Che fare in caso di contatto alieno? Nulla. L’eventualità non viene nemmeno presa in considerazione dalle Autorità, essendo estremamente improbabile da un punto di vista scientifico, e non ci sono piani o protocolli da seguire. Questa è la risposta data poche settimane fa dal governo tedesco ad un deputato dell’opposizione, Dieter Janecek, che chiedeva appunto quali fossero le procedure previste se mai una civiltà extraterrestre si facesse viva. Ma come la Germania, neanche le altre Nazioni sono preparate a questa evenienza. Niente di più sbagliato, secondo Nick Pope.
Pope ha lavorato per anni, dal 1985 fino al 2006, per il Ministero della Difesa del Regno Unito. In particolare, negli anni ’90 ha indagato sugli avvistamenti UFO segnalati da semplici cittadini e forze dell’ordine, al fine di verificare pericoli per la sicurezza nazionale. Il progetto è stato ufficialmente sospeso a partire dal 2009: da allora, il MoD ha progressivamente reso pubblici migliaia di file, una volta coperti da segreto, raccolti in decine di anni negli Archivi ministeriali. Dopo aver lasciato il suo “posto fisso”, Nick Pope ha iniziato la carriera di relatore internazionale in qualità di esperto di UFO.
In queste vesti è stato intervistato dal quotidiano Express, che gli ha chiesto un parere sulla risposta data dal governo di Berlino. “Mi ha interessato, ma non mi ha sorpreso, vedere che la Germania non abbia piani ufficiali per intervenire in caso di un incontro con gli Extraterrestri”, ha detto l’ex funzionario. “Ma neppure il Regno Unito ce li ha, né nessun altro, e penso che questo sia un grave errore. Quando si suggerisce di elaborare un piano, ci sono due tipi di reazioni: gli scettici dicono che è una perdita di tempo, i teorici del complotto sostengono che il piano esiste già, ma il governo non ce lo dice.”
Pope è certo che il suo Paese di origine- ora vive in California- sia privo di un protocollo di azione, perché in quel caso la persona incaricata di scriverlo sarebbe stato proprio lui. Cosa che sarebbe pronto a fare anche subito, con chi ne fosse interessato, perché ritiene che trovarsi faccia a faccia con gli Alieni sia lo scenario dall’ impatto più elevato che si possa immaginare. Prudenza vorrebbe che- per quanto l’ipotesi appaia remota- il governo sia comunque pronto e sappia come agire: l’ufficio di gabinetto, su mandato del consigliere scientifico e del ministero della Difesa, dovrebbe coordinare il lavoro.
D’altra parte, continua Nick Pope, sono possibili tre diverse situazioni: potremmo captare segnali intelligenti provenienti dallo spazio, scoprire forme di vita elementare entro i confini del sistema solare oppure assistere all’arrivo di un’astronave o di una sonda al di fuori della Terra. Tutte e tre le ipotesti presentano un livello di rischio e notevoli criticità. “Alcune delle questioni che andrebbero affrontate in un piano includono il potenziale pericolo biologico costituito dalla vita extraterrestre e la questione se sia il caso o no di rispondere ad un messaggio inviato dagli Alieni- e se sì, chi dovrebbe farlo e cosa dovrebbe dire”, avverte.
La fiction ha già più volte immaginato le potenziali, devastanti conseguenze di un contatto con una biologia diversa dalla nostra: l’ultimo ”mostro” creato da Hollywood è la creatura marziana onnifaga e indistruttibile di “Life-Non oltrepassare il limite”. E sulle difficoltà di comunicazione tra noi e una razza aliena che rischiano di sfociare in un conflitto armato è basato un altro film di successo, “Arrival”. Quello dell’inevitabile incomprensione, infatti, è un altro punto delicato, sottolinea Nick Pope.
”Cosa accadrebbe se ricevessimo un messaggio da un’altra civiltà ma non sappiamo decifrarlo? Dovremmo comunque renderlo pubblico?”, si domanda. La sua risposta è un altro invito alla prudenza. “Dato che potrebbe contenere avanzate informazioni di natura scientifica e tecnologica che qualcuno potrebbe utilizzare a scopi militari, probabilmente no. Ma esistono già spezzoni di indicazioni che possono guidarci in questo percorso.”
Ad esempio la NASA, ricorda, ha elaborato una serie di istruzioni per proteggere il pianeta da una potenziale contaminazione extraterrestre. Eppure, non basta. Per l’esperto di UFO si sta facendo ancora troppo poco, mentre invece servirebbe una legislazione vincolante, su scala nazionale e internazionale: un documento unico, condiviso dagli Stati del mondo, in grado di coprire tutti gli aspetti più insidiosi che la scoperta più importante di sempre- non siamo soli nell’Universo- potrebbe comportare.
SABRINA PIERAGOSTINI