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L’antica scienza hindù scatena nuove polemiche

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Migliaia di anni fa, in India si praticava già l’inseminazione artificiale, le gravidanze in vitro era una realtà e si conoscevano nozioni molto più avanzate e precise in ambito fisico di quelle attuali. Dichiarazioni sorprendenti, per non dire sconcertanti, per gli appartenenti al  mondo accademico indiano. Perché a farle sono stati dei loro colleghi nel corso di un convegno scientifico, dal quale hanno dovuto subito prendere le distanze. Ma ormai la notizia aveva fatto il giro del mondo.

IL PROFESSOR RAO

IL PROFESSOR RAO, DOCENTE DI CHIMICA INORGANICA

Ne hanno parlato Newwsweek, Al Jazeera, The Guardian e The Australian– solo per citate alcuni giornali internazionali. Tutti hanno ripreso le affermazioni di Gollapalli Nageshwar Rao, vice rettore della Andhra University e docente di chimica inorganica. Di fronte ad un pubblico di giovani studenti e scienziati che partecipavano al 106° congresso annuale promosso dall’associazione scientifica indiana, il dottor Rao ha affermato che gli antichi sapessero padroneggiare le tecniche più avanzate nel campo della fecondità sulla base di quanto si può leggere nei testi hindu. Solo miti, per la maggior parte degli studiosi; verità della scienza per Rao.

Nel poema epico Mahabarrata, si narra la storia di Gandhari, moglie del leggendario re Dhritarashtra, che venerava il santo Vyasa. Così, grazie alla sua devozione, vide realizzato il suo desiderio: poter avere 100 figli. Ma dopo due anni, diede alla luce un pezzo di carne senza vita. La donna era disperata, eppure seguendo le indicazioni divine suddivise quel corpo inerte in 101 parti: da lì, le venne promesso, sarebbero nati 100 maschi e una femmina. Li pose all’interno di 101 giare e aspettò. Due anni dopo, i contenitori vennero aperti e all’interno c’erano altrettanti bambini che crebbero belli e forti, diventando i mitici Kaurava.

I MITICI KAURAVA

I MITICI KAURAVA

Ecco la dimostrazione, per il professore, che gli antenati dei moderni indiani sapessero già far nascere i bambini in laboratorio. “Abbiamo 100 Kaurava da una sola madre grazie alla ricerca sulle cellule staminali e alla tecnologia in vitro”, ha detto. “È accaduto qualche migliaio di anni fa. Questa era la scienza del nostro paese. Il Mahabarrata afferma che 100 ovuli vennero fertilizzati e posti dentro 100 vasi di terracotta. E questi non sono forse figli in provetta? La ricerca sulle cellule staminali esisteva in questo paese migliaia di anni fa.”

Non solo. Il docente, davanti al pubblico sempre più incredulo, ha continuato  il suo intervento spiegando che i medesimi testi della tradizione indiana provano anche altre conoscenze scientifiche considerate moderne. Ad esempio, già a quei tempi era possibile comandare armi in grado di colpire l’obiettivo, distruggerlo e poi tornare indietro. Praticamente,  missili teleguidati. Vishnu stesso ne possedeva: i Veda li chiamano Vishnu Chakra. E un altro demone, Ravana, si spostava nel cielo dell’antica India utilizzando aerei: secondo i testi hindu, ne possedeva 24 tipi diversi e i suoi aeroporti si trovavano nell’odierno Sri Lanka. E dei Vimana- i mezzi volanti delle divinità hindu – sono pieni i resoconti in sanscrito.

IL DEMONE RAVANA A BORDO DEL SUO CARRO VOLANTE

IL DEMONE RAVANA A BORDO DEL SUO CARRO VOLANTE

A dar man forte al vice rettore, c’è stato poi anche un altro relatore. Kannan Jegathala Krishnana, ricercatore presso il dipartimento di Ingegneria elettrica dell’Università Victoria, a Melbourne, ha definito errate tanto la teoria della relatività di Albert Einstein quanto la teoria della gravità di Isaac Newton e la teoria dei buchi neri di Stephen Hawking. Perché? Perché lo spazio coincide con l’energia e quindi  per spiegare il movimento dei pianeti del cosmo basta la forza esercitata dallo spazio=energia. “Sono un fisico migliore di ognuno di loro, perché le mie ricerche daranno risposta a tutte le domande di fisica”, ha detto con poca modestia al giornale Indian Express.

Apriti cielo… Il mondo scientifico indiano ha subito condannato queste dichiarazioni. “Non condividiamo questi punti di vista e prendiamo le distanze. Tutto ciò è sgradevole. C’è seria preoccupazione di fronte a simili  affermazioni da parte di persone con posizioni di responsabilità”, ha dichiarato Premendu P. Mathur, il presidente dell’Indian Scientific Congress Association. Dura anche la reazione della Breakthrough Science Society, un’organizzazione benefica con scopi educativi:” Le affermazioni scioviniste sull’antica India sono state fatte davanti a menti giovani e impressionabili“, ha commentato il portavoce, riferendosi al fatto che Rao aveva parlato nella parte  della conferenza alla quale hanno preso parte i bambini.

UN ANTICO TESTO DELLA TRADIZIONE INDIANA

UN ANTICO TESTO DELLA TRADIZIONE INDIANA

 “I versi puranici e l’epica sono poemi, piacevoli, ricchi di elementi morali e pieni di fantasia, ma non contengono teorie scientifiche comprovate.  La ricerca sulle cellule staminali, la fecondazione in vitro, la scienza dei missili, la teoria della relatività, la meccanica quantistica si sono sviluppate in un processo”, prosegue la nota della società benefica indiana. “È importante notare che nessun traguardo può essere raggiunto senza un rilevante fondamento teorico scientifico. La costruzione di missili teleguidati richiede elettricità, metallurgia, meccanica, radar, ottica, sensori di movimento, comunicazioni wireless e non ci sono prove dell’esistenza di questi pilastri di base nella conoscenza scientifica dell’Antica India.”

Eppure, i due professori universitari sono in buona compagnia, quando pensano e dicono che i testi della tradizione indiana, come i Purana e i Veda,  contengono nozioni scientifiche moderne, se non addirittura più avanzate di quelle a noi oggi note. In passato, si sono espressi in questi termini grandi personalità pubbliche: il premier Narendra Modi, nel 2015, ha sostenuto- con i libri antichi alla mano- che in passato in India si praticava già con successo la chirurgia plastica, mentre lo scorso anno il ministro dell’Educazione, Satypal Singh, sempre citando le medesime fonti, ha detto che la teoria Darwiniana è sbagliata. Il ministro della Scienza Harsh Vardhan ha poi dichiarato che i Veda celano nozioni superiori alla teoria della relatività di Einstein.

UN ESEMPIO DI VIMANA

UN ESEMPIO DI VIMANA

In questo, hanno l’appoggio di alcuni ricercatori, al lavoro in laboratori e centri di studio universitari, impegnati a riprodurre le “invenzioni” di cui si parla nell’antica tradizione indiana, dai già citati Vimana (che avrebbero volato anche nello spazio, come le più fantascientifiche astronavi) ai materiali misteriosi dalle caratteristiche straordinarie con cui queste macchine mirabolanti erano costruite oppure alimentate. Seguendo le istruzioni dei testi in sanscrito, ingegneri e chimici avrebbero già creato leghe metalliche sconosciute in grado di resistere alla corrosione o di risultare invisibili ai radar.

Ricerche alle quali danno ampio spazio i ricercatori alternativi e gli scrittori appassionati della Teoria degli Antichi Astronauti, come l’italiano Enrico Baccarini che ha attentamente analizzato Purana e Veda in questa chiave, convinto che gli Dei dell’antica India- Deva e Asura- non  figure del mito, ma esseri reali dotati di tecnologie iper-avanzate. Quegli studi portati avanti in alcuni atenei indiani sulla base dei testi sacri, però,  non solo non lasciano  traccia nelle pubblicazioni scientifiche in Occidente, ma a quanto pare provocano indifferenza o peggio imbarazzo da parte degli stessi scienziati indiani. Che oggi se ne dissociano apertamente.

SABRINA PIERAGOSTINI

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