi- siano stati aggiunti in un secondo momento da un abile falsario.
Una scoperta che sembra strettamente connessa a quella annunciata nei mesi scorsi da altri video postati sul web da un individuo con il volto camuffato- nickname, Krawix- che ha mostrato tre strani reperti ritrovati, a suo dire, in un’antica sepoltura rinvenuta per caso nel deserto del Perù. Ne abbiamo parlato diffusamente sul blog, nell’articolo pubblicato l’8 marzo 2017. Nei filmati, oltre ad un piccolo cranio e ad un esserino alto pochi centimetri, compariva anche una grande mano mozzata con tre dita ossute e lunghe coperte da una patina bianca.
Krawix è quasi sicuramente il Luis intervistato dal giornalista Adriano Forgione per la rivista Fenix. Nell’articolo, l’uomo sostiene che in quella tomba misteriosa c’erano molti corpi mummificati, di animali e di umanoidi, che vari acquirenti si sono spartiti. Non pare illogico pensare che uno di quei corpi- veri o fasulli che siano- sia proprio quello ripreso da Gaia.com e ora sotto esame. Luis stesso ammetteva che c’erano medici, biologi ed esperti, tanto peruviani quanto stranieri, interessati a quei resti ed intenzionati ad analizzarli.
Dunque, cosa pensare? Siamo di fronte alla scoperta più clamorosa della storia dell’Uomo- la prova dell’esistenza di creature di altri mondi- oppure ad una delle frodi meglio congegnate da molto tempo a questa parte? I personaggi coinvolti in questa indagine danno adito a qualche dubbio: una media company di stile New Age, uno scienziato russo noto per le sue indagini in ambito spirituale (anni fa, affermò di aver fotografato il momento in cui l’anima lasciava il corpo nel momento della morte) e un giornalista finito di recente nell’ occhio del ciclone.
Jaime Maussan, infatti, nel 2015 ha organizzato un super-evento a Città del Messico per presentare un grande scoop, ovvero le presunte foto di uno degli Alieni morti nello schianto di Roswell: c’erano migliaia di persone presenti nell’auditorium nazionale, molte di più erano quelle collegate nel mondo via streaming. Ma solo pochi giorni dopo, è emersa un’altra verità: quelle immagini d’epoca raffiguravano solo la mummia di un bambino morto secoli fa e conservato in un museo americano. Una figuraccia mondiale.
Ecco perché ora anche tra i ricercatori alternativi, l’annuncio di Gaia.com viene preso con estrema cautela, se non con vero e proprio scetticismo. Il MailOnline, ad esempio, ha riportato il parere dell’ufologo inglese Nigel Watson: ”Quella mummia sembra una scultura di gesso sopra delle ossa umane con tre dita attaccate alle mani. Queste bufale sono prodotte da chi desidera far soldi e insieme avere pubblicità”. Sprezzante il suo giudizio su Maussan: ”Ha la fama di aver diffuso video di UFO e artefatti alieni sospetti.Troppe volte ha gridato ‘al lupo’, non può essere preso seriamente da chiunque abbia almeno un neurone funzionante.”
Il sito AncientOrigins.net ospita invece l’opinione di una antropologa, Alicia Mc Dermott, che commenta così la notizia: “Coloro che studiano le origini dell’ Uomo con mente aperta possono trovarsi in una situazione nella quale devono comprendere se sorprendenti scoperte siano vere, probabili o false. Ed è importante rimanere curiosi, ma scettici. Tanti inganni sono stati presi come fatti reali nella storia dell’archeologia, ma sono altrettanti o forse di più i reperti screditati solo perché non si adattavano al comune pensiero scientifico. Come dimostra la recente scoperta, antica di 300 mila anni, effettuata in Marocco, la storia dell’umanità è sempre in trasformazione”.
L’antropologa si riferisce ai resti di cinque Sapiens rinvenuti a Jebel Irhoud in uno strato geologico risalente a 280-350 mila anni fa. Eppure, fino ad oggi, si era sempre ritenuto che la comparsa dell’Uomo Moderno fosse databile a circa 200 mila anni fa. Prosegue dunque la Mc Dermott: ”Noi dovremmo mantenere aperta la nostra mente, evitando di saltare subito alle conclusioni riguardo le nuove scoperte, anche quando esse a prima vista sembrano incredibili.”
SABRINA PIERAGOSTINI