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Ecco i nuovi nomi di 112 pianeti alieni

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Il battesimo ufficiale è avvenuto il 17 dicembre a Parigi, nella sede dello storico osservatorio della capitale francese: più di 100 sistemi extrasolari, scoperti da vari gruppi di ricerca e con diverse strumentazioni fino al 2010, ora non sono più indicati con complesse sigle formate da lettere e numeri, ma hanno nomi veri e propri- anche se talvolta quasi altrettanto impronunciabili. È il risultato dell’iniziativa che ha coinvolto circa 780mila persone in tutto il globo, promossa dalla IAU- l’Unione Astronomica Internazionale- per festeggiare i suoi primi cento anni di vita.

UN IMMAGINE ARTISTICA DI UNO DEI SISTEMI EXTRASOLARI APPENA "BATTEZZATI"

L’ IMMAGINE ARTISTICA DI UNO DEI SISTEMI EXTRASOLARI APPENA “BATTEZZATI”

NameExoWorlds ha riguardato 112 Nazioni, ad ognuna delle quali sono stati assegnati una stella, di dimensioni simili a quelle del Sole, e il pianeta che le orbita attorno- tutti giganti gassosi- visibili con un piccolo telescopio dalla latitudine del Paese prescelto. All’Italia è toccato in sorte HD 102195b, un mondo grande circa la metà di Giove, che compie un’intera rivoluzione attorno al suo sole in circa 4 giorni, a 95 anni luce da noi nella costellazione della Vergine. La selezione dei nomi è poi avvenuta su base popolare: da tutto il mondo, sono arrivate 360 mila diverse proposte di esperti, astrofili, studenti. Il comitato nazionale di ogni Paese le ha poi ridotte a una short list, di nuovo sottoposta al giudizio del pubblico che ha decretato le accoppiate migliori.

Da noi, in finale sono arrivati i binomi Aureus-Denarius, Pulcinella-Arlecchino e Lete-Flegetonte. Proprio quest’ultimo ha trionfato, assicurando al ragazzo che lo aveva proposto- un liceale marchigiano- la soddisfazione di aver battezzato un lontano sistema planetario ma anche di vincere un viaggio-premio alle Canarie per visitare il telescopio Galileo. Flegetonte- come il fiume di fiamme dell’Ade della mitologia greca presente nell’inferno dantesco- è il nome della stella, una grande palla di fuoco, mentre Lete- il fiume dell’oblio formato da nebbie, anch’esso nella Divina Commedia– è ora quel remoto mondo gassoso. In Italia, dunque, hanno prevalso il mito classico e la letteratura, ma altrove la fantasia si è scatenata.

L'ANNUNCIO UFFICIALE DEL BINOMIO ITALIANO DURANTE LA CONFERENZA STAMPA DI PARIGI

L’ANNUNCIO UFFICIALE DEL BINOMIO ITALIANO DURANTE LA CONFERENZA STAMPA DI PARIGI

Molte nazioni hanno infatti preferito puntare sulle proprie tradizioni locali, sulla storia del proprio passato, su denominazioni geografiche o termini nella lingua di origine. Tante le curiosità: il Belgio, ad esempio, ha scelto Nervia (la stella) e Eburonia (il pianeta), in omaggio a due popolazioni celtiche (Nervi e Eburoni) che abitarono quei territori. All’Irlanda è stato assegnato un sistema extrasolare nella costellazione dei Cani da Caccia e cosi hanno vinto i nomi di due cani del mito gaelico: Bran e Tuiren. La Svizzera ha optato per Eiger e Mönch, ovvero  due delle vette più alte delle Alpi Bernesi insieme a Jungfrau (Vergine, in tedesco, come la costellazione nella quale si trovano per l’appunto stella e pianeta attribuiti alla Confederazione Elvetica).

In Giordania, il pubblico ha votato per i nomi di un’antica città e di un’area protetta: adesso Wasp-80 è Petra e il mondo che le ruota attorno è  Wadirum. Si chiamano poi come due fiumi del Burkina Faso, Nakambè e Mouhoun, un esopianeta e la sua stella ospite che non a caso si trovano nella costellazione di Eridano (mitico corso d’acqua spesso identificato con il Po). Per la sua accoppiata celeste, la Malesia ha invece indicato i nomi, in malese, di due pietre preziose, ovvero Baiduri e Intan. E visto che il 2019 è stato l’Anno Internazionale delle Lingue Indigene, spesso i vari comitati hanno privilegiato proprio i nomi di etimologia indigena. Come in Argentina: ora in cielo ci sono Naqaya e Nosaxa, ovvero “Fratello-famiglia-parente” e “Primavera-Anno Nuovo” in lingua Moqoit, parlata da una minoranza etnica del Chaco.

LA STELLA NERVIA E IL PIANETA EBURONIA INDICATI DAI BELGI

LA STELLA NERVIA E IL PIANETA EBURONIA INDICATI DAI BELGI

Alla luce della grande partecipazione di pubblico, si può considerare questa iniziativa un successo per la IAU, tradizionalmente incaricata di assegnare i nomi ufficiali ai corpi celesti. «Siamo molto felici nel vedere l’interesse a livello internazionale che ha generato la campagna NameExoWorlds»  ha commentato la presidente dell’unione astronomica Debra Elmegreen. «È gratificante che così tante persone in tutto il mondo ci abbiamo aiutato a scegliere il nome per un sistema planetario così significativo per la loro cultura e le loro tradizioni. Questo sforzo ci unisce nella nostra esplorazione dell’Universo». Passare da sigle alfanumeriche a nomi veri e propri rientra poi in un progetto globale per creare una consapevolezza del nostro ruolo nel cosmo, ma anche per riflettere su come la Terra e i suoi abitanti potrebbero essere percepiti da una potenziale civiltà aliena.

È possibile che l’iniziativa si ripeti, nel prossimo futuro, anche perché il numero dei mondi alieni cresce a ritmo vertiginoso. «Le osservazioni astronomiche hanno finora individuato oltre 4 mila pianeti in orbita attorno alle loro stelle. Il numero delle scoperte continua a raddoppiarsi ogni due anni e mezzo, rivelando una notevole popolazione planetaria. Statisticamente, è probabile che la maggior parte delle stelle nel cielo abbia dei mondi in orbita, sono ovunque», ha dichiarato Eric Mamajek, copresidente del comitato NameExoWorlds. E presto potremmo trovarne ancora di più. Non solo grazie al telescopio spaziale della NASA TESS, che da qualche mese ha preso il posto di Kepler, ma anche con il contribuito di un nuovo cacciatore di pianeti tutto europeo- e molto italiano.

IL NUOVO TELESCOPIO SPAZIALE DELL'ESA

IL NUOVO TELESCOPIO SPAZIALE DELL’ESA

Si chiama CHEOPS (acronimo di CHaracterising ExOPlanets Satellite) ed è stato appena lanciato dalla Guyana francese con un razzo vettore Soyuz grazie ad una partnership tra la Svizzera e l’ESA, con un importante contributo da parte del nostro Paese. Alimentato da pannelli solari- che fungono anche da schermo, per limitare l’intensa luce stellare- CHEOPS si è posizionato in un’orbita sincrona con il Sole a 700 km. di altezza. Piccolo, compatto e ultra-avanzato, il telescopio spaziale europeo è in grado di effettuare misure fotometriche ad altissima precisione. Per i prossimi tre anni e mezzo verrà utilizzato per calcolare le esatte dimensioni degli esopianeti già individuati in base alle quali determinarne anche la massa, la densità, la composizione chimica in modo da distinguere i mondi gassosi da quelli rocciosi e trovare quelli potenzialmente più adatti alla vita. I primi dati sono attesi all’inizio del 2020.

 

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