I video del Pentagono sono veri? Sì. La loro divulgazione è stata autorizzata? No. In estrema sintesi, è questo il tenore delle dichiarazioni rilasciate dal portavoce della Marina Militare degli Stati Uniti, la US Navy, al sito The Black Vault che ha chiesto chiarimenti sui filmati diffusi a partire dal dicembre 2017 e che mostrano l’inseguimento da parte di piloti militari di oggetti volanti dalle prestazioni strabilianti. Qualcuno ne aveva messo in dubbio la provenienza, altri ipotizzavano che fossero immagini prodotte dalla deformazione dei dati digitali ripresi dalle strumentazioni a bordo o che ci fosse una qualunque altra manipolazione. Eventualità escluse dalle affermazioni ufficiali della Marina USA.
IL. VELIVOLO MISTERIOSO IMMORTALATO DAL VIDEO “GIMBAL”
Una conferma importante. Non a caso, la notizia è stata subito rilanciata in Italia dal CUN, nel corso del Simposio di San Marino che si è svolto nel week-end tra il 14 e il 15 settembre. Lo stesso CUN, lo scorso anno, aveva ospitato l’uomo chiave di questa vicenda, colui che con le sue prime ammissioni ha “scoperchiato il vaso di Pandora” e ha reso nota l’esistenza di un programma segreto, sovvenzionato dal Congresso, per studiare le potenziali minacce aerospaziali- ovvero, i velivoli di natura sconosciuta che entrano nello spazio aereo statunitense. «Il Centro Ufologico Nazionale informa che la US Navy ha dichiarato come autentici i video “FLIR1,” “GIMBAL” e “GO FAST” presentati al pubblico a Roma il 27 ottobre 2018, da Luis Elizondo, oggi direttore del Programma Speciale di To The Star Academy», recita il comunicato stampa diffuso in questi giorni.
Elizondo, infatti, dopo le sue dimissioni dall’AATIP (Advanced Aerospace Threat Identification Program)- che dice di aver guidato fino all’ottobre 2017- è entrato a far parte di questa public benefit corporation che si prefigge come obiettivo di analizzare, spiegare e divulgare le tecnologie “esotiche” che si celano dietro questi avvistamenti misteriosi. To The Star Academy ha postato quelle tre clip, indicando sul suo sito che rappresentano «…la prima prova ufficiale rilasciata dal Governo degli Stati Uniti che può essere legittimamente considerata una credibile, autentica conferma che i fenomeni aerei non identificati (UAP) sono reali». Ma ora, le risposte che la US Navy ha dato alle domande rivolte dal fondatore di The Black Vault, John Greenewald Jr, in parte convalidano e in parte smentiscono questa perentoria affermazione.
LUIS ELIZONDO, A DESTRA, INSIEME A TOM DELONGE E VLADIMIRO BIBOLOTTI (AL CENTRO) A ROMA NEL 2018
«La Marina definisce gli oggetti contenuti in questi video come fenomeni aerei non identificati», ha detto Joseph Gradisher, portavoce ufficiale del Vice Comandante delle Operazioni navali per le Informazioni belliche. Interrogato sul perché la US Navy utilizzi il termine UAP e non UFO, Gradisher ha aggiunto:«La terminologia “fenomeno aereo non identificato” è usata perché fornisce una descrizione essenziale per avvistamenti/osservazioni di oggetti/velivoli non autorizzati/non identificati che sono stati visti entrare/operare nello spazio aereo di vari campi d’addestramento controllati dai militari.» Tuttavia, la Marina afferma di non aver mai autorizzato la diffusione al pubblico di quei tre famosi video, come già dichiarato in passato anche dal Pentagono, su domanda esplicita di Greenewald Jr., negando quanto dichiarato da TTSA in merito alla declassificazione.
«I video non sono mai stati ufficialmente rilasciati al pubblico da parte del Dipartimento della Difesa e dovrebbero essere ancora trattenuti», è l’opinione espressa dalla portavoce del Pentagono, Susan Gough, che non ha celato un certo fastidio per la diffusione di informazioni ritenute, evidentemente, sensibili e comunque da mantenere riservate, ristrette in ambito militare. Posizione ribadita da Gradisher. Anche lui, rispondendo alla medesima domanda di The Black Vault, ha dato praticamente le stessa secca risposta: «Non abbiamo mai rilasciato quei filmati per il pubblico.» Non solo, le dichiarazioni del portavoce della Marina sembrano in contraddizione con altri documenti ufficiali ottenuti e pubblicati dal sito americano.
UNO DEI VELIVOLI MISTERIOSI RIPRESI DAI PILOTI DELLA US NAVY
Si tratta di una serie di e-mail recentemente diffuse, sulla base del Freedom of Information Act (FOIA), dall’Ufficio del Segretario alla Difesa (OSD): sedici pagine di corrispondenza elettronica tra l’uomo dell’Intelligence militare che ha diretto lo studio segreto sugli UAP e l’Ufficio preposto alle revisioni di sicurezza delle informazioni sia “a rilascio pubblico che controllato” denominato DOPSR (Defense Office Prepublication and Security Review). In una di queste lettere, Elizondo giustificava la sua richiesta di autorizzare l’utilizzo dei tre video solo per uso del Governo americano scrivendo: «Veicoli aerei senza equipaggio (palloni, UAV commerciali, droni privati come quadricotteri, eccetera) continuano a costituire una potenziale minaccia alle strutture, agli equipaggi e alle sedi del Dipartimento della Difesa. Esercito, Marina e Aeronautica hanno tutti riconosciuto la loro potenziale minaccia, ma non esiste un unico repository NON CLASSIFICATO per condividere queste informazioni tra tutti i soggetti interessati.»
UN ALTRO FOTOGRAMMA TRATTO DAI VIDEO DIFFUSI DAL DICEMBRE 2017
Elizondo chiedeva dunque un database UNCLASSIFIED, o una Community of Interest, con dati accessibili per tutte le parti coinvolte- come la DIA, la Marina, i partner dell’industria della Difesa e «forse anche le autorità statali, locali e tribali per catalogare e identificare le specifiche minacce alla sicurezza nazionale». Mai, in queste e-mail, vengono usati termini come UFO, UAP o le parole “non identificato”. Lo stesso emerge anche da un altro documento ufficiale, nel quale Elizondo-riferendosi ai video- parla esclusivamente di UAV (Unmanned Aerial Vehicle, veicoli aerei senza equipaggio) e UAS (Unmanned Aerial System, sistemi aerei senza equipaggio). In merito a questa discrepanza, Gradisher ha detto: «La Marina non commenta e non può controllare come soggetti o organizzazioni civili possano o non possano descrivere gli oggetti nei video in questione. La Marina li definisce come fenomeni aerei non identificati.» Per ora, invece, Luis Elizondo non ha risposto alla richiesta di chiarimenti.