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L’UFO della Nimitz, parla il pilota del video

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Esce allo scoperto un altro protagonista di quell’incontro, a dir poco bizzarro, avvenuto nei cieli americani, di fronte alla costa della California, nel novembre 2004, tra un misterioso oggetto volante e alcuni piloti della US Navy- un avvistamento comprovato da un video reso pubblico alla fine del 2017. Dopo l’ex comandante David Fravor, il primo a farsi avanti per rivelare quello che aveva visto, ora a parlare è un altro pilota che ha avuto un ruolo molto importante in questa vicenda.

UN NUOVO TESTIMONE CONFERMA L'AVVISTAMENTO DELLA NIMITZ DEL 2004

UN NUOVO TESTIMONE CONFERMA L’AVVISTAMENTO DELLA NIMITZ DEL 2004

Si chiama Chad Underwood e ha accettato di farsi intervistare da Intelligencer, il sito online del magazine New York. Sono trascorsi 15 anni da quel giorno: nel frattempo Underwood ha lasciato la Marina americana, è diventato istruttore di volo e ora lavora nell’industria aerospaziale, ma non ha mai dimenticato quanto avvenuto mentre era a bordo del suo F/A-18 Super Hornet. E ha molto da raccontare. Per due motivi precisi: primo, perché è stato proprio lui a realizzare il filmato con la telecamera montata sul caccia, denominata FLIR (una sigla che sta per forward-looking infrared camera), filmato che poi ha fatto il giro del mondo. Secondo, perché è stato sempre lui a coniare il curioso nome, Tic-Tac, affibbiato allo strano velivolo.

In sintesi, la storia-per chi ancora non la conoscesse- è questa: il 10 novembre 2004, i radar della portaerei statunitense Princeton iniziarono a rilevare la presenza di oggetti volanti dal comportamento anomalo che a gruppi- da 5 a 10 per volta- si muovevano al largo di San Diego: si spostavano ad un’altitudine di 8500 metri, a 250 km/h e soprattutto senza una rotta precisa. Uno degli addetti ai radar, Kevin Day, anni dopo avrebbe rivelato che quegli oggetti mostravano caratteristiche da missile balistico, passando da 18.000 metri a 15 in pochi istanti, ma nel silenzio più totale. Ecco perché dalla Princeton, il 14 di quel mese, arrivò la richiesta di mandare i jet della portaerei Nimitz a dare un’occhiata da vicino al fenomeno.

I RADAR DELLA PRINCETON HANNO RILEVATO MOLTI OGGETTI NON IDENTIFICATI

I RADAR DELLA PRINCETON HANNO RILEVATO MOLTI OGGETTI NON IDENTIFICATI

Fu in quella circostanza che David Fravor si avvicinò abbastanza ad uno di questi intrusi per vedere di cosa si trattava- senza però capirne la natura o la provenienza: come ha in seguito riferito, si trovò davanti agli occhi, a pelo d’acqua,  un velivolo di forma oblunga, dalla superficie perfettamente liscia e bianca (come un grande confetto volante), grande circa 15 metri, che pur essendo apparentemente  privo di ali, motori o altri mezzi di propulsione, al suo arrivo partì di scatto salendo di quota e iniziando con lui una sorta di gioco del gatto col topo, eludendo i tentativi dell’esperto pilota di avvicinarlo, fino a quando sparì in un battibaleno. Fravor rientrò sulla portaerei avvisando gli altri che stavano decollando di aver incontrato qualcosa di assurdo. Su uno degli F/18 in fase di partenza c’era Chad Underwood.

 Come dicevamo, è stato lui ad immortalare l’oggetto misterioso nel video ora noto come “FLIR1”, nel quale si vede un velivolo molto simile a quello descritto da Fravor: è di forma allungata, sta sospeso tra i 4.500e 6000 metri e non mostra alcun tipo di gas di scarico proveniente da mezzi di propulsione convenzionali. Inoltre, pochi istanti prima che il filmato termini, sembra ruotare in modo repentino, cambiando drasticamente rotta. Le immagini sono mute e questo ha fatto sospettare che si trattasse di un falso, almeno fino a quando Pentagono e US Navy non ne hanno confermato pubblicamente l’autenticità. Secondo Underwood, l’audio si è perso durante la duplicazione del filmato contenuto nella scheda di memoria della telecamera agli infrarossi, ma il dialogo registrato -assicura- non conteneva nulla di segreto. Forse già proprio in quegli istanti, l’ex militare ha indicato l’oggetto con quel nome diventato poi celebre. «Sì, Tic-Tac l’ho effettivamente inventato io», ha rivelato. E poi ha ripercorso i fatti di quella giornata indimenticabile.

L'EX COMANDANTE DAVID FRAVOR

L’EX COMANDANTE DAVID FRAVOR

«Di solito, voliamo per un’ora, un’ora e mezza e poi atterriamo. Dopo si alza in volo una nuova ondata per una nuova missione. Quel giorno, David Fravor stava rientrando nello stesso momento in cui io stavo iniziando il mio turno (…). Non stavamo necessariamente cercando qualcosa, ma la Princeton aveva uno specifico oggetto al quale dovevamo dare la caccia(…). Tutto all’improvviso, mi è comparso quel segnale sul mio radar», ha spiegato l’ex pilota al reporter del magazine. In realtà,  ha specificato, non ha visto nulla con i propri occhi: il Tic-Tac era ad una quarantina di chilometri di distanza- troppo,  per avere una visuale diretta- e Underwood si è concentrato per tracciarlo ed inquadrarlo con la FLIR e realizzare il filmato, «in modo da portare indietro sulla nave qualcosa che i tipi dell’intelligence potessero analizzare per scoprire cosa diavolo avessi immortalato», sostiene.

Ma già quello che ha visto sullo schermo della videocamera ultramoderna del suo Super Hornet lo ha impressionato: «Quella cosa mi ha stupito soprattutto per il suo comportamento erratico. E quando dico erratico, intendo dire che i suoi cambiamenti di altitudine, velocità e aspetto erano differenti da qualsiasi altro oggetto io avessi mai incontrato prima in volo. Si comportava in un modo che non era normale dal punto di vista fisico. Questo ha catturato la mia attenzione. Perché i velivoli- con o senza guida umana-devono comunque obbedire alle leggi della fisica. Hanno qualcosa che li fa sollevare, che li spinge in avanti. Il Tic-Tac no. Passava da 15 mila metri di quota a 30 in qualche secondo, una cosa impossibile. Se avesse obbedito alla fisica come un qualsiasi oggetto che si può incontrare in cielo- un aereo, un missile da crociera o un qualche prototipo speciale tenuto segreto dal governo- avrebbe avuto più senso».

L'OGGETTO RIPRESO DA CHAD UNDERWOOD

L’OGGETTO RIPRESO DA CHAD UNDERWOOD

A non avere senso– per usare le parole di Chad Underwood- sono molti elementi notati nel velivolo sconosciuto. Normalmente, ci sono motori he emettono gas di scarico bollenti, ma non in questo caso. La telecamera agli infrarossi li avrebbe evidenziati: invece mentre tutto l’oggetto appare caldo, non ci sono fumi di scarico. Possibile, allora, che l’intero avvistamento non sia stato solo una clamorosa svista, come sostengono gli scettici ad oltranza che non credono ai testimoni oculari e non si fidano nemmeno delle immagini della US Navy? Non poteva, alla fine, essere solo un uccello oppure un insolito fenomeno atmosferico, un banale pallone o un drone segreto? L’ex pilota respinge al mittente queste ipotesi alternative e spiega il perché.

«Di solito gli uccelli volano vicino alla superficie, tipo a 600 metri o più sotto, e di solito non sono da soli, li vedi a stormi e mai a 3 mila o 6 mila metri. Gli uccelli sono fuori discussione. E quello non era un pallone meteo, perché il pallone semplicemente sale e fluttua da un’altitudine bassa ad una elevata e non si muove in modo erratico. Fuori questione anche questo. Non era neppure un missile o un altro tipo di velivolo sperimentale di cui non sappiamo nulla, proprio per il modo in cui si comportava. Se ne stava a 15 metri sopra la superficie, in pieno oceano, davanti alla costa di San Diego, sembrava aleggiare sull’acqua. Ma non aveva mezzi di propulsione che lo potessero mantenere in volo, né ali, né calore che lo tenessero sospeso».

DUE FOTOGRAMMI TRATTI DAL VIDEO "FLIR1"

DUE FOTOGRAMMI TRATTI DAL VIDEO “FLIR1”

E per quanto riguarda l’idea che potesse trattarsi di un fenomeno naturale, l’ex pilota aggiunge:«Se fossi stato l’unico ad averlo agganciato con i miei sensori, l’unico a vederlo e tracciarlo, avrei anche potuto rimuoverlo come un evento meteorologico. Ma il gran numero di persone e di strumentazioni di fonti diverse che lo hanno rilevato e il fatto che io e David Fravor abbiamo visto praticamente la stessa cosa a distanza di un’ora e mezza mi inducono a pensare che l’evento atmosferico è assai improbabile». Ma allora, cos’era? Unterwood non si sbilancia. «Non mi interessa, non voglio fare ipotesi su cosa pensavo che fosse quella cosa, né desidero essere associato ad alieni, astronavi e tutta quella roba, sai. No, non voglio far parte di quel tipo di gruppi. È semplicemente quello che definiamo un UFO. Non sono riuscito ad identificarlo. Volava, era un oggetto e questo è tutto».

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