È il più grande radiotelescopio mai costruito: FAST- sigla di Five-hundred-meter Aperture Spherical radio Telescope, ovvero Radiotelescopio sferico con un’apertura di 500 metri- è lo strumento più tecnologico e avanzato a nostra disposizione per captare- e persino inviare- segnali nello spazio allo scopo di individuare una civiltà aliena in grado di comunicare con noi. Insomma, il non plus ultra per quanto riguarda il SETI- la ricerca di intelligenze extraterrestri. Ma FAST si trova in Cina…
IL RADIOTELESCOPIO PIÙ GRANDE AL MONDO È FAST, IN CINA
E se fosse proprio Pechino ad annunciare al mondo, per prima, di avere le prove che non siamo soli nell’universo battendo al photo finish gli Stati Uniti, la Russia e l’Europa? Cosa accadrebbe ai già precari equilibri internazionali se il colosso orientale superasse il resto del mondo anche in questo settore? Per caso, una gara del genere è effettivamente già in corso? Sono le domande che si è posto il sito Space.com e che a sua volta ha rivolto ad alcuni esperti nella ricerca di vita intelligente nello spazio, per capire quali potrebbero essere le implicazioni se la Cina riuscisse davvero a ricevere un messaggio da E.T.
Secondo Michael Michaud- ex diplomatico, consigliere politico del governo USA relativamente allo spazio- il super radiotelescopio rappresenta un enorme balzo in avanti dell’Asia per quanto riguarda l’astronomia e il SETI. «La maggior parte dei campi scientifici sono stati dominati dagli Americani e dagli Occidentali dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ora la Cina sta raggiungendo, e in alcuni ambiti, persino superando i risultati occidentali», ha detto Michaud. Con le sue vaste possibiltà economiche e un grande bacino di talenti al quale attingere, Pechino può legittimamente ambire a diventare, in breve tempo, la Nazione leader in vari settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Inoltre- elemento da non sottovalutare- il gigante asiatico ha anche un governo di stampo autoritario che può disporre delle risorse a piacimento, senza doverne rendere conto agli elettori o a una opposizione politica. Anche nel caso di FAST, quando si è trattato di espropriare terreni (9mila contadini sono stati privati delle loro case) per costruirlo, nessuno ha potuto obiettare alcunché: quello che decide il partito comunista al potere è legge. Ben diversa, ovviamente, è la situazione nelle altre Nazioni democratiche nelle quali ogni decisione deve passare al vaglio di un parlamento dalle idee variegate e poi al giudizio dell’opinione pubblica.
Sarà solo ed esclusivamente il partito comunista cinese a stabilire anche se utlizzare il radiotelescopio per inviare messaggi nello spazio. Per ora, ricorda Michaud, non è arrivato il via libera, forse per timore che la bottiglia lanciata nell’oceano cosmico venga raccolta da mani sbagliate. Nel 2008, un romanzo di fantascienza di un noto scrittore cinese prospettava i pericoli del METI- acronimo di Messaging ExtraTerrestrial Intelligence– e forse quel quadro a tinte fosche potrebbe aver influenzato anche i vertici politici della Cina. Alla guida del gruppo di ricerca internazionale che invece sostiene la necessità di tentare un contatto con ET c’è Douglas Vakoch. Anche lui è stato interpellato dal sito online per avere la sua opinione.
CHI SARÀ IL PRIMO A CAPTARE SEGNALI INTELLIGENTI DALLO SPAZIO?
«Chi spera in una riedizione della “corsa allo spazio ” degli anni ’60 tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti nella scena internazionale del SETI di oggi sarà deluso. Nel SETI, la cooperazione vince sulla concorrenza“, ha dichiarato il presidente di METI International. Per arrivare alla scoperta che cambierà la nostra storia, infatti, servirà una raccolta di dati provenienti da parabole sparse in vari punti del globo con sofisticate capacità di eleborazione del segnale.«Gli astronomi di qualsiasi Paese sarebbero orgogliosi di essere i primi a rilevare tracce di Alieni intelligenti, ma gli scienziati che insistono ad andare da soli senza il supporto dei colleghi rischiano di perdere la conferma della loro scoperta», ha chiosato Vakoch
È quello che succede adesso. Quando un team individua una stella promettente, chiede aiuto a ricercatori in altri continenti, per un monitoraggio senza interruzioni: quando la stella sarà tramontata in Europa, altri osservatori in America la seguiranno al suo sorgere, in modo da studiarla 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Per il direttore del METI International, anche la Cina avrà bisogno di condividere i suoi risultati e di collaborare:«A meno di non osservare gli stessi segnali provenienti dallo spazio in due punti della Terra, usando osservatori indipendenti, è difficile escludere che il segnale registrato in un singolo sito non sia stato causato da un problema tecnico. E un segnale interessante che appare senza preavviso potrebbe scomparire altrettanto rapidamente, quindi è essenziale individuare la sua fonte e determinare se ha le caratteristiche di un segnale proveniente da una civiltà aliena.»
NELLA RICERCA DI VITA EXTRATERRESTRE, VIGE UN RAPPORTO DI COLLABORAZIONE
Eppure, c’è la possibilità- per quanto remota- di una scoperta esclusiva di un’equipe, tenuta segreta al resto del mondo. Accade nelle ricerche mirate. Immaginiamo che un radiotelescopio venga puntato su un preciso bersaglio e resti in ascolto. Se non capta nulla, dopo un po’ si sposta su un’altra stella. Se però gli Alieni stanno trasmettendo in direzione della Terra nello stesso esatto momento in cui la strumentazione sta scandagliando il loro sistema solare, bè, è tutta un’altra storia…. I ricercatori allora punteranno decisamente su quella stella e scommettendo sulla possibilità di osservare nuovamente lo stesso segnale il giorno dopo, potrebbero proseguire la loro ricerca da soli, in totale segretezza. Uno scenario, lo ripetiamo, improbabile.
Poco convinto della gara tra Cina e Stati Uniti è poi un altro esperto, Steven Dick- astronomo, storico della scienza e autore di vari saggi. «Dal mio punto di vista, non esiste una corsa, ufficiale o non ufficiale, nel SETI. Ci sono solo due Nazioni che cercano di rispondere a una delle più grandi domande scientifiche di tutti i tempi», ha detto lo scrittore. «Anche se il segnale fosse rilevato negli Stati Uniti, probabilmente sarebbe così ambiguo e si tratterebbe di una questione così importante che gli astronomi cercherebbero di capire se si tratti o meno di un vero segnale extraterrestre». Tuttavia, secondo Dick, qualsiasi scoperta in Cina è destinata a essere complicata da considerazioni geopolitiche e problemi di comunicazione. «Sebbene i protocolli internazionali richiedano sostanzialmente la conferma del segnale e quindi di comunicarlo a tutti, è improbabile che tali protocolli vengano seguiti alla lettera.»
IL VERY LARGE ARRAY, IL SISTEME DI RADIOTELESCOPI PIÙ AMPIO DEGLI STATI UNITI
Tutto cambierebbe, però, se il messaggio ricevuto dai nostri radiotelescopi- dal FAST o da un altro- fosse senza alcun ombra di dubbio inviato da una forma di vita intelligente e soprattutto se fosse necessario decifrarlo per comprendere il suo contenuto. «Richiederà uno sforzo che coinvolgerà non solo gli astronomi, ma anche gli esperti di comunicazione e una vasta gamma di studiosi nelle scienze sociali e umanistiche», ha aggiunto Dick. «In un senso più ampio e a lungo termine, il contatto con gli ET probabilmente cambierà la nostra visione del mondo dal punto di vista religioso, filosofico e scientifico in un modo che non possiamo ancora prevedere.»