Non sono di questo mondo. Sarebbe questo il risultato sconcertante del test del DNA effettuato su alcuni campioni prelevati dalle cosiddette “mummie aliene del Perù”, emerse misteriosamente dopo scavi non ufficiali in una vasta area di sepoltura vicino a Nazca. A rivelare i dati preliminari e sconvolgenti delle analisi di laboratorio è stato Jaime Maussan, il giornalista messicano che da decenni si occupa di UFO e alieni, anche se non senza qualche brutto scivolone… Ma questa volta, parlando in pubblico al convegno ufologico di Monserrat, in Spagna, è sembrato molto sicuro.
A compiere gli esami, il laboratorio BioTecMol. Dopo circa 3 mesi di lavoro e analisi, ecco la straordinaria conclusione: il 30% circa del DNA è simile al nostro, ma del rimanente 70% non si trova alcuna corrispondenza. Né negli esseri umani, né in altre creature terrestri. Maussan ha mostrato la video-intervista al biologo Ricardo Rangel che ha spiegato nel dettaglio il risultato del test. “Circa 600 mila molecole con una lunghezza approssimativa di 150 nucleotidi sono state ottenute grazie ad un massiccio processo di sequenziamento. Nei quattro campioni che abbiamo studiato, sono state individuate tra il 19 e il 30 per cento di somiglianze con il genoma umano.
Abbiamo tentato una comparazione usando un programma detto BLAST (Basic Local Alignment Search Tool), un database internazionale basato sul genoma umano completo, su altri organismi e più di 2000 microorganismi. Ma non sono state trovate sequenze con significative somiglianze con il genoma umano. Nemmeno hanno mostrato somiglianze con il genoma dei batteri. Le abbiamo comparate con animali come i primati, i coccodrilli, le tartarughe marine per vedere se emergevano similarità e il risultato finora è stato che nell’archivio a nostra disposizione non ce ne sono. Abbiamo ancora molto DNA da sequenziare e ci vorrà almeno da 6 mesi ad un anno.”
I corpi essiccati mostrati in pubblico e sottoposti ad esami sono molto diversi tra di loro. Alcuni sono di dimensioni ed aspetto molto simile al nostro- come “Maria”, la mummia deposta nella tomba in posizione fetale, alta circa 168 centimetri. Altri invece sono molto più piccoli- sui 40/50 centimetri- hanno un aspetto umanoide, ma presentano caratteristiche definite dai ricercatori “tipiche dei rettili”. Tutti i corpi contengono ancora gli organi interni e hanno un’anomalia in comune: hanno tre dita alle mani e ai piedi. Elemento, questo, che ha fatto subito ipotizzare che si tratti di reperti creati ad arte da abili falsari modificando delle antiche mummie, unendo ossa di individui diversi. Una sorta di macabro puzzle.
Il dottor Josè de Jesus Salce, docente di medicina forense, riferendosi alle creature di dimensioni minori, ha spiegato: ”La posizione del foro occipitale è interessante. La base del cranio ha una forma cubica mentre nella maggior parte dei primati, se non è tonda, è almeno ovale. Sarebbe la prima volta che stiamo osservando una specie con un grande foro di forma cubica con angoli squadrati. Il forame magno è collocato esattamente nel mezzo del cranio o nel segmento centrale e non dietro o nel terzo segmento posteriore come di solito avviene.
In un essere umano l’angolo visivo è in media di 140 gradi. Qui, la posizione delle orbite oculari indica la possibilità di una visione più ampia, forse di 180 gradi. La struttura ossea permetterebbe una estensione maggiore di quella umana. La cavità orale evidenzia che c’è una mandibola molto piccola che permette solo di deglutire e non di masticare e vediamo anche della pneumatizzazione- spazi neri, delle trabecule o spazi nell’osso probabilmente pneumatizzati. Rendono il cranio più leggero, ma non di meno diminuisce la sua capacità di resistenza. Ovvero, rimane rigido e resistente anche se è più leggero”.
Per il dottore, quei piccoli corpi non sono frutto di manipolazioni: sono autentici. Ecco perché: “Se è stata fatta un’alterazione mentre erano vivi, vedremmo tracce di interventi chirurgici. Se l’alterazione fosse stata fatta dopo la morte, il tessuto non è più vivo e quindi non si sarebbe rigenerato e non avrebbe recuperato la sua forma: cicatrici e punti di unione sarebbero visibili”. Cosa che, a quanto pare, non si verifica. Ma per quanto riguarda Maria, la mummia più grande, anche lei tridattila?
Il medico esclude che due dita siano state rimosse e che le altre tre siano state combinate in modo da avere tre falangi. Anche in questo caso, per lui, va escluso l’intervento di un falsario. “La lunghezza di ogni osso è specifica”, spiega ”e vedremmo delle tracce se fosse stato modificato, tagliato o aggiunto. Tuttavia, la corrispondenza anatomica tra le singole ossa e la relazione tra di loro determina che non è possibile alterare o falsificare queste mani.”
Al convegno è stato mostrato anche un filmato con l’intervista all’altro medico che lavora nel team promosso da Jaime Maussan e dal sito online www.Gaia.com: Edson Salazar Vivanco, un chirurgo peruviano, ha parlato della mummia priva di testa, anch’essa di piccole dimensioni. “Presenta una sporgenza nella cresta iliaca, assenza di ossa pubiche, clavicola prominente, un solo osso nell’avambraccio mentre nell’uomo ci sono ulna e radio, presenza di ossa carpali e tre falangi in tre dita. Nelle gambe sotto il ginocchio c’è un solo osso al posto di tibia e perone. Nel tarso del piede, un singolo osso collegato a tre falangi. La pelle è in forma di squame ed è porosa al tatto. Sembra la pelle di una lucertola.”
Maussan ha poi ribattuto a chi sostiene che , al massimo, se davvero non si tratta di una truffa colossale, quei corpi appartenevano a persone con particolari malformazioni. Ma-ha detto il giornalista messicano- mentre si conosce la malattia che provoca un numero superiore di dita nelle mani e nei piedi ( la polidattilia), non si conosce alcuna sindrome che comporti la presenza di sole tre dita. Se c’è tanta resistenza nel credere che quelle mummie appartengono davvero a specie sconosciute, ha aggiunto, è solo per paura, perché si dovrebbe riscrivere da capo tutta la nostra storia.
Quale sia la verità, la vicenda delle mummie aliene del Perù non smette di stupire e di sollevare dubbi. Se qualcuno ha fabbricato quei corpi anomali, quando lo ha fatto? e quale tecnica ha utilizzato, se medici preparati e strumentazioni sofisticate non vedono i segni di quella manipolazione? Se invece non sono dei falsi, le domande sono ancora più inquietanti: a quale specie appartengono? da dove arrivano? esistono degli altri esemplari ancora in vita? e dove si nascondono?
Tanti interrogativi ai quali cercheremo di dare risposta al Meeting “Figli delle Stelle” che si svolgerà sabato 21 ottobre a Milano. Adriano Forgione, direttore della rivista Fenix, è in stretto contatto con i ricercatori, in particolare con il gruppo denominato “Alien Project” guidato dall’esploratore francese Thierry Jamin: ospite del convegno, il giornalista ci spiegherà tutte le ultime novità sulla vicenda. Appuntamento dunque il 21 ottobre: per partecipare, cliccate sulla scritta “scopri come prenotare” nel pop-up che si apre nella schermata iniziale del blog www.extremamente.it
SABRINA PIERAGOSTINI