Conta circa 3 mila iscritti in tutto il mondo, esiste dal 1969 e possiede un archivio ricchissimo con migliaia di casi indagati ed analizzati. Stiamo parlando del MUFON, il Mutual UFO Network, con base in Illinois, negli Stati Uniti: probabilmente la più vasta organizzazione al mondo per lo studio degli oggetti volanti non identificati. Curiosando nel sito, si trovano statistiche, immagini e report relativi agli ultimi avvistamenti segnalati in giro per il mondo.
Uno dei più interessanti riguarda la testimonianza raccolta da un investigatore del MUFON in Australia: protagonista, un operaio al lavoro vicino all’ aeroporto di Melbourne che ha visto due oggetti volanti di forma molto allungata passare sopra lo scalo mentre un aereo di linea era in fase di atterraggio. Un presunto impatto sfiorato in cielo, dunque, avvenuto il 10 gennaio 2017 come Roger Marsh, ufologo e direttore della comunicazione dell’associazione americana, spiega nell’articolo alla pagina http://www.mufon.com/ufo-news/australian-airport-maintenance-worker-reports-two-ufos
“Vorrei segnalare un incidente connesso alla sicurezza aerea”, ha dichiarato nel suo resoconto il testimone oculare. “Stavo lavorando sul tetto del Centro Dati di Volo, al 31 di McGregors Drive Keilor East. Alle 10:37 del mattino, un jet di linea neozelandese (un airbus 330 o simile) mi è passato sopra ad una normale altezza di discesa di 100-150 metri, facendo un normale rumore da aereo. Non appena è passato oltre e il picco del rumore è diminuito, ho rigirato la testa verso il condizionatore sul quale stavo lavorando. All’improvviso, il rumore del jet ha iniziato ad aumentare”.
A questo punto, Marsh dà qualche elemento in più sul testimone, pur mantenendo anonima la sua identità. Spiega così che l’uomo in passato ha lavorato per due anni nella torre di controllo dei caccia da combattimento dell’Air Force australiana ed è stato addestrato sul campo. La sua conoscenza dell’aviazione sia civile che militare è dunque superiore alla media. Anche per questo, nel sentire il boato crescere alle sue spalle, si è insospettito e ha alzato di nuovo lo sguardo in alto, rimanendo sbalordito– stando al suo racconto- scoprendo l’origine di questo forte rumore.
“Certamente, nessun velivolo viene autorizzato a volare sulla pista di atterraggio di un aereo civile o nelle sue vicinanze. Il cielo era sereno, senza nubi, ma quello che ho visto è stato difficile da credere. Nella direzione opposta, appena passato il volo neozelandese, ad una quota leggermente superiore, a circa 200-250 metri da me, stavano volando due lunghi filamenti di una specie di plasma (uno sopra l’altro), lunghi 20-30 metri e con un diametro di 0.3-0.5 metri. Erano di color grigio scuro ed erano più o meno veloci quanto l’aereo appena passato, ma si muovevano in direzione opposta.”
L’operaio osserva con attenzione gli strani intrusi e memorizza i dettagli: non sono in acciaio, non hanno una forma cilindrica eppure hanno bordi arrotondati.”Il rumore sembrava quello di un jet in volo, ma non a pieno motore. Mi sono guardato attorno, il cielo era limpido: non c’era nessun altro aereo intorno. Ho avuto una perfetta visuale per 15-20 secondi, poi se ne sono andati e il rumore gradualmente è scomparso. Sono salito nel punto più alto del tetto, ma non sono riuscito a vedere dove siano finiti dopo ”, si legge nell’articolo. L’avvistamento lo lascia stordito, come si evince nella parte finale della testimonianza.
“Dichiaro di essere una persona normale perfettamente sana di mente e il fatto citato è successo. Inoltre, so ovviamente che si potrebbe trattare di una nuova tecnologia altamente classificata, ma ne dubito fortemente visto la sua eccessiva vicinanza al volo commerciale e la sua pericolosità. Anche i piloti del volo della Nuova Zelanda potrebbero aver visto il fenomeno quando si trovavano ad una quota simile, in rotta di collisione. Ancora, potrebbe essere stato registrato sul radar di avvicinamento se si usa conservare le registrazioni per un po ‘di tempo ( lo si faceva in Aeronautica Militare). Se dovesse esserci un’indagine, potete contattarmi. Ero così scioccato che non ho neppure pensato di usare il mio telefonino”.
Il direttore del MUFON per l’Australia, Roger Stankovic, ha cercato di capirne di più e si è rivolto a Ruth Jost, responsabile dell’NCIS (Ufficio Informazioni e Lamentele per il Rumore) dell’Airservices Australia, l’ente che sovraintende all’aviazione civile, chiedendo delucidazioni. La risposta è stata questa: “Grazie per averci segnalato l’avvistamento di un oggetto volante non identificato. C’erano vari aerei in quell’area in quel momento, incluso un velivolo leggero che stava compiendo dei rilevamenti aerofotogrammetrici e potrebbe essere stato visibile dal luogo descritto. Questa è la spiegazione più probabile. Il controllo aereo non ha registrato alcun traffico non identificato.”
Caso chiuso per l’Airservices australiano, ma non per il MUFON che non si è accontentato di questa ipotesi, ritenendola incoerente con quanto descritto dall’operaio al lavoro sul tetto in quella mattina dello scorso gennaio. “Non sono convinto della spiegazione offerta dall’NCIS in quanto l’aereo leggero non giustifica quanto l’uomo abbia visto, mentre sono convinto che il testimone non si sia inventato la storia e che sia attendibile.” Quindi per ora- in attesa di ulteriori sviluppi- quello che quasi un anno fa ha sorvolato indisturbato lo scalo di Melbourne è stato catalogato tra gli oggetti volanti di natura sconosciuta. Un UFO, insomma.
SABRINA PIERAGOSTINI