Di fiction sui dischi volanti ne abbiamo viste tante. Ma questa è diversa, perché vuole raccontare le origini del fenomeno UFO con un approccio quasi storico, sulla base di documenti e fatti reali svelando come il Governo americano, fin dall’inizio, abbia cercato di insabbiare e nascondere le informazioni, negando credibilità a centinaia di testimoni affidabili. È la storia del Project Blue Book, il programma segreto lanciato da Washington nel 1952 e chiuso ufficialmente nel 1969, diventato ora una serie tv.
La prima puntata è andata in onda negli Stati Uniti l’8 gennaio su History Channel– ancora non sappiamo quando sarà trasmesso in Italia. Lo ha prodotto un pezzo da novanta di Hollywood: Robert Zemeckis, lo stesso che da regista ha firmato successi come la trilogia di Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump e Cast Away. Noti al grande pubblico anche gli interpreti principali, come Aidan Gillen (“Ditocorto” Petyr Baelish nella saga de Il Trono di Spade) e Michael Malarkey (Enzo St. John nei Vampires Diaries). Il primo interpreta il professor Joseph Allen Hynek, l’astrofisico che venne coinvolto nel progetto dai vertici militari come consulente per spiegare gli avvistamenti sempre più frequenti nei cieli americani, da molti considerato il padre della moderna ufologia.
Nella fiction come nella realtà, il professor Hynek aderisce all’iniziativa con l’entusiasmo del ricercatore che intende far chiarezza su un fenomeno che da scienziato ritiene stimolante. Cerca la verità. Va di persona ad intervistare coloro che hanno visto sfere luminose sfrecciare a mezz’aria e dischi metallici in movimento o che hanno avuto incontri ravvicinati sconvolgenti, allo scopo di capire cosa stia accadendo. Presto però si accorge che l’intento dell’Aeronautica militare del suo Paese è diverso: la priorità è smontare i casi, sminuirne l’importanza, screditare i testimoni, dare risposte rassicuranti per evitare a tutti i costi l’isteria di massa.
“Il governo doveva rispondere al fatto che piloti militari, quelli di aerei di linea commerciali, agenti di polizia, insomma persone addestrate a osservare, avevano visto oggetti nel cielo che non riuscivano a spiegare”, ha dichiarato il produttore esecutivo della serie tv al sito LiveScience.com, David O’Leary. “Ma come mostra Project Blue Book, Hynek arriva ad una spiacevole consapevolezza: la sua curiosità scientifica sugli UFO è in contrasto con l’agenda del governo che vuole piuttosto nascondere quegli eventi che pur non rivelandosi una minaccia sfuggono ad una chiara spiegazione.”
Malarkey interpreta invece un personaggio inventato, il capitano Michael Quinn, un militare che affianca Hynek nelle sue indagini sul campo e che è ispirato alla reale figura di Edward J. Ruppelt, il capitano dell’USAF che lavorò effettivamente nei progetti governativi incentrati sugli Oggetti Volanti Non Identificati, prima il Grudge e poi il Blue Book. Ruppelt affermò che obiettivo non dichiarato, ma evidente, di questi studi era screditare il fenomeno UFO e giustificare gli avvistamenti sempre in termini convenzionali, anche a costo di spiegazioni illogiche e impossibili, anche quando tutto dimostrava il contrario, sulla base di un presupposto di partenza: “noi non crediamo ai dischi volanti”.
Erano gli anni della Guerra Fredda, della contrapposizione dura tra le due Super Potenze durante la quale, da ogni lato della Cortina di Ferro, si sperimentavano nuove armi per mantenere il primato. Washington credeva che gli UFO fossero l’ultimo stratagemma sovietico, inventato per spiare o semplicemente per seminare il panico tra la popolazione e quindi riteneva indispensabile – per motivi di sicurezza nazionale – parlarne il meno possibile e riportare i casi noti all’opinione pubblica nell’alveo dei fenomeni naturali o dell’errore di valutazione. Eppure, nonostante tutti gli sforzi, dei circa 12 mila avvistamenti indagati dal Blue Book, ben 700 sono rimasti senza spiegazione plausibile. Anche oggi, a decenni di distanza.
Molte delle segnalazioni provenivano da piloti, tanto militari che civili, che si erano imbattuti durante il volo in qualcosa di incomprensibile. Il fatto stesso che a riferire queste storie assurde fossero persone abituate a mantenere i nervi saldi e addestrate a riconoscere tutto ciò che si può incontrare in aria in qualsiasi condizione climatica, rendeva difficile liquidare i racconti come pure allucinazioni collettive. Per questo, il professor Hynek prese molto seriamente il compito di svelare la reale natura di quegli oggetti misteriosi, rimandendo deluso dall’esito finale del progetto: nel 1969, il Blue Book dichiarò ufficialmente chiusa l’indagine sugli UFO perchè non costituivano un pericolo per la sicurezza nazionale e non vi era prova che fossero il prodotto di una tecnologia sconosciuta.
La fiction di History Channel, ovviamente, non è un documentario e quindi mescola ai fatti accertati e ai personaggi reali anche molti elementi di fantasia e procede come un thriller, con tanti colpi di scena. Ma l’impianto, dicevamo, è strutturato su documenti ufficiali. “Quando alla fine c’è un avvistamento di massa da parte di testimoni credibili che si spinge fino a coinvolgere anche il presidente, arrivi al punto da dire:”Be’, è innegabile!” Ed è anche storicamente accurato”, ha dichiarato un altro produttore della serie, Sean Jablonski, che ha aggiunto: “Gli UFO sono un mistero ancora irrisolto. Una volta che apri la tua mente all’idea del fenomeno UFO, devi anche domandarti: chi è che li comanda? E allora bisogna parlare di vita aliena.”
SABRINA PIERAGOSTINI