Due immagini riaprono il dibattito sulla presenza, attorno a noi, di mezzi tecnologici di provenienza non terrestre. A realizzarle, un astronomo amatoriale. La sera dell’8 maggio, dal cortile di casa sua, ad Aztec, nel New Mexico, ha puntato una camera fotografica verso il cielo notturno per riprendere due galassie lontane. Ma ha catturato anche qualcos’altro…
Nello scatto compare infatti un oggetto misterioso che sembra emanare tre brillanti luci rosse mentre è in rapido movimento. Come racconta il Daily Star, l’uomo ha usato un obiettivo a lunga esposizione. “L’oggetto è apparso in uno dei sub frame (pari ad un decimo di fotogramma), come se avesse attraversato il mio campo di osservazione”, ha dichiarato l’uomo. Le due foto sono state scattate a distanza di alcuni minuti, cosa che fa ipotizzare un’elevata velocità del mezzo immortalato involontariamente.
“Una delle mie foto mostra l’oggetto muoversi durante questa particolare esposizione di 3 minuti”, prosegue infatti il testimone. “Ho continuato a scattare più fotogrammi delle galassie con l’intenzione di cancellare quel frame dal set totale di 15 da sovrapporre in seguito per ottenere l’immagine finale. Ma l’oggetto non è più apparso in nessun altro fotogramma e non ho più visto nulla del genere per tutta la notte. La mia prima impressione è che fosse un satellite o un aereo ad alta quota.”
La spiegazione, dunque, potrebbe essere la più semplice e la più banale: la macchina fotografica ha ripreso le luci di posizione di un normale aereo di passaggio. Ma evidentemente non convinto da questa interpretazione, l’astronomo ha mandato la foto al MUFON, l’organizzazione no profit americana che studia gli avvistamenti UFO, per avere l’opinione dei suoi esperti. L’immagine è stata postata online e ha scatenato subito una ridda di commenti ed ipotesi. La più gettonata? Si tratterebbe di un satellite alieno.
Insomma, lassù qualcuno ci terrebbe sotto controllo osservandoci dall’alto. Un concetto non nuovo, visto che è da decenni che si vocifera della presenza di una sonda di provenienza extraterrestre in orbita attorno al nostro pianeta, nota come “Black Knight”, o Cavaliere Nero, che emetterebbe segnali radio. Il primo a captarli sarebbe stato, alla fine del XIX secolo, Nikola Tesla, lo scienziato serbo trapiantato negli USA. In seguito, a partire negli anni ’30 del secolo scorso, sempre più spesso gli astronomi avrebbero registrato degli strani segnali provenienti proprio dall’enigmatico satellite alieno.
Ma negli anni ’50– quando Stati Uniti e Unione Sovietica iniziarono la loro corsa alla conquista dello spazio lanciando i primi l’ Explorer, la seconda lo Sputnik- aumentò l’interesse per questo oggetto: ne scrissero anche i giornali americani. Dopo aver temuto che fosse un satellite spia russo, il Pentagono tranquillizzò l’opinione pubblica: si trattava solo di “spazzatura spaziale”. Eppure, le immagini riprese nel corso degli anni sembrano raffigurare un oggetto volante di grandi dimensioni e di colore nero, non un frammento aerospaziale.
A rendere particolare il caso di Black Knight era la sua posizione: secondo la informazioni dell’epoca, non solo procedeva in senso contrario alla rotazione terrestre, da est verso ovest, pesava circa 10 tonnellate e procedeva ad una velocità doppia rispetto agli altri satelliti artificiali, ma compiva anche un’orbita polare, utilizzata solo a partire dagli anni ’60 dalle nostre sonde per mappare la Terra e fare rilevamenti topografici. Chi poteva averlo posizionato lì e a che scopo? La risposta la diede un radioamatore che sosteneva di aver captato le comunicazioni del Cavaliere Nero e soprattutto di averle decodificate: era una sonda antica di 13 mila anni, proveniente dal sistema stellare di Epsilon Boötis.
Ma forse la testimonianza più interessante è legata al nome di Gordon Cooper, lanciato nello spazio nel 1963 con la missione Mercury-Atlas 9. Percorrendo la sua ultima orbita terrestre, comunicò di vedere un oggetto che emanava una forte luce verde proprio davanti alla sua capsula. La stazione australiana di Muchea, che tracciava da terra il suo viaggio, raccolse la segnalazione e verificò che l’oggetto si stava muovendo da est verso ovest. La stampa riportò la notizia, ma quando l’astronauta rientrò alla base ai giornalisti fu vietato di fargli domande sull’oggetto misterioso da lui avvistato. E qualche tempo dopo, arrivò la spiegazione della NASA: Gordon Cooper aveva avuto solo un’allucinazione, provocata da alti livelli di anidride carbonica.
SABRINA PIERAGOSTINI