C’è vita nell’universo? Dove e come riusciremo a trovarla? Quali dovrebbero essere le priorità della NASA nel prossimo futuro? Sono domande alle quali sono stati chiamati a rispondere alcuni degli scienziati più autorevoli degli Stati Uniti. A convocarli, la commissione del Senato su Spazio, Scienza e Competitività presieduta dal senatore Ted Cruz- uno dei candidati repubblicani alle ultime elezioni presidenziali- che ha indicato l’obiettivo al quale tendere: bisogna concentrarsi sull’esplorazione spaziale, per mandare uomini e donne alla scoperta di ciò che ci circonda, senza distrazioni.
IL SENATORE AMERICANO TED CRUZ
Seduti di fronte alla commissione si sono cosi ritrovati Thomas Zurbruchen, amministratore del Science Mission Directorate dell’ente spaziale americano, l’astrofisica docente di planetologia del MIT ed esperta di esopianeti Sara Seager, Ellen Stofan (direttrice del Museo Nazionale Air&Space dello Smithsonian di Washington) e David Spergel, professore di astronomia della Princeton University. Il loro compito era dimostrare che la NASA sta spendendo nel modo migliore i fondi destinati alla ricerca stanziati dal Governo, con un budget approvato nel 2017.
I quattro non si sono sempre trovati d’accordo, anzi, hanno espresso a volte opinioni divergenti, ma hanno convenuto nell’esprimere disappunto sul ritardo con il quale sarà pronto il James Webb Space Telescope, un telescopio spaziale dal progetto forse troppo ambizioso, tanto- ha affermato da Seager- da essere forse al di là delle nostre attuali capacità tecnologiche : doveva costare 500 milioni di dollari ed essere lanciato nel 2007, ora si stima che costerà addirittura più di 9 miliardi e inizierà a perlustrare il cosmo solo 2021. Ma quando sarà operativo, potrebbe essere davvero fondamentale per l’individuazione della vita aliena.
UNA RAPPRESENTAZIONE ARTISTICA DEL JAMES WEBB SPACE TELESCOPE
Questa sì sarebbe una scoperta in grado di cambiare per sempre la nostra storia: come ha detto Thomas Zurbuchen, sapere che non siamo soli nell’universo costituirebbe una pietra miliare nel progresso dell’umanità . “É una di quelle domande che- se saremo in grado di trovare una risposta- ricorderemo per sempre perchè comporterà un salto in avanti non solo nella comprensione della natura, ma anche nella comprensione di noi stessi ad un livello che non abbiamo mai raggiunto prima.” E secondo tutti gli esperti ascoltati dal Senato, la NASA si trova in pole position, ossia nelle migliori condizioni per essere la prima a raggiungere l’agognato risultato.
“Grazie a decenni di missioni spaziali, sappiamo come procedere nella ricerca della vita su Europa, Encelado e naturalmente su Marte e Titano”, ha assicurato la Stofan. Va da sè: in forma elementare, non certo intelligente. Quando gli astrobiologi parlano di vita potenzialmente presente sul Pianeta Rosso o sulle lune di Giove e Saturno ricoperte di ghiacci ,intendono solo batteri o altri microorganismi. Per scovarli nel sistema solare, è stata appena messa a punto una particolare strumentazione di cui saranno dotati nell’imminente futuro i rover mandati in esplorazione: sarà capace di individuare sequenze di DNA a singolo filamemento sui cromosoni.
LA SCOPERTA DI VITA ALIENA SEMBRA UN OBIETTIVO RAGGIUNGIBILE
Anche se al momento- ha detto la Seager- non possediamo alcuna prova che esista la vita al di fuori della Terra, la scoperta sembra più vicina che mai. “Siamo la prima generazione in grado di trovarla. Sappiamo che la vita è tenace, si diversifica e sa adattarsi ad ogni condizione“, ha aggiunto la Stofan. “E visto che le condizioni presenti qui sono comuni anche altrove nel sistema solare, è altamente improbabile che essa esista solo sul nostro pianeta”. Ma stabilire se ci sia effettivamente o no, ovviamente, cambierebbe tutte le carte in tavola. Ad ogni livello.
Nuove scoperte scientifiche sono possibili solo se la tecnologia fa progressi. E la tecnologia, anche quella apparentemente più lontana, ha sempre ricadute importanti nella vita quotidiana di tutti noi. Come nel caso, ad esempio, del GPS, inventato per tracciare il percorso dei satelliti e poi diventato di uso comune. “Quando proviamo a fare cose molto difficili, come abbiamo fatto ai tempi della missione Apollo, quando cerchiamo di rispondere a domande molto complesse, quello è il momento in cui spingiamo in avanti la tecnologia“, ha affermato la direttrice del Museo di Washington.”E direi che quando la tecnologia va avanti, vanno avanti anche la società e l’economia“.
LA VITA POTREBBE ESISTERE IN ALTRI LUOGHI DEL SISTEMA SOLARE
La ricerca della vita extraterrestre, per tutti questi motivi, appare essere la priorità della NASA e degli altri istituti scientifici statunitensi. Ma al governo USA non interessano solo batteri e microorganismi. Lo scorso maggio, la Camera dei Rappresentanti ha proposto di stanziare fondi per 10 milioni di dollari in due anni ad uno scopo ben preciso: individuare le cosiddette “tecnofirme” aliene, ovvero tracce scientificamente dimostrabili di tecnologia- passata o presente- di origine extraterrestre. Insomma, attribuibili ad altre civiltà evolute. La legge attende ancora di essere approvata, ma il fatto stesso che sia stata proposta fa capire che qualcosa sta davvero cambiando.
SABRINA PIERAGOSTINI