Niente paura: per ora nessun asteroide ci minaccia e nessun impatto imminente si profila all’orizzonte. Neanche 2002 AJ129- che il 4 febbraio ci passerà accanto ad appena 4,3 milioni di km, oltre dieci volte la distanza Terra/Luna- può turbare i nostri sonni. Però le rocce spaziali che attraversano il sistema solare costituiscono un rischio effettivo, preso seriamente in considerazione dagli studiosi. Non solo perché in passato- milioni di anni fa- questi enormi proiettili vaganti hanno effettivamente colpito il nostro pianeta provocando persino estinzioni di massa, ma anche perché ogni anno dal cielo ne piovono tra le 37 mila e le 78 mila tonnellate. E non sempre è facile prevederne l’arrivo.
Ecco perché gli asteroidi vengono tenuti sotto costante controllo da una rete di telescopi che ne seguono il percorso e (quando si può) ne calcolano il tragitto. NASA, CalTech e altri centri di studio che li monitorano hanno elencato quelli considerati potenzialmente più minacciosi sulla base della loro dimensione e soprattutto delle orbite che li riportano ciclicamente dalle nostre parti e che possono progressivamente variare: nel corso del tempo, gli stessi asteroidi possono infatti avvicinarsi o allontanarsi dalla Terra. E questo implica un maggiore o un minore margine di rischio, come ricorda Keith A. Spencer nel suo articolo per la rivista Salon.com.
È il caso, ad esempio, di 3200 Phaeton (in italiano, Fetonte) che proprio di recente ha sfiorato- in termini astronomici- il nostro pianeta. Un corpo celeste anomalo, responsabile della “pioggia di stelle” che si verifica a dicembre: con un diametro medio di oltre 5 chilometri, quando si avvicina al Sole si surriscalda, la sua superficie si spacca e fuoriesce della polvere. E quelle particelle che cadono periodicamente sulla Terra, bruciando nell’atmosfera, producono le Geminidi, uno sciame meteorico spettacolare. Nel dicembre 2017, Fetonte- caratterizzato da un’orbita molto ellittica- era a 10 milioni di km da noi, tanto che poteva essere osservato con un piccolo telescopio.
Se un giorno dovesse colpire la Terra, le conseguenze sarebbero devastanti. Basti pensare alla baia di Chesapeake, tra Maryland e Virginia, formatasi 35 milioni di anni fa in seguito all’impatto di un asteroide lungo tra i 3 e i 5 chilometri , dunque appena più piccolo di 3200 Phaeton: il cratere – secondo i calcoli dell’US Geological Survay- ha un diametro di un’ottantina di chilometri. Se un asteroide del genere cadesse oggi, probabilmente non cancellerebbe la vita sul pianeta, ma di sicuro provocherebbe danni enormi e centinaia di milioni di morti: l’intero nord America sarebbe inabitabile per molto tempo. Ecco perché la NASA ha inserito 3200 Pheton nella lista delle rocce spaziali potenzialmente a rischio- da tenere d’occhio, insomma.
Decisamente più piccolo, ma altrettanto problematico, è poi 2017 XO2, individuato per l’appunto solo lo scorso anno. Nonostante le sue dimensioni ridotte- circa 100 metri- è stato incluso nella lista degli asteroidi più pericolosi per la frequenza dei suoi passaggi nelle vicinanze del nostro pianeta, con una percentuale di impatto dello 0,002- minima, ma pur sempre più di zero. Lo vedremo dalle nostri parti il 28 aprile 2041, il 29 aprile 2047, il 28 aprile 2053 e così via, ogni sei anni più o meno nello stesso giorno di primavera. La sua traiettoria è stata calcolata dal CNEOS- il Centro di Studi sugli Oggetti Vicini alla Terra- fino al 2111. Se non accade qualcosa di peggio, 2017 XO2 continuerà a ronzarci attorno per migliaia di anni.
L’ancora più bassa possibilità di impatto di 2017 YZ1, pari allo 0,00015 per cento, basta comunque ad assicurargli un posto nell’elenco: infatti, secondo gli astronomi, in termini di percentuale è più facile essere centrati da questo asteroide che vincere alla lotteria… La data per questo potenziale incontro troppo ravvicinato è fissata per il 30 giugno 2047. Ma nel malaugurato caso in cui 2017 YZ1 dovesse davvero colpirci, per lo meno sembra scongiurato il rischio estinzione di massa: la roccia spaziale è grande “appena” 300 metri. Non abbastanza per cancellare la vita sul pianeta, sufficiente però per complicare l’esistenza ai sopravvissuti al cataclisma.
Ultimo solo in ordine di tempo- ma non per potenziale pericolosità- è 2018 AE2: come la sigla fa intuire, è stato scoperto proprio all’inizio di quest’anno. Le sue esatte dimensioni non sono note, ma dovrebbero essere comprese tra 250/570 metri. Anche questo asteroide orbita attorno al nostro Sole e secondo i calcoli tra il 2094 e il 2112 c’è la bassa, bassissima probabilità che precipiti sulla Terra. Ipotizzando un peso di 50 tonnellate e una velocità di 23 chilometri al secondo, l’impatto avrebbe effetti catastrofici, pari a 3200 megatoni: insomma, è come se esplodesse metà dell’arsenale atomico mondiale in un solo istante. Incrociamo le dita…
Per questo secolo e per il prossimo, lo abbiamo visto, le probabilità che un asteroide ci colpisca sono davvero ridotte a numeri decimali. Quindi, niente panico. Ma attenzione: le previsioni sono state fatte a breve termine, solo da qui ai prossimi 100 anni. Nessuno finora ha preso in esame quello che potrà accadere fra 200 , 300 o 400 anni. Sia perché i secoli a venire ci sembrano tanto lontani, specie in prospettiva della durata della vita umana, sia perché anno dopo anno aumenta l’incertezza orbitale. Per valutare la posizione di un asteroide e calcolarne il tragitto in futuro, la precisione è tutto. E un errore di pochi chilometri oggi potrebbe significare la differenza tra il disastro globale e il nulla di fatto domani.
SABRINA PIERAGOSTINI