Una palla di fuoco che sfreccia nel cielo, quando è ancora giorno. Centinaia di testimoni e tante telecamere hanno colto il momento in cui l’ennesima roccia spaziale in caduta libera è entrata nell’atmosfera terrestre sopra la città di Krasnoyarsk, in Siberia. La meteora ha attraversato l’orizzonte da un lato all’altro, luminosa e rumorosa, lasciando dietro di sé una scia giallo-verde. E negli ultimi quattro mesi, da queste parti, di episodi del genere se ne sono verificati molti, forse troppi…
Chi, il 6 aprile, ha assistito alla scena- riporta il quotidiano in lingua inglese The Siberian Times- ha creduto di vedere precipitare un aereo in fiamme. Qualcuno, invece, ha pensato che si trattasse di un UFO, per la traiettoria quasi orizzontale dell’oggetto in movimento. Sono stati momenti di grande paura, eppure il fenomeno è stato anche tremendamente affascinante. Dopo qualche istante, l’oggetto è esploso: molti hanno udito il forte boato. I frammenti dovrebbero essere precipitati nella regione di Irkutsk. In quelle stesse ore, poi, una meteora è caduta anche nella zona di Samara, sempre in Russia. L’esplosione ha fatto tremare le finestre.
Solo il 15 marzo scorso, alle 19.30, altri testimoni impauriti avevano vissuto un’esperienza simile. L’oggetto celeste si è spezzato in due emettendo un fortissimo bagliore. Pochi giorni fa, è stato individuato il punto esatto dell’impatto. Lo ha trovato una spedizione condotta dall’Istituto di Geochimica e Chimica Analitica di Mosca in una zona impervia e difficilmente raggiungibile, vicino al piccolo villaggio di Uchami: il meteorite ha trapassato uno strato di ghiaccio alto un metro lungo un corso d’acqua, la Podkamennaya Tunguska, e il frammento si è conficcato nel letto del fiume. Nella prossima estate, una nuova missione russo-finlandese cercherà di recuperarlo per sottoporlo ad analisi.
Secondo gli scienziati, la roccia era piuttosto piccola- aveva un diametro di un metro- e non era particolarmente veloce. Nulla a che vedere, dicono, con quella di Chelyabinsk che nel febbraio 2013 scatenò il panico, provocando 1200 feriti e molti danni nella città siberiana: il meteorite, lungo circa 20 metri, aveva liberato un’energia pari a 440 kilotoni. Eppure, gli abitanti di Uchami hanno avuto comunque paura: hanno prima visto un flash accecante e poi udito una forte esplosione, mentre il pavimento delle case e le finestre tremavano. “Credevo ci fosse stato un incidente aereo”, ha detto al Siberian Times una testimone.
Quest’ultimo bolide è precipitato a soli 400 chilometri dal luogo in cui il 30 giugno 1908 si verificò il famoso “Evento di Tunguska”, dalla dinamica non del tutto chiara. Un’area di oltre 2 mila chilometri quadrati di bosco venne praticamente rasa al suolo da una colossale esplosione che scatenò un’energia- si è calcolato- pari a 185 volte la bomba atomica di Hiroshima e che produsse un bagliore visibile a centinaia di chilometri di distanza. Distrusse all’istante 80 milioni di alberi e uccise non si sa quanti animali selvatici: furono rinvenute migliaia di carcasse. Nessuno dei pochissimi abitanti della zona, però, riportò conseguenze
Secondo l’ipotesi più accreditata, ad esplodere fu un asteroide o più probabilmente una cometa, forse addirittura di 40 o 50 metri di diametro. Per spiegare la mancanza di un cratere di impatto e di frammenti, gli esperti sostengono che l’oggetto esplose prima di toccare terra, a 5/10 mila metri dalla superficie. L’attrito con l’atmosfera lo avrebbe frantumato, poi l’immenso calore lo avrebbe vaporizzato: la catastrofica onda d’urto così generata piegò i fusti degli abeti come se fossero steli d’erba. La terra fu scossa come se si fosse scatenato un sisma di 8 gradi sulla scala Richter.
Molto meno mostruosa, ma sempre estremamente pericolosa, anche la roccia spaziale che ha raggiunto la nostra atmosfera lo scorso 18 dicembre, ancora una volta sopra la Siberia. Se non ha provocato conseguenze drammatiche è solo perché il meteorite è scoppiato in mille pezzi sull’acqua gelata dello Stretto di Bering, il braccio di mare che separa la punta estrema della Russia dall’Alaska. Ad accorgersi del fenomeno, TERRA, il satellite della NASA puntato sul nostro pianeta per studiarne il clima, e quello giapponese Himawari, che hanno elaborato e diffuso le immagini.
L’oggetto, secondo le stime dei ricercatori, aveva un diametro di almeno 10 metri e un peso di 1500 tonnellate. È entrato nell’atmosfera terrestre ad una velocità di circa 115 mila chilometri orari. È esploso a 25 chilometri dalla superficie del mare e ha prodotto 173 kilotoni di energia (10 volte la bomba di Hiroshima). Alla BBC, Lindley Johnson, dell’ufficio di coordinamento della difesa planetaria della NASA (il PDCO) ha affermato che bolidi del genere cadono solo 2 o 3 volte ogni cento anni. Eppure, ne sono già arrivati due dal 2013 ad oggi. E sempre nella stessa zona del mondo.
Ma perché sempre- o molto spesso- in Siberia? Semplice: perché è enorme. La regione copre il 10% della superficie totale del pianeta (il 57 % di quella della Russia). Quindi è statisticamente più probabile che i meteoriti, inclusi quelli più devastanti, precipitino qui. Ma anche se non ce ne rendiamo conto, la Terra è quotidianamente colpita da frammenti provenienti dallo spazio. Per la maggior parte sono piccoli e si polverizzano: ogni giorno, ne cadono 100 tonnellate- praticamente, siamo ricoperti di polvere e granelli spaziali. Più raramente raggiungono il suolo oppure, per nostra fortuna, finiscono in mare.
SABRINA PIERAGOSTINI