Il Pentagono americano studia e continuerà a studiare gli UAP, ovvero i fenomeni aerei non identificati. Lo scrive il New York Post, citando una dichiarazione rilasciata in esclusiva per il quotidiano americano da colui che l’articolo definisce “il portavoce del Dipartimento della Difesa” Christopher Sherwood. Ma qui da noi, in Italia, scoppia il caso: è solo una fake news, il portavoce non mai parlato di astronavi aliene e chi lo scrive fa disinformazione, riprendendo un giornale scandalistico. Cerchiamo allora di capire, partendo proprio dalla lettura della fonte e contestualizzando la notizia, se siamo di fronte ad una bufala oppure no.
Nel dicembre 2017, abbiamo scoperto che il Governo americano non ha mai smesso di interessarsi dell’avvistamento di strani oggetti volanti segnalati nei suoi cieli. Ufficialmente, tutte le indagini si erano interrotte- con un nulla di fatto- nel 1969, con la fine del progetto Blue Book. Invece, utilizzando fondi neri stanziati dal Senato, qualche anno fa il Pentagono ha promosso il cosiddetto Programma Avanzato di Identificazione delle Minacce Aerospaziali (AATIP). Un termine vago, è vero, ma i video- originali e mai smentiti dal Pentagono- sono invece piuttosto chiari. I filmati pubblicati dal New York Times (una testata molto autorevole) che mostrano i caccia americani all’inseguimento di sfere in volo ad altissima velocità hanno fatto il giro del mondo. Apparentemente, quel progetto- si diceva- non aveva ricevuto più finanziamenti dal 2012.
Ma forse le cose non stanno così. Forse, usando programmi diversi e altre risorse (sempre non a bilancio?), Washington ha continuato a monitorare il fenomeno, lo sta facendo tuttora e lo farà anche in futuro. Questo è il senso delle parole di Christopher Sherwood. Lavora al Pentagono in qualità di addetto stampa per l’ufficio del Sotto Segretario dalla Difesa e, in esclusiva per il reporter del New York Post Steven Greenstreet, Sherwood ha fatto questa dichiarazione (virgolettata nell’articolo e quindi, ipotizziamo, testuale): “L’AATIP ha condotto ricerche e investigazioni su fenomeni aerei non identificati” .
Nell’orginale inglese, le parole usate sono “unidentified aerial phenomena”. Chiunque abbia letto un po’ dell’argomento, sa che il termine UAP viene utilizzato in ambiti ufficiali al posto del troppo screditato UFO. Che, a sua volta, non significa (lo ribadiamo una volta di più…) “astronave aliena” o “disco volante”, ma banalmente e semplicemente ogni mezzo o oggetto che vola e che non si riesce a capire cosa sia. Spesso, molto spesso, UAP e UFO vengono poi spiegati come fenomeni atmosferici o astronomici, prototipi segreti, satelliti, errori di interpretazione, scherzi e via dicendo. Ma non tutti. Ci sono anche UAP/UFO che rimangono senza spiegazione logica– proprio come quelli ripresi dalle telecamere agli infrarossi nei video del Pentagono- e che ovviamente suscitano preoccupazione da parte di chi deve garantire la sicurezza di una Nazione.
Ecco allora cosa dichiara Christopher Sherwood: “Il Dipartimento della Difesa si preoccupa da sempre di mantenere un’identificazione certa di tutti gli aeromobili nel nostro ambiente operativo, nonché di identificare qualsiasi potenziale straniero che possa rappresentare una minaccia per la patria”. La dichiarazione virgolettata prosegue poi così: “ Il Dipartimento continuerà ad indagare, attraverso le normali procedure, le segnalazioni di velivoli non identificati incontrati dagli aviatori militari statunitensi al fine di garantire la difesa della Nazione e la protezione contro la sorpresa strategica degli avversari del nostro Paese.”
“Una notizia-bomba”, ha subito commentato Nick Pope, l’ex consulente del Ministero della Difesa Britannico che dagli anni ’90 fino al 2006 ha studiato gli oggetti volanti non identificati per il Governo di Sua Maestà. “Le precedenti dichiarazioni ufficiali erano ambigue e lasciavano la porta aperta alla possibilità che l’AATIP si occupasse semplicemente di minacce aeronautiche di ultima generazione prodotte da aerei, missili e droni, come sostenevano gli scettici. Questa nuova ammissione chiarisce che hanno davvero studiato quello che il pubblico chiamerebbe UFO”, ha detto Pope che ha anche sottilineato come il termine UAP sia stato inventato proprio dal suo ufficio, al ministero della Difesa britannica, per evitare imbarazzi.
Gli ha fatto eco John Greenewald Jr. , creatore del sito web The Black Vault che mette a disposizione di tutti migliaia di documenti declassificati del governo USA sulla questione UFO e su altri misteri. Anche per lui, l’utilizzo da parte dell’addetto stampa del termine “fenomeni aerei non identificati” è senza precedenti . “Sono scioccato che abbiano detto così, proprio perché hanno fatto di tutto per non dirlo. Per questo credo che sia una affermazione piuttosto forte, perché ora abbiamo prove concrete – prove ufficiali – che hanno dichiarato: ‘Sì, l’AATIP ha trattato casi di UAP, fenomeni, video, foto, qualsiasi cosa‘”.
La speranza per Greenewald ora è che il Pentagono non si fermi qui, ma avanzi in questo processo di apertura diffondendo maggiori informazioni sulle indagini finora svolte. Potrebbe essere un gesto di buona volontà, spontaneo, oppure potrebbe essere imposto dagli obblighi di legge, quelli del FOIA- il Freedom Of Information Act, sulla libertà d’informazione– che nel mondo anglosassone vincola gli uffici governativi a rilasciare copia dei propri atti amministrativi su richiesta di un semplice cittadino. “Ma comunque siamo un passo più vicini alla verità“, ha detto il creatore di The Black Vault.
Non ha voluto commentare la notizia pubblicata dal New York Post, invece, l’ex senatore Harry Reid, il principale promotore dell’iniziativa che ha portato allo stanziamento di 22 milioni di dollari all’anno per sostenere gli studi dell’AATIP. Un’iniziativa che ha rivendicato con orgoglio– “è una delle cose positive che ho fatto nel mio mandato parlamentare”, aveva dichiarato in passato. Ma probabilmente Reid è al corrente che l’analisi di quel problema di sicurezza nazionale non è mai cessata, dato che ad aprile, in un’ intervista concessa a Joe Murgia (www.ufojoe.net), in merito alla possibilità che ci siano altri programmi di indagine sugli UFO tenuti nascosti al pubblico, aveva risposto: “Dovrebbero esserci”.
Di fake, nella notizia del Post, non c’è nulla, a meno che non si scopra che la dichiarazione attribuita a Sherwood non sia mai stata rilasciata- e non abbiamo ancora trovato smentite a proposito. C’è una forzatura nel titolo, c’è un’imprecisione nella qualifica (portavoce del Pentagono, anzichè addetto stampa dell’Ufficio del Sottosegretario alla Difesa), ma il resto- ovvero il fatto che le agenzie governative USA indagano e continueranno ad indagare con attenzione tutto ciò che vola nei loro cieli ed è di natura ignota– non è falso. Soprattutto alla luce di un’altra notizia, molto recente e molto chiara a proposito.
All’inizio di maggio, i vertici della Marina Militare hanno ammesso l’introduzione di una procedura adottata per segnalare l’avvistamento di mezzi volanti anomali da parte dei loro piloti. E non è un caso: era un top-gun della US Navy l’ex comandante, David Fravor, che ha raccontato a giornali e tv di aver inseguito-senza successo- uno di quegli oggetti ripresi dai video del Pentagono. Un tic-tac lungo 15 metri, lo ha descritto lui, senza ali, senza motori, senza apparenti mezzi di propulsione, con caratteristiche di volo che sembravano violare le leggi della fisica in termini di massa, inerzia, gravità. “Mai visto in vita mia nulla del genere”, ha detto più volte. Un video che nessuno finora ha dimostrato essere un falso. Un oggetto volante che nessuno finora ha identificato. Dunque, un UFO.
SABRINA PIERAGOSTINI