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C’è un pianeta con le condizioni ideali per ospitare la vita, ma nonostante i ripetuti segnali inviati per cercare un contatto con i suoi abitanti, da lì non è arrivata nessuna risposta. Allora, gli scienziati decidono di indagare più a fondo e spediscono una sonda robotica su un asteroide che orbita nelle vicinanze di quel mondo lontano. E aspettano, in attesa di scoprire l’esistenza di forme di vita intelligenti. Non è la trama di un nuovo film di fantascienza, ma quello che potrebbe essere accaduto  in un momento qualsiasi della lunga storia della Terra, secondo un nuovo studio.

GLI ALIENI POTREBBERO OSSERVARCI DI NASCOSTO GRAZIE A SONDE ROBOTICHE

GLI ALIENI POTREBBERO OSSERVARCI DI NASCOSTO GRAZIE A SONDE ROBOTICHE

Decine di migliaia se non di milioni di anni fa, una civiltà dello spazio non troppo distante da noi, nella Via Lattea,  potrebbe aver iniziato a spiare cosa accadeva sul nostro pianeta azzurro prima ancora che l’Uomo si evolvesse o comunque fosse in grado di comunicare, lasciando una traccia di questo monitoraggio a distanza. È la speranza di James Benford, un fisico che collabora con il SETI. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica “The Astronomical Journal” (“In cerca di spioni: Co-orbitali osservabili dal SETI”) ha preso in esame la possibilità di trovare prove di tecnologia aliena avanzata su uno dei corpi rocciosi che orbitano attorno al Sole alla stessa distanza della Terra.

I più noti sono i due asteroidi co-orbitali chiamati 3753 Cruithne e 2002 AA29.  “Sostanzialmente, i co-orbitali girano attorno al Sole al nostro stesso ritmo e sono molto vicini a noi”, dice il ricercatore. Di queste rocce si sa ancora poco. La prima è stata scoperta nel 1997: ad oggi, però, se ne conoscono già una quindicina e altre potrebbero essere individuate in futuro. L’ultimo in ordine di tempo è il quasi-satellite 2016 HO3 , chiamato anche “il compagno più vicino della Terra”, che si trova ad una distanza pari a 38 volte quella della Luna. Secondo la NASA è bloccato in questa configurazione stabile che durerà ancora per molti secoli. Ecco perché Benford considera questo tipo di asteroidi un posto perfetto per collocare un dispositivo di sorveglianza aliena.

L'ORBITA DELL'ASTEROIDE 2016OH3

L’ORBITA DELL’ASTEROIDE 2016HO3

Sì, ma chi potrebbe essere interessato ad una tale attività di “spionaggio galattico”? Dovrebbero essere i vicini della stella accanto… Oggi, parliamo di Alpha Centauri, distante “appena” 4,37 anni luce. Ma- spiega Benford- ogni mezzo milione di anni circa, una stella arriva a meno di un anno luce da noi. Quindi, negli ultimi 4,5 miliardi di storia del nostro sistema solare, si sono avvicinati centinaia e centinaia di astri– con i loro potenziali pianeti. Certo, se la sonda è stata inviata all’inizio della formazione della Terra, i ficcanaso alieni hanno osservato solo il moltiplicarsi di batteri o poco più. Se le spie robotiche sono giunte più tardi, magari hanno assistito alla fine dei dinosauri. Ma forse, sono ancora lassù, su un asteroide co-orbitale.

“Stiamo essenzialmente parlando di archeologia extraterrestre”, ha spiegato a Livescience.com il fisico che suggerisce di osservare i co-orbitali terrestri con i telescopi ottici e radio, nonché di utilizzare il radar planetario inviando un segnale nello spazio a qualsiasi civiltà che possa essere ancora in ascolto. Inoltre, si potrebbero lanciare dei piccoli veicoli spaziali verso gli asteroidi co-orbitali. Una missione relativamente economica e semplice. La Cina, tra l’altro, ha già annunciato che il prossimo aprile intende inviare una sonda proprio su 2016 HO3.

C'È CHI IPOTIZZA CHE SUYLLA LUNA CI SIANO TRACCE DI TECNOLOGIA ALIENA

C’È CHI IPOTIZZA CHE SULLA LUNA CI SIANO TRACCE DI TECNOLOGIA ALIENA

C’è poi, ovviamente, anche l’opzione Luna, in assoluto il posto più comodo da cui tenere sotto controllo il nostro pianeta. L’idea è già stata avanzata, in passato, da Paul Davies, noto fisico e astrobiologo dell’Università dell’Arizona, che non ha escluso la possibilità di individuare tecno-firme, ovvero resti di tecnologia aliena,  sulla superficie del nostro satellite. James Benford non ne è molto convinto perché, dice,  ogni punto della Luna resta nell’oscurità per due settimane e una potenziale sonda aliena dovrebbe fermarsi in attesa di ricaricarsi con l’energia solare. Tuttavia, entrambi si sono contesi le immagini ad alta risoluzione realizzate dal Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA. Caso mai ci fosse qualcosa…

Entrambi poi concordano sull’ utilità di studiare gli asteroidi co-orbitali. «Trovare lassù una di queste sonde è estremamente improbabile, ma se costa pochissimo dare un’occhiata, perché no? Anche se non scopriamo E.T., potremmo scoprire qualcosa di interessante», ha detto Davies. E anche per Benford, la ricerca di segni di tecnologia aliena sarebbe importante per il SETI anche se risultasse un fallimento. Perché l’assenza di tracce extraterrestri nelle indagini compiute negli ultimi 50 anni di per sè non è un dato significativo, ma una mancanza di prove che abbraccia un lasso di tempo molto più ampio sarebbe assai più convincente. «Se non troviamo nulla, significa che nessuno è venuto a guardare la vita della Terra per svariati miliardi di anni. Questa sì sarebbe una grande sorpresa, una cosa straordinaria.»

SABRINA PIERAGOSTINI

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