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Chi ha scritto il misterioso Codice Voynich?

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Enigmatico, controverso e soprattutto intraducibile. Il Codice Voynich è il manoscritto più misterioso della storia, con le sue immagini dipinte che spaziano dalla botanica all’astrologia e quelle parole scritte in una lingua sconosciuta e impenetrabile. Ora, però, uno studioso inglese ritiene di aver capito chi possa averlo composto: sarebbe stato un erudito ebreo vissuto in Italia nel XV secolo.

UNA PAGINA DELL'ENIGMATICO CODICE VOYNICH

UNA PAGINA DELL’ENIGMATICO CODICE VOYNICH

Dopo aver a lungo analizzato il manoscritto, Stephen Skinner– esperto di testi esoterici del tardo medioevo, come quelli del mistico delle corte Tudor John Dee – ha tracciato “l’identikit” dell’autore grazie ad alcuni disegni che abbelliscono le pagine del codice. In particolare, quello che rappresenta una scena singolare: un gruppo di donne nude immerse in una grande vasca ricolma di un liquido verde.

 “L’unico luogo nel quale si potevano vedere tutte quelle donne insieme a quei tempi in Europa era durante i bagni di purificazione in uso tra gli ebrei ortodossi per 2 mila anni”, ha spiegato Skinner al quotidiano inglese “The Guardian”. Si tratta della cerimonia detta mikveh, un’immersione rituale da compiersi dopo il parto o dopo il ciclo mestruale. “Credo che non ci sia altra spiegazione: o quel disegno è una pura fantasia dell’autore che non c’entra nulla con le sezioni del manoscritto dedicate alla medicina, all’erboristica e alla cosmologia, oppure è un mikveh.”

L' ILLUSTRAZIONE DEL CODICE CON LE DONNE CHE FANNO IL BAGNO NUDE

L’ ILLUSTRAZIONE DEL CODICE CON LE DONNE CHE FANNO IL BAGNO NUDE

A fargli propendere per l’origine ebraica del creatore del Codice Voynich, è anche la totale mancanza di simbologia cristiana– fatto insolito nei testi compilati all’epoca, quando l’Inquisizione controllava capillarmente tutte le forme di pensiero e di espressione. “Non ci sono né immagini di santi o di croci, neppure nella parte cosmologica”, ha specificato Skinner. A suo avviso, l’autore era un medico e un esperto di piante, oltre che di stelle e pianeti. “A quei tempi, i dottori dovevano anche essere astrologi, per poter determinare la natura della malattia e poterla curare.”

Ma perché, secondo lo studioso inglese, il manoscritto è stato composto in Italia? A dargli questa convinzione, è un altro disegno che raffigura un castello con le torri merlate “a coda di rondine”. Questo tipo di rinforzi murali era tipico delle fortificazioni ghibelline e si trovavano solo nel centro-nord Italia, all’epoca della contrapposizione tra i sostenitori degli Hohenstaufen di Germania- detti appunto Ghibellini- e quelli del Papato- chiamati invece Guelfi. Molti comuni italiani alleati dell’imperatore svevo avevano una forte minoranza ebrea tra la popolazione.

IL CASTELLO CON I MERLI A "CODA DI RONDINE"

IL CASTELLO CON I MERLI A “CODA DI RONDINE”

Stephen Skinner si dice sicuro all’85% della sua ipotesi, che sarà parte integrante del libro “The Voynich manuscript” in uscita a giorni. Se ulteriori ricerche dovessero confermarla, sarà un punto a favore della teoria che ritiene questo misterioso codice autentico, per quanto indecifrabile, e non una bufala creata nei secoli passati per ingannare i ricchi collezionisti d’arte del ‘500, se non addirittura una truffa realizzata in epoche più recenti utilizzando vere pergamene antiche.

Il Codice Voynich, infatti, ha fatto la sua comparsa meno di un secolo fa, nel 1921, quando fu scoperto dall’antiquario americano di origine polacche Wilfrid M. Voynich- da cui prese il nome- grande amante di libri antichi. Grazie al metodo del C14, il manoscritto medioevale è stato datato tra il 1404 e il 1438. Formato da 102 fogli (pari a 204 pagine) in pelle di capretto, contiene sia un testo sconosciuto sia illustrazioni particolarmente enigmatiche: sembrano trattare la scienza nota all’epoca, come la farmacologia, l’astronomia, la biologia, l’erboristeria. Ma le parole sono scritte in un alfabeto ignoto, composto da 40 simboli,  rimasti illeggibili fino ai nostri giorni, tanto da far supporre che sia solo frutto della fantasia di chi l’ha inventata per gioco o per interesse.

UN'ALTRA ILLUSTRAZIONE DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE

UN’ALTRA ILLUSTRAZIONE DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE

Ma studi recenti sembrano aver escluso questa possibilità. Nel 2013, l’analisi del fisico teorico dell’Università di Manchester Marcelo Montemurro, pubblicata dalla rivista PLOS One, ha evidenziato una complessa organizzazione nella distribuzione delle parole, compatibile con quanto si può trovare nelle lingue conosciute. “Non è facile rigettare il manoscritto come un semplice linguaggio privo di senso, perché presenta una struttura linguistica significativa- spiegava il docente- ed è improbabile che questi schemi siano stati deliberatamente incorporati nel testo come parte di un inganno perché la conoscenza di tali strutture linguistiche non esisteva quanto il manoscritto è stato realizzato”.

In seguito, il professore di Linguistica Applicata Stephen Bax, dell’Università di Bedfordshire (sempre in Gran Bretagna), ha affermato di aver decifrato 14 caratteri e di aver potuto leggere alcune parole, come i nomi delle piante coriandolo, elleboro e ginepro, scritti vicino ai disegni corrispettivi, oltre al termine “toro” accanto alla raffigurazione delle Pleiadi che si trovano appunto nella costellazione del Toro. Dunque, il libro conterrebbe un reale messaggio ancora da decifrare. Ma quale?

LE COSTELLAZIONI TRA LE QUALI COMPARIREBBE LA PAROLA "TORO"

LE COSTELLAZIONI TRA LE QUALI COMPARIREBBE LA PAROLA “TORO”

Secondo il professor Bax, è probabilmente un trattato di scienze naturali, forse scritto in una lingua ormai perduta di matrice mediorientale o asiatica. Anche Stephen Skinner è convinto che il codice contenga autentiche informazioni di un tempo lontano che potrebbero magari svelarci i segreti dell’antica medicina e afferma:“Sarebbe bello se la sezione dedicata alle piante officinali ci fornisse delle cure che abbiamo dimenticato”.

SABRINA PIERAGOSTINI

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