Segnali dallo spazio. Segnali “molto particolari”, così li ha definiti l’astrobiologo che li ha individuati e che ora sta cercando di decifrarne la natura. Arriverebbero da un punto relativamente vicino a noi, da una stella denominata Ross 128 che dista dalla Terra 11 anni luce: è una piccola nana rossa, molto più debole del nostro Sole e- per quanto si sa- non ospita pianeti. Le strane emissioni radio sono state captate dall’ Osservatorio di Arecibo, il grande radiotelescopio che si trova a Porto Rico.
Secondo quanto ha scritto Abel Mèndez sulla pagina online dell’osservatorio, insieme ai colleghi ha condotto una campagna di ricerche su alcune nane rosse tra aprile e maggio.”Due settimane dopo queste osservazioni, abbiamo compreso che c’erano alcuni segnali molto particolari nello spettro dinamico di 10 minuti, ottenuti da Ross 128 (GJ 447), il 12 maggio alle 8:53 PM. I segnali consistevano in impulsi non polarizzati quasi periodici a banda larga con caratteristiche di dispersione molto forti. Crediamo che non fossero interferenze di radiofrequenze locali dal momento che sono unici di Ross 128 e le altre stelle osservate immediatamente prima e dopo non hanno mostrato nulla di simile.”
Nella sua nota postata su Phl.upr.edu (il sito del Planetary Habitability Laboratory dell’Università di Porto Rico), Mèndez ha avanzato tre possibili spiegazioni: potrebbero essere brillamenti, ovvero delle eruzioni solari, della piccola stella (2800 volte più debole della nostra); potrebbero essere emissioni di un altro oggetto passato nel campo visivo di Ross 128 oppure scariche provenienti da satelliti in orbita alta. Ma ciascuna di queste ipotesi presenta dei problemi:”Per esempio, i flare solari di tipo II avvengono a frequenze molto più elevate. Inoltre, non ci sono molti oggetti nel campo visivo di Ross 128 e non abbiamo mai visto dei satelliti emettere esplosioni del genere, comuni invece nelle osservazioni delle stelle.”
L’astrobiologo, non senza ironia, ha preso in esame una quarta possibilità per risalire alla fonte di quei segnali insoliti:”Nel caso in cui ve lo stiate domandando, la ricorrente ipotesi aliena è l’ultima di molte altre migliori spiegazioni”. Che tuttavia, come abbiamo visto, per ora comunque non soddisfano i ricercatori. E pur essendo in fondo alla lista, evidentemente l’idea di un segnale inviato da una qualche intelligenza extraterrestre non è stata scartata a priori. Anzi, come Abel Mèndez ha confermato con una mail al sito uk.businessinsider.com, “il gruppo SETI è stato informato.”
Sia il Search for Extra Terrestrial Intelligence sia lo stesso osservatorio di Arecibo sono in prima linea nella ricerca di messaggi lanciati nello spazio da eventuali altre civiltà e sono i più attrezzati per captarli. L’unica in grado di far meglio è la colossale strumentazione voluta dal governo cinese proprio per andare a “caccia” di Alieni: si tratta del FAST, sigla che sta per Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope, il telescopio ad apertura sferica largo 500 metri (attualmente il più grande del mondo) inaugurato nel settembre scorso.
L’enorme disco metallico posizionato tra le montagne del Guizhou, una regione rurale trasformata all’improvviso nel cuore tecnologico della ricerca spaziale cinese, attira turisti e curiosi: a migliaia arrivano fin qui per ammirare la gigantesca costruzione, finita a tempo di record (circa 5 anni) con un costo stimato di 180 milioni di dollari. Con questo mega-telescopio, Pechino ha lanciato la sua sfida alle altre super-potenze, mirando a diventare leader nella ricerca spaziale per le prossime decadi. Ma ad oggi, FAST non lavora ancora a pieno regime e ci vorrà del tempo prima che sia calibrato e perfettamente funzionante.
Sarà dunque il radiotelescopio di Arecibo- secondo oggi per grandezza, con i suoi 300 metri- a tentare di dare una soluzione al mistero di Ross 128. Già in questi giorni, le osservazioni sono riprese, nella speranza di riascoltare gli stessi segnali e di scoprirne, stavolta, l’origine. Anche se, ovviamente, non c’è la certezza di raggiungere l’obiettivo fissato. Al sito britannico, il ricercatore di Porto Rico ha dichiarato: “Sarebbe un successo trovare di nuovo il segnale nel punto esatto della stella. Ma se non lo captiamo più, il mistero si infittisce”.
Anche le “grandi orecchie” del SETI proveranno a mettersi in ascolto. Seth Shostak, l’astronomo più noto e praticamente il portavoce del gruppo di ricerca, ha affermato che potrebbero utilizzare il potente sistema di radiotelescopi multipli Allen, posizionati in California, per fare un controllo. “Ci sono molte chance che si tratti solo di un’interferenza terrestre, è sempre così in questi casi”, ha dichiarato a Business Insider. Eppure, anche Shostak non può negare del tutto l’ipotesi del segnale ET. Ha ricordato infatti un precedente, il famoso “Wow signal!” captato nel 1977 e mai spiegato in modo del tutto esauriente. “Sì, quello è ancora piuttosto bizzarro…”.
SABRINA PIERAGOSTINI