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“In aprile grandi novità sulle mummie aliene di Nazca”

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 La pelle delle creature di aspetto “rettiliano” e le placche metalliche trovate in alcuni individui: ecco i due ultimi poli di interesse nell’indagine sulle “mummie aliene di Nazca”. Proprio due dei punti sui quali il grande accusatore, Paul Ronceros (Krawix999 sul web)  ha attaccato gli altri ricercatori coinvolti in questo caso spinoso.

UNA DELLE PICCOLE MUMMIE DI ASPETTO SIMILE AI RETTILI

UNA DELLE PICCOLE MUMMIE DI ASPETTO SIMILE AI RETTILI

Nell’intervista a ruota libera concessa al nostro blog, Ronceros infatti sostiene che in realtà la pelle non è altro che una pasta vegetale usata dagli antichi falsari per tenere insieme le parti di differenti animali usate per creare le piccole mummie. Di più: le presunte uova viste ai raggi X nel ventre di una creatura  sono banali sassi di fiume. E per quanto riguarda gli oggetti metallici, dice che sono composti da normalissime leghe note nei secoli passati; Jamin e Maussan non ne parlano perché sanno che non contengono alcun mistero.

Insinuazioni e accuse che l’esploratore francese rispedisce al mittente. “Ancora una volta, non sono queste le conclusioni delle analisi del DNA e del Carbonio 14 eseguite dai laboratori” dice.”Tra qualche settimana inizieremo con nuove analisi su questi “piccoli grigi”. Vogliamo analizzare la loro pelle e le loro ossa. E le uova di Josefina non sono pietre. È impossibile.

I tre oggetti trovati nel suo addome rivelano che sono traslucidi e permettono di vedere le ossa situate dietro di loro. Ciò dimostra che la densità di questi tre oggetti è simile a quella di un osso o di  un uovo. Per esserne sicuri, sarebbe necessario aprire l’addome ed estrarli. Per il momento, ci siamo sempre rifiutati di farlo, per non danneggiare questa entità biologica. Ma senza dubbio, le analisi future procederanno in questo senso.”

NEL DETTAGLIO, IL VENTRE DI JOSEFINA

NEL DETTAGLIO, IL VENTRE DI JOSEFINA

In merito alla pasta vegetale, Jamin invece non nega questa eventualità, ma la contestualizza in un ambito storico-archeologico togliendole la funzione probatoria dell’avvenuta frode. Ecco la sua spiegazione: ”In alcuni di essi, come Victoria o Paul (il più grande esemplare dei tre “Grigi” della cosiddetta  “Famiglia”), possono essere osservati importanti campioni di pelle di tipo rettile simile a quella del serpente. In altri esemplari, però, potrebbe esserci della  “fibra vegetale”. Questo è possibile. Tuttavia, a quando risalirebbe questa fibra vegetale? Sarebbe la prova di una frode moderna? Può essere.

Tuttavia, sappiamo che certe culture, come la cultura dei Chinchorro, nel nord del Cile, praticavano- migliaia di anni avanti Cristo- un processo di mummificazione usando fibra vegetale e fango per la conservazione dei loro morti. La zona dei Chinchorro si trova a sud di Nazca e appartiene alla stessa area culturale. I Chinchorro hanno prodotto le mummie più antiche del mondo. Forse, quelli che hanno eseguito la mummificazione di questi piccoli esseri del tipo “Grigio” hanno usato le stesse tecniche. Quindi, se è una buona fibra vegetale, non significa necessariamente la prova di una moderna truffa. Bisogna restare molto cauti. Le analisi del C14 dovrebbero darci le risposte.”

Così come conferma che gli oggetti metallici fin qui analizzati sono fatti di metalli comuni– c’è ad esempio dell’oro- ma a renderli speciali è la loro funzione, come la già citata protesi all’anca di Albert, che testimonierebbe un intervento chirurgico su un soggetto vivo e non un inserto su un corpo morto o peggio assemblato con pezzi di corpi morti. D’altra parte, Thierry Jamin non nasconde la scarsa stima che nutre per Ronceros/Krawix.

KRAWIX999, ALIAS PAUL RONCEROS, CON ALCUNI REPERTI MUMMIFICATI

KRAWIX999, ALIAS PAUL RONCEROS, CON ALCUNI REPERTI MUMMIFICATI

“Quando Paul Ronceros mi contattò- dice- mi spiegò che si considerava il profeta  più importante del nostro tempo. Ho scoperto che apparteneva a questa setta Alpha y Omega, un’organizzazione più o meno cristiana che mescola storia biblica e ufologia. Oggi, Paul mi sembra un po’ risentito, a causa del fatto che noi dell’Istituto Inkari-Cusco insieme a  Jaime Maussan e Gaia potremmo diffondere questo incredibile caso senza il suo supporto”.

Non solo, sarebbe stato anche lui un tombarolo, almeno- rivela  il ricercatore francese- stando alle confessioni di Mario, colui che ha scoperto il sito archeologico vicino a Nazca. Questo suo passato di saccheggiatore di tesori  pre-ispanici e le sue attuali convinzioni  mistico-ufologiche lo renderebbero un interlocutore poco credibile per Jamin. “A  dire la verità, non mi fido molto delle sue affermazioni. Vogliamo la prova di tutto ciò che dice. All’inizio del 2017, Paul Ronceros affermava che ventisette laboratori, in tutto il mondo, dovevano eseguire analisi del materiale biologico che possedeva. Dove sono i risultati dell’analisi? E cosa dicono? Non lo sappiamo.” Insomma, l’onere della prova spetta a chi accusa e per ora di prove non ce ne sarebbero.

SI ATTENDONO I RISULTATI DEL GENOMA DI MARIA

SI ATTENDONO I RISULTATI DEL GENOMA DI MARIA

Invece, l’esploratore francese promette di portarne presto di nuove. L’appuntamento è per la fine di aprile, a Nazca, per una conferenza multimediale nella quale verranno divulgati gli ultimi risultati emersi dall’analisi del genoma di Maria e dei Grigi. “Inoltre, vogliamo presentare i risultati degli esami del DNA e del C14 di una mano di tre dita molto interessante perchè contiene chiodi in buone condizioni e possiede le impronte digitali. Infine, vogliamo mostrare i risultati dell’analisi di quattro campioni di metallo”.

Avremo la prova che le mummie sono aliene? Jamin smorza così gli entusiasmi: ”Non si può affermare che questi esseri siano di origine extraterrestre. Credo che nessun laboratorio al mondo rischierà di compromettere la sua reputazione dichiarando che queste mummie sono aliene. È impossibile. Inoltre non esiste, per ora,  nessun esempio di DNA alieno da comparare. Secondo me, possiamo solo concludere l’esistenza di specie sconosciute. Ufologi, biologi e altri specialisti trarranno le loro conclusioni.”

Già, ognuno tirerà le somme. Ma con quali conseguenze, anche personali? Se alla fine di questa sequela di analisi, test, verifiche incrociate risultasse evidente che siamo di fronte ad un inganno– antico o moderno, poco cambia- cosa farebbe Thierry Jamin? Dirà la verità, promette, anche a costo di perderci la faccia. “So che per la mia credibilità personale è ovviamente  un grande rischio. Lo so dall’inizio di questa vicenda.

UN ALTRO DETTAGLIO DELLA MUMMIA SOPRANNOMINATA MARIA

UN ALTRO DETTAGLIO DELLA MUMMIA SOPRANNOMINATA MARIA

Ma come cittadino del mondo, dovevo assumermi la responsabilità. Non potevo rimanere in silenzio e mantenere segrete queste informazioni, sapendo che milioni di persone in tutto il mondo cercano queste prove. L’obiettivo dell’Istituto Inkari, fin dall’inizio, era capire se il caso fosse reale o se si trattava di una truffa. Se è una frode, saremo i primi a denunciarla, così come denunceremo gli huaqueros  che avranno commesso crimini, mutilando le mummie umane per creare queste false, presunte mummie aliene. Ma, tuttavia, voglio ripetere che le analisi per ora non vanno in questa direzione e non confermano l’ipotesi di una frode.”

Allora cosa accadrà se- al di là di ogni ragionevole dubbio e contro ogni logica- le mummie di Nazca dovessero rivelarsi autentiche? Se fossero davvero corpi reali di individui che un tempo hanno camminato, respirato, mangiato, insomma vissuto in mezzo a noi? Un’ipotesi impossibile, ad oggi, per la maggior parte delle persone che hanno osservato quelle foto bizzarre sul web, ma se a confermare la loro eccezionalità fossero un giorno dati oggettivi, ripetibili, incontrovertibili? Insomma, se a dirlo fosse la Scienza?

Si aprirebbe uno scenario di portata epocale. Dice Thierry Jamin: “Se il caso fosse reale, le implicazioni mi sembrano così importanti che preferisco lasciare queste considerazioni ad altre persone e ad altri specialisti. È anche una questione personale e individuale. Se le mummie di Nazca sono autentiche, sono per me una grande speranza per l’umanità. Mostrano che non siamo soli nell’universo e che forse non lo siamo mai stati. È tutta un’altra storia …”

SABRINA PIERAGOSTINI

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