Il mondo accademico risponde e reagisce, dopo le clamorose dichiarazioni di un team di chirurghi, biologi e periti forensi che hanno giudicato reali- ovvero, non manipolati né creati da falsari- gli anomali corpi mummificati scoperti in un luogo non identificato vicino a Nazca, in Perù. A ribattere sono i loro stessi colleghi medici e gli archeologi peruviani, che denunciano: è tutta una pericolosa farsa.
I primi a prendere posizione sono stati gli organizzatori del Congresso Mondiale sugli Studi sulle Mummie, che lo scorso anno si è svolto proprio a Lima. Con un comunicato diffuso sulla loro pagina di Facebook, i firmatari – membri della comunità scientifica nazionale ed internazionale- puntano il dito contro l’irresponsabile campagna di disinformazione che da mesi sta pubblicizzando la supposta scoperta di mummie aliene in Perù.
“I testimoni e le immagini pubblicate permettono di affermare senza alcun dubbio che questi reperti corrispondono a resti umani precolombiani– Patrimonio Culturale della Nazione- maliziosamente manipolati e persino mutilati per ottenere un’apparenza “ad hoc” per il loro sfruttamento commerciale. Inoltre, la mancanza di tutto il contesto archeologico è assolutamente contraria all’ investigazione scientifica nell’ambito dei beni culturali”.
Il “J’accuse” contro Jaime Maussan- il giornalista messicano che sta cavalcando la notizia nei suoi programmi televisivi- e contro gli esperti che hanno avvalorato l’origine non umana di questi reperti misteriosi prosegue nella richiesta alle autorità competenti di adottare misure rigorose nei confronti degli autori di questa frode. “Ci aspettiamo che venga compiuta un’adeguata indagine su questi resti e sul loro luogo di origine, al fine di bloccare il saccheggio e il traffico di resti umani. Inoltre, auspichiamo sanzioni esemplari per i responsabili di questa depredazione del patrimonio che appartiene a tutti i Peruviani e all’umanità.”
Per i promotori di questo comunicato, dunque, chi ha “prodotto” queste mummie ha infranto le leggi, non solo perché ha danneggiato il patrimonio culturale peruviano, in particolare offendendo la cultura andina, ma -alterando ad arte quei corpi- ha anche violato la dignità umana. Dal testo, però, sembra di capire che nessuno dei firmatari abbia analizzato di persona le mummie, né in laboratorio o per lo meno dando un’occhiata di persona, accontentandosi delle immagini diffuse in tv o sul web. Inoltre, viene dato per scontato che si tratti di autentici resti antichi rimaneggiati per scopi commerciali, non si sa sulla base di quali elementi di prova.
Più articolata e puntuale è la contestazione che arriva invece da un accademico, il dottor Rodolfo Salas-Gismondi che lavora per il Dipartimento di Paleontologia dei Vertebrati al Museo di Storia Naturale di Lima e collabora con il Museo di Storia Naturale di New York. Sicuramente, un esperto di ossa antiche. Scrivendo sul sito descreidos.utero.pe, ha preso in esame la mano a tre dita che il team scientifico collegato a Jaime Maussan ha definito- sia nei programmi tv sia durante la conferenza stampa dell’inizio di luglio- formata da sei falangi e anatomicamente corretta e funzionale.
“Sulla base dei raggi X della mano e grazie all’anatomia comparata, identifico le ossa che la compongono e dimostro che:1) la mano è formata da almeno due diversi soggetti umani; 2) ogni dito ha due metacarpi (umani), un’assoluta aberrazione dal punto di vista anatomico ed evolutivo. Questa non è un’opinione, è il risultato di un’analisi anatomico-comparativa. Questo evidente assemblaggio è la prova scientifica che il gruppo di Maussan difende come autentica. L’analisi anatomica mostra che gli scienziati del signor Maussan, tra cui il perito forense messicano Jose de Jesus Salce e il chirurgo peruviano Edson Salazar, non sono in grado di distinguere tra un metacarpo e una falange o non vogliono farlo.“
Secondo il paleontologo, gli esami effettuati dai colleghi sono stati superficiali e sbagliati, perché basati solo sulla posizione delle ossa e non sulla loro morfologia. “La radiografia della mano aliena indica che ogni dito è formato da due metacarpi e quattro falangi, non da sei falangi come indicato dagli scienziati forensi messicani. Queste sono ossa di adulti.” Le altre ossa più lunghe e sottili nel palmo della mano, invece, apparterrebbero a dei bambini:”La piccola dimensione di queste ossa e la morfologia indicano che si tratta di braccia e/o gambe di neonati.” Stessa situazione in un’altra mano “aliena” a tre dita, più danneggiata: anche in questo caso, ai raggi X si vedrebbero due metacarpi per dito e si distinguerebbero una tibia e un’ulna di un bimbo in tenera età.
Anche Salas-Gismondi crede alla reale antichità dei reperti, accettando evidentemente il responso del test del C14 effettuato dall’Università del Messico che ha datato i reperti a svariati secoli fa. Ma questo, per lui, è un’ulteriore prova dell’inganno perpetrato: “Questi risultati sono indicatori del carattere archeologico dei resti utilizzati per la costruzione di questa mano. Anche le modifiche delle mani della mummia Maria (quella di dimensioni maggiori, accovacciata in posizione fetale, N.d.T) sono state prodotte con materiale archeologico, il che dimostra una distruzione sistematica del patrimonio della zona di Nazca. Questa nociva attività può aumentare se si continua a presentare in modo irresponsabile prove false come quella analizzata in questo articolo. Ma l’argomento può diventare ancora più delicato se quelle ossa umane appartengono a scheletri non archeologici.”
Una condanna senza appello, dunque, con contestazioni molto circostanziate. Manca tuttavia, anche in questo caso, un’analisi diretta dei reperti, l’unica forse in grado di dirimere una questione centrale: se di truffa si tratta, come è stata realizzata? come è stato possibile comporre quel puzzle di ossa di diversi individui senza danneggiare la pelle mummificata? quale tecnica è stata utilizzata dai falsari? e sono falsari dei giorni nostri oppure ad intervenire sui quei corpi sono stati soggetti nel passato- per motivi a noi sconosciuti?
Tutte domande alle quali adesso dovranno rispondere tanto gli scienziati che ne contestano la genuinità quanto gli esperti che si sono presentati in conferenza stampa asserendo l’impossibilità di manipolare o costruire quei reperti tanto anomali. Oppure, dovranno dimostrare, in modo più convincente, le loro clamorose affermazioni. A maggior ragione, toccherà l’onere della prova ai due ricercatori- Salce e Salazar- che l’analisi del paleontologo ha così duramente attaccato.
Entro fine mese- secondo quanto ha promesso Maussan- sono previsti gli esiti dell’esame del DNA, che potrebbe dare un responso definitivo. Potrebbe, perché quando il campione da analizzare è antico spesso è impossibile sequenziare l’intero patrimonio genetico. E risultati parziali o lacunosi non basterebbero. Le “mummie aliene” rischiano di rimanere un caso aperto e irrisolto, fonte di polemiche e reciproche accuse. A meno che non spuntino fuori, prima o poi, gli autori della beffa del secolo. Il Ministro della Cultura di Lima, anche lui convinto della frode, ha dato incarico alla magistratura di indagare su eventuali crimini archeologici.
SABRINA PIERAGOSTINI