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“La Sindone mostra un uomo vivo”

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È uno dei reperti più studiati al mondo e allo stesso tempo più controversi, sul quale opinioni personali e pareri scientifici spesso si scontrano. È un falso medioevale, come aveva appurato negli anni ’80 l’indagine multidisciplinare di un team di ricerca internazionale (poi in parte sconfessata) oppure una vera reliquia da venerare? Stiamo parlando, ovviamente, della Sindone, il telo che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce. Un nuovo studio ne dà un’interpretazione sorprendente: quell’immagine rappresenterebbe un uomo vivo.

LA SINDONE ESPOSTA CONSERVATO NELLA CATTEDRALE DI TORINO

LA SINDONE ESPOSTA CONSERVATO NELLA CATTEDRALE DI TORINO

Il Sacro Lenzuolo- conservato nella Cattedrale di Torino- nel corso degli anni è stato analizzato da biologi, chimici, anatomisti, medici forensi. Sono stati presi in esame la trama del tessuto, la natura delle macchie di sangue, il tipo dei pollini intrappolati nel lino insieme alle scritte rimaste sul telo. Insomma, di tutto e di più. Ma ancora mancava il punto di vista di un chirurgo plastico. Adesso è arrivato, grazie allo studio effettuato da Bernardo Hontanilla, professore di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva presso la Clinica Universitaria di Navarra, in Spagna, specializzato in paralisi facciale. A suo dire, l’immagine sulla Sindone sarebbe stata lasciata da una persona in vita. «È ragionevole pensare che se la Sindone copriva il corpo di Gesù, non intendeva mostrare solo i segni della morte, ma anche quelli della resurrezione».

Affermazioni clamorose da parte di un uomo di scienza, che il luminare giustifica sulla base di un’accurata analisi della ricostruzione in 3D (realizzata dall’artista andaluso José Manuel Miñarro López ) del corpo impresso sul celebre lino. Analisi esposta dettagliatamente nell’articolo pubblicato su “Scientia et Fides”(Vol.8, No. 1, 2020), una rivista biennale a cura dell’Università Niccolò Copernico di Torun, in Polonia, insieme a quella di Navarra. Già nell’abstract iniziale, il professore afferma:«In questo articolo vengono evidenziati diversi segni di vita presenti nella Sindone di Torino. Dopo lo sviluppo del rigor mortis, viene analizzata la postura del corpo dell’immagine sulla Sindone. Questo, insieme alla presenza di specifiche pieghe del viso, indica che la persona avvolta in essa è viva».

L'IMMAGINE 3D RICAVATA DAL LENZUOLO

L’IMMAGINE 3D RICAVATA DAL LENZUOLO

Hontanilla spiega infatti che tutti gli studi finora condotti sulla Sindone hanno sempre esaminato il corpo come se si trattasse di un cadavere con il tronco un po’ sollevato e le gambe flesse perché caratterizzato dalla classica rigidità post-mortem che si completa nelle 24 ore dopo il decesso. Ma, a suo avviso, è un errore. «In realtà è il tipico gesto di una persona che sta cercando di alzarsi dalla posizione supina», dice. Il medico ha chiesto a vari soggetti maschi,  di età compresa tra 30 e 40 anni e con una corporatura simile all’Uomo della Sindone, di ripetere il movimento. «Tutti hanno mostrato uno spostamento delle mani verso i genitali durante la flessione del tronco, un’elevazione e semi-flessione della testa e un supporto della pianta del piede con minore flessione controlaterale della gamba e un certo grado di rotazione interna come la figura osservata nella Sindone».

A sostenere la sua tesi sarebbero poi anche i solchi nasogenieni e nasolabiali visibili sul viso sindonico, ovvero le rughe d’espressione che separano le ali del naso dalle guance e dal labbro superiore. «La presenza di entrambi i segni è più simile a quella di una persona vivente, poiché in un cadavere i muscoli facciali si rilassano e le scanalature scompaiono. La morte provoca infatti una paralisi facciale bilaterale. Tuttavia, quella persona impressa sulla Sindone ha i solchi nasogenieni ben contrassegnati. Non solo, sul lato destro ha un altro segno che indica l’attività muscolare e  che corrisponde a un colpo sferrato in faccia e che provoca quel solco più marcato», spiega Hontanilla. «Se fosse morto dovrebbe esserci un maggiore gonfiore sull’intera guancia, ma senza la demarcazione dei solchi a causa della assenza di attività muscolare».

I DETTAGLI DEL VOLTO DELL'UOMO DELLA SINDONE

I DETTAGLI TRIDIMENSIONALI DEL VOLTO DELL’UOMO DELLA SINDONE

Ecco perché l’esperto di paralisi facciale è convinto che sul lenzuolo è stata impressa l’immagine dinamica di un corpo in movimento ( e quindi, per forza di cose, vivo) “scattata” in una frazione di secondo, in un momento qualsiasi tra le 18 e le 30 ore dopo la deposizione nel sudario. Quelle gambe piegate, quel busto innaturalmente proteso in avanti non possono essere spiegati come il risultato di un uomo torturato sulla croce, morto e con la muscolatura irrigidita- in quel caso, avrebbe dovuto anche avere le braccia aperte verso l’esterno. La posizione del corpo mostrerebbe invece il primo, incipiente gesto di sollevamento durato un decimo di secondo e poi svanito, ma fissato per sempre sul telo.

La conclusione alla quale arriva il professor Hontanilla è balsamo per le orecchie dei credenti, perché sostiene: «Se è un falso, dovrebbe essere considerata come un’opera d’arte eseguita da un genio con conoscenze mediche, forensi e di elaborazione d’immagine raggiunte solo nel XX secolo. Ma se leggiamo il Vangelo, si trova una perfetta, notevole simmetria tra i dati ricavati dall’immagine e gli eventi descritti, riguardo tanto la morte quanto la resurrezione di Gesù». Insomma, per Bernardo Hontanilla la Sindone è una prova per i cristiani che dimostra l’indimostrabile- la vittoria sulla morte compiuta dal Figlio di Dio, proprio come narrato dagli Evalgelisti e come sostenuto dai teologi. «Lo affermo e lo dimostro scientificamente», dice il medico.

SUL VISO, SONO VISIBILI I SEGNI D'ESPRESSIONE E UN GONFIORE SULLA GUANCIA DESTRA

SUL VISO, SONO VISIBILI I SEGNI D’ESPRESSIONE E UN GONFIORE SULLA GUANCIA DESTRA

Molto più cauto è il presidente del CES, il Centro Spagnolo di Sindonologia, Jorge Manuel Rodríguez Almenar, un avvocato che ha dedicato molta parte della sua vita ad indagare l’impatto del Sacro Lenzuolo sulla storia dell’arte. Intervistato dal quotidiano madrileno ABC ha infatti dichiarato: «In merito alla Sacra Sindone non si può parlare di resurrezione, ma di scomparsa del cadavere. Se l’immagine impressa sul telo è un segno della trasformazione di un corpo fisico in metafisico, non è una cosa che la scienza possa provare. Significa fare un salto che va oltre la scienza perché la risurrezione è un concetto che non è fisico».

 

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