Osservare il cosmo come non abbiamo mai fatto, alla ricerca del più impercettibile segnale che indichi la presenza di altre civiltà nello spazio. È l’obiettivo ambizioso del progetto PANOSETI, che nel prossimo futuro potrà contare su un vasto numero di telescopi di ultima generazione. I primi due della serie sono pronti ad entrare in funzione nell’Astrograph Dome, presso l’osservatorio astronomico Lick, vicino a San Josè- in California.
IL TEAM DEL PANOSETI ALL’OSSERVATORIO LICK
PANOSETI è una sigla che sta per “Pulsed All-sky Near-infrared Optical Search for Extra Terrestrial Intelligence“: è il nuovo sistema con il quale un consorzio di università americane si prefigge di individuare la vita intelligente extraterrestre attraverso le tecno-firme ottiche pulsate nel vicino infrarosso. Rispetto al SETI attuale, con questo progetto saranno ampliate l’area di ricerca nel cielo, le lunghezze d’onda coperte, il numero di sistemi stellari osservati e la durata del monitoraggio: PANOSETI cercherà segnali ad impulsi transitori lunghi anche solo nanosecondi (ovvero, 1 miliardesimo di secondo) sorvegliando ininterrottamente tutto l’emisfero settentrionale.
Quando il progetto sarà completato, ne esisteranno almeno 160 di questi speciali telescopi, distribuiti in gran parte del mondo, per scandagliare la volta celeste e osservare, costantemente, lampi di luce ottica o infrarossa– sia naturali che artificiali. Già i primi due telescopi del Lick apriranno una nuova finestra su come si comporta l’universo su scale temporali estremamente brevi. «Quando gli astronomi esaminano uno spazio di parametri inesplorati, di solito trovano qualcosa di sorprendente che nessuno aveva predetto”, ha affermato in un comunicato stampa Dan Werthimer, a capo del SETI Research Center della Berckeley Univerrsity. “PANOSETI potrebbe scoprire nuovi fenomeni astronomici oppure segnali da E.T»
IL NUOVO PROGETTO VUOLE CERCARE LAMPI DI LUCE, DI ORIGINE NATURALE O ARTIFICIALE
Werthimer opera nell’ambito della ricerca di vita aliena intelligente da più di 4 decenni e non ha nascosto che la sua speranza sia proprio di trovare la prova dell’esistenza di altre forme di vita evolute. «L’obiettivo è fondamentalmente cercare segnali molto brevi, ma potenti, emessi da una civiltà avanzata. Poiché sono così brevi e probabilmente rari, abbiamo in programma di controllare ampie aree del cielo per un lungo periodo di tempo». Impossibile, però, prevedere le probabilità di registrarle effettivamente. «Non ne abbiamo idea», ha dichiarato Shelley Wright, astronoma dell’Università di San Diego.
IL PROGETTO PREVEDE 160 OSSERVATOPRI IN TUTTO IL MONDO
Con questo progetto- iniziato nel 2018- si entra in una fase mai tentata dal SETI e dall’astronomia, perché verrà realizzato il primo osservatorio dedicato alla ricerca di vita intelligente extraterrestre in grado di controllare l’intero cielo visibile in modo continuo. Una volta a regime, infatti, gli occhi di PANOSETI dovrebbero coprire 10 mila gradi quadrati di cielo alla costante ricerca di tecno-firme, ossia prove di attività tecnologica. In particolare, osservati speciali saranno i lampi di luce laser- rivelatori di comunicazioni interstellari oppure prodotti dall’uso di energia. Questa rete di telescopi potrebbe essere utile anche a rilevare la presenza di Sfere di Dyson: se esistono davvero, lo scopriremo.