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“Le mummie aliene di Nazca patrimonio dell’Umanità”

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Le “mummie aliene di Nazca” entrano nel Parlamento di Lima. Il deputato Armando Villanueva Mercado ha infatti presentato un disegno di legge per dichiarare quei controversi reperti patrimonio di interesse storico e culturale. Se la sua proposta verrà accolta, il Ministero della Cultura e il Consiglio Nazionale della scienza e della tecnologia finanzieranno la ricerca finora portata avanti da gruppi privati, come l’Istituto Inkari-Cusco diretto dal francese Thierry Jamin , e il sito americano Gaia.com, con il quale collaborano il giornalista messicano Jaime Maussan e lo studioso russo Konstantin Korotkov.

LA RICOSTRUZIONE IN 3D DELLA MUMMIA DI DIMENSIONI MAGGIORI

LA RICOSTRUZIONE IN 3D DELLA MUMMIA DI DIMENSIONI MAGGIORI

Nella sala del Congresso della Repubblica del Perù, all’incontro promosso da Villanueva qualche giorno fa, c’erano anche loro. Per quasi 5 ore hanno illustrato i risultati degli esami scientifici compiuti su quei corpi bizzarri, chiamati Josefina, Alberto e Victoria (quelli alti appena 60 centimetri), Wawita (un bimbo dalla testa molto allungata) e Maria (di dimensioni normali, circa 168 centimetri), molto diversi per aspetto tra di loro, ma tutti con una caratteristica comune: tre dita alle mani e ai piedi. Medici forensi, genetisti, biologi  di diverse nazionalità hanno spiegato cosa hanno stabilito i test effettuati nell’ultimo anno e mezzo in laboratori internazionali. Test che ne confermerebbero sostanzialmente l’autenticità.

Impossibile riassumere gli interventi dei vari specialisti che hanno preso la parola, dobbiamo procedere per sommi capi. Il dottor Raymundo Salas Alfaro, un radiologo, ad esempio ha spiegato cosa rivelano i raggi X effettuati sul corpo del bambino: si è scoperto che non contiene più gli organi interni e che alcune dita sono state tagliate per renderlo tridattilo- probabilmente, a scopo rituale- ma queste mutilazioni risalirebbero a 750 anni fa. Inoltre, presenta un volume cranico del 19% superiore a quello di un bambino di età compresa tra i 6 e gli 8 mesi. Esattamente come Maria, la mummia trovata in posizione fetale (rannicchiata, con le braccia strette alla ginocchia) e che  ha sollevato scalpore per il suo aspetto.

IL CRANIO DELLA MUMMIA SOPRANNOMINATA MARIA

IL CRANIO DELLA MUMMIA SOPRANNOMINATA MARIA

“La sua testa è allungata e ha tre dita alle mani e ai piedi, è una creatura tridattila”, ha detto il medico. “Il volume cranico è di 1650 centimetri cubi, il 19% in più di un cranio normale che è di 1400. Tutte le sue grandi articolazioni sono intatte. I giunti alle spalle, ai fianchi, alle rotule non sono stati manipolati. Le mani e i piedi di Maria conservano la loro anatomia, non ci sono tracce di mutilazioni o alterazioni.” È questo un punto centrale, perché fin dalla prima presentazione in pubblico di questo corpo anomalo, la comunità scientifica e gli scettici hanno obiettato che si tratti di una vera mummia antica manipolata da falsari con ossa provenienti da altri cadaveri. Eventualità che il dottor Salas Alfaro ha di fatto escluso categoricamente.

Nel suo intervento, la dottoressa colombiana Clara Inès Martinez, esperta di genetica forense, ha poi aggiunto:”Mani e piedi di Maria sono stati analizzati da un laboratorio in Sri Lanka ed è stato determinato che non hanno corrispondenza con l’Homo Sapiens. Il DNA parziale non corrisponde con quello umano. Tutti i corpi presentano un DNA uniforme, ovvero non sono stati manipolati.” Altri test avrebbero appurato che, al momento della morte (sembra per cause naturali) , Maria aveva poco più di 40 anni, presentava uno schiacciamento della settima vertebra dorsale e una lesione al polmone.

UN DETTAGLIO DELLA MANO CON TRE DITA DELLA MUMMIA

UN DETTAGLIO DELLA MANO CON TRE DITA DELLA MUMMIA

Ancora maggiori polemiche hanno destato, al loro apparire, i corpi di dimensioni ridotte con caratteristiche simili ai rettili, eppure dall’aspetto antropomorfo. Un “puzzle” formato da parti di diversi animali, hanno sempre sostenuto coloro che non credono alla autenticità di questi resti. Ma ancora una volta, gli esperti incaricati dall’Istituto Inkari-Cusco hanno smentito l’ipotesi dell’assemblaggio. Anzi, come ha ribadito il medico forense Josè de Jesus Zalce, i corpi non presentano alcuna traccia che dimostri l’intervento di un falsario. “Sono campioni biologici, funzionali nella loro anatomia, con fisionomia naturale. È probabile che si tratti di una specie nuova o sconosciuta, con un ordine biologico evolutivo unico e distinto da quelle già note e dalla specie umana”, ha affermato.

I piccoli esseri presentavano usura alle articolazioni, prova che hanno vissuto e camminato. Oltre alle tre famigerate dita, presentano altri elementi molto strani: hanno cavità oculari molto ampie, che avrebbero permesso una visione a 180 gradi (un po’ come le lucertole), presentano un collo retrattile,  sono prive di padiglioni auricolari e nella minuscola bocca non ci sono denti né labbra. Le ossa poi sono cave, ma estremamente dure. In un esemplare- quello soprannominato Josefina- c’erano alcuni piccoli oggetti tondeggianti: solo sassi di fiume per i detrattori, uova a diversi stadi di maturazione invece per i ricercatori. Anzi, una di esse conterrebbe una struttura simile ad un feto, o meglio, trattandosi di creature simili agli anfibi, ad un girino…

NEL VENTRE DI JOSEFINA, CI SAREBBERO DELLE UOVA FECONDATE

NEL VENTRE DI JOSEFINA, CI SAREBBERO DELLE UOVA FECONDATE

In questa mattinata di discussione, è stato anche sottolineato- a sostegno della veridicità di questa scoperta- che le scansioni realizzate con la TAC e con la risonanza magnetica in 3D hanno confermato che muscoli, ossa, vasi sanguigni, legamenti, cartilagini, pelle si dimostrano coerenti da un punto di vista anatomico e fisiologico e presentano una relazione diretta tra la loro posizione e la loro funzionalità. Ovvero: non sono arti o pezzi di corpi diversi combinati insieme a posteriori, ma fanno parte di corpi reali, di singoli individui unici e irripetibili.

Inoltre, i campioni esaminati, pur avendo un’età variabile, sono tutti antichi di secoli se non di millenni- una mano tridattila avrebbe addirittura 7 mila anni– e molti presentano una porzione limitata di geni uguali a quelli umani, in percentuale a volte inferiore al 30 per cento.  “Non possiamo dire categoricamente che siamo di fronte a due nuove specie perché mancano ancora degli approfondimenti per quanto riguarda le proteine e determinati geni”, ha chiarito la dottoressa Martinez. “Ma la cosa importante è che la maggior parte delle specie che condividono così poco con l’uomo appartengono, per lo più, agli invertebrati. Ed è qui che vedo un punto interrogativo.”

LA TESTA DI JOSEFINA

LA TESTA DI JOSEFINA

Un’esposizione lunga, dettagliata, circoscritta. E impressionante per la grande quantità di dati prodotti e di esami effettuati. Ma lo sforzo non ha smosso di un millimetro gli scettici. All’incontro non ha partecipato il Ministero della Cultura,  c’erano però vari esponenti del mondo accademico, in particolare archeologi, i più critici. E irremovibili su un punto: nessuno ha autorizzato quegli scavi (opera di tombaroli), nessuno sa dove siano avvenuti. Insomma, si tratta di una indagine archeologica illegale, visto che è stata condotta senza la supervisione del Ministero. Per questo, le conclusioni degli esperti presentate al Congresso non possono essere accolte.

Gli archeologi contestano l’impossibilità di conoscere il contesto in cui quei corpi si trovavano- corredi funerari, abiti, suppellettili e così via- e l’area geografica del ritrovamento. A loro avviso, indipendentemente dagli esiti degli esami, più che ad una scoperta siamo di fronte ad un crimine– saccheggio e traffico illecito di reperti. Questa è la posizione, ad esempio, di Johnny Isla, responsabile del Sistema di Gestione per il Patrimonio Culturale di Nasca e Palpa. In una lettera al quotidiano peruviano El Comercio, tuttavia ha scritto: “La conoscenza scientifica si basa su prove ottenute da procedure e analisi che soddisfano il rigore e la serietà delle discipline coinvolte. Se la comunità scientifica nazionale decide di intraprendere un progetto per sottoporre queste mummie ad una valutazione rigorosa, il Consiglio Nazionale della scienza e della tecnologia  potrebbe sostenere questa iniziativa, purché soddisfi tutti i requisiti di qualità accademica ed etica scientifica.”

IL DEPUTATO PERUVIANO VILLANUEVA MERCADO

IL DEPUTATO PERUVIANO VILLANUEVA MERCADO

Esattamente quello che chiedono da mesi Thierry Jamin e Jaime Maussan: il coinvolgimento diretto delle autorità peruviane. Cosa fino ad oggi impossibile, per espressa volontà degli esperti del governo che, a priori, senza neanche esaminare di persona i reperti, li hanno da subito bollati come falsi. Ora la mole di dati scientifici presentata in pubblico richiede, da parte loro, un passo indietro. O meglio, un passo in avanti verso la conoscenza condivisa. Serve uno sforzo comune per coinvolgere la comunità scientifica internazionale, per approfondire la ricerca e determinare, in modo incontestabile, l’origine e la natura di questi reperti. Se mai dovessero essere confermati, questi risultati avrebbero ovviamente un’enorme importanza. Lo ha detto il deputato Villenueva Mercado: “Credo che, date le prove, queste mummie abbiano molte possibilità di essere dichiarate patrimonio storico e culturale non solo del Perù, ma dell’intera umanità.”

SABRINA PIERAGOSTINI

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