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Missione Starshade, alla ricerca di pianeti alieni

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Alla ricerca di pianeti alieni, con il parasole… In futuro, le missioni a caccia di mondi potenzialmente abitabili (o già abitati) potrebbero essere  caratterizzate dalla presenza di una particolare struttura (equivalente ad un ombrellino per ripararsi dai raggi solari) da usare per schermare la luce troppo intensa delle stelle e favorire il lavoro di indagine dei telescopi spaziali. Missioni oggi solo in fase di studio, ma che nel giro di qualche anno potrebbero essere realizzate.

LO STARSHADE APERTO E IL TELESCOPIO SPAZIALE

LO STARSHADE APERTO E IL TELESCOPIO SPAZIALE

Il termine usato in inglese è Starshade ( “Parastelle” o qualcosa del genere) e fa riferimento ad una sonda spaziale dotata di una raggiera di petali: una volta aperta, si presenta come un’enorme corolla, piatta e sottile, in grado di bloccare la luce delle stelle e di far ombra al telescopio ad essa connesso. L’astronave parasole dovrebbe precederlo di almeno 40 mila chilometri, volando in sincrono.

In questo modo, potrebbero essere visti e fotografati anche i pianeti più piccoli, i gemelli della Terra, che oggi invece scompaiono nel bagliore emesso dagli astri. Però un progetto del genere ancora non è previsto nei piani della NASA, proprio perché richiede competenze complesse e una precisione estrema. Infatti, affinché il meccanismo funzioni, i due veicoli spaziali dovrebbero essere allineati in modo incredibilmente esatto, con uno scarto massimo di 1 metro.

Una distanza che nello spazio, fatte le debite proporzioni, diventa millimetrica.  “Se i parastelle fossero ridotti alla dimensione di un sottobicchiere, il telescopio avrebbe le dimensioni di una gomma da matita  e sarebbero separati di circa 100 chilometri. Ora, immaginiamo che quei due oggetti stiano fluttuando nello spazio. Entrambi stanno sperimentando spinte e attrazioni da parte della gravità e di altre forze e a quella distanza stiamo cercando di mantenerli entrambi allineati precisamente entro circa 2 millimetri”, ha spiegato in un comunicato a Livescience.com Michael Bottom, ingegnere del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA a Pasadena, in California.

BLOCCANDO LA LUCE STELLARE, LO STARSHADE RENDE VISIBILI TUTTI I PIANETI

BLOCCANDO LA LUCE STELLARE, LO STARSHADE RENDE VISIBILI TUTTI I PIANETI

Tuttavia, leggeri difetti nell’allineamento potrebbero essere rilevati e aggiustati da una telecamera sistemata all’interno del telescopio spaziale. Una piccola quantità di luce stellare infatti fuoriuscirà sempre attorno alla corolla di petali, formando uno schema di luce e ombra sul mirino: se questo motivo dovesse spostarsi dal centro, la telecamera si accorgerebbe del mancato allineamento. Ecco perché secondo Bottom, per quanto molto impegnativa, questa è una sfida che possiamo vincere. Dopo aver realizzato una simulazione al computer,  è convinto che questa tecnica possa funzionare.

“Anche su queste enormi distanze, possiamo percepire un cambiamento nella posizione dello Starshade fino a un pollice”, ovvero 2 centimetri e mezzo appena, garantisce l’ingegnere. E ora al Jet Propulsion Laboratory fervono i preparativi. Un collega di Bottom, Thibault Flinois, sta elaborando con la sua squadra gli algoritmi e le formule varie per stabilire- sulla base delle informazioni ricavate dalla simulazione al computer- quanta energia dovrà dare ai suoi propulsori la sonda parastelle per mantenere  la posizione  allineata. Secondo i progettisti della NASA, dunque, le missioni Starshade sono fattibili. E presto saremo in grado di spedire nello spazio l’astronave  che scherma la luce con il telescopio annesso e di mantenerli in linea fino ad una distanza di 74 mila chilometri.

LA RICERCA DEI PIANETI ALIENI CONTINUA...

LA RICERCA DEI PIANETI ALIENI CONTINUA…

“Questo per me è un bell’esempio di come la tecnologia spaziale diventa sempre più straordinaria basandosi sui suoi precedenti successi”, ha dichiarato Phil Willems, direttore delle attività dello Starshade Technology Development della NASA. L’idea del parastelle nasce infatti da uno strumento già in uso, chiamato coronografo, installato su vari telescopi come ad esempio il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO che si trova in Cile. Si tratta di un meccanismo che blocca la luce ultra luminosa delle stelle e permette l’osservazione dei pianeti meno visibili. Ma in questo caso,  è già incorporato. Nel prossimo futuro, invece, ci sarà il lancio coordinato di Starshade e telescopio. Alla ricerca di nuovi mondi alieni.

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