Il viaggiatore interstellare che ci ha fatto visita tre anni fa continua a far parlare di sé e solleva interrogativi tra gli studiosi. Oumuamua- questo il nome del misterioso oggetto dalle caratteristiche anomale che ha attraversato il nostro sistema solare verso la fine del 2017 arrivando da chissà quale remoto angolo del cosmo- ha dato adito a varie supposizioni che hanno anche provocato discussioni tra gli addetti ai lavori. Ora, due ricercatori sono convinti di averne capito la reale natura.
UNA RESA ARTISTICA Di OUMUAMUA
Ad avvistare quel corpo celeste dalla forma allungata, simile a un sigaro, è stato il telescopio Pan-STARR e l’osservazione- per la prima volta nella storia dell’astronomia- di un visitatore proveniente da stelle lontane ha agitato ed eccitato il mondo accademico. Era strano per essere una cometa- non aveva nè chioma, nè coda. Bizzarro anche come asteroide- di solito, sono di forma tondeggiante e non affusolata. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che fosse un frammento spezzatosi da un oggetto molto più massiccio- magari una cometa extrasolare. Altri si sono lanciati ben più in là, immaginando che fosse il prodotto di una tecnologia aliena.
Come l’astrofisico di Harvard Avi Loeb. In un testo scritto insieme a uno studente della sua facoltà, il professore ha infatti azzardato l’ipotesi che Oumuamua possa essere un relitto che vaga da tempo immemorabile nello spazio, spinto dalla luce stellare. Una tecnologia, questa, che sulla Terra si sta sperimentando solo ultimamente, ma che un’altra civiltà potrebbe aver perfezionato quando l’Uomo nemmeno esisteva. Insomma, quell’oggetto sarebbe un antico prototipo alieno di sonda a vela solare, inviata nel cosmo per scoprire altre forme di vita. Anche se non sono state rilevate trasmissioni di alcun genere dai radiotelescopi del SETI puntati nella sua direzione.
IL VIAGGIO DI OUMUAMUA NEL NOSTRO SISTEMA SOLARE
Di tutt’altra opinione sono invece gli astronomi Darryl Seligman- dell’Università di Chicago- e Gregory Laughton- della Yale University. Nell’articolo accettato per la pubblicazione dalla rivista scientifica The Astrophysical Journal Letters, i due sostengono che Oumuamua non è affatto un manufatto extraterrestre, ma un iceberg spaziale, formato da idrogeno molecolare ghiacciato. Questa sua composizione spiegherebbe le proprietà insolite che lo caratterizzano. A partire dal suo moto: quando è stato individuato, era già sulla strada che lo avrebbe portato al di fuori del nostro sistema solare, ma stava comunque accelerando senza nessun motivo gravitazionale che lo giustificasse.
In un articolo scritto nel 2019 con un terzo ricercatore, Seligman e Laughton avevano già analizzato questa accelerazione, arrivando alla conclusione che Oumuamua doveva essere una cometa, per quanto strana, perché le comete spesso aumentano la loro velocità avvicinandosi al Sole quando, sciogliendosi per le alte temperature, il ghiaccio che le compone rilascia il gas al suo interno. All’epoca- ricorda il sito Universetoday.com– in una intervista alla NBC, Seligman aveva dichiarato: «Siamo abbastanza fiduciosi nella nostra ipotesi e non crediamo che sia necessario fare affidamento su spiegazioni alternative e meno probabili per l’accelerazione non gravitazionale». Restava però il problema dell’aspetto di questo corpo, per niente luminoso (anzi, decisamente molto scuro) e poco compatibile con quello tipico di una cometa
AVVICINANDOSI AL SOLE, IL GHIACCIO SUBLIMA
A distanza di circa un anno, i due studiosi hanno riformulato la loro idea, aggiungendo quel dettaglio relativo alla composizione chimica. «L’unico tipo di ghiaccio che spiega effettivamente l’accelerazione è l’idrogeno molecolare», si legge in un comunicato stampa. L’idrogeno molecolare ha delle caratteristiche piuttosto peculiari: si forma solo a una determinata temperatura- ovvero a meno 259,14 °C , poco sopra lo zero assoluto. Quando sublima- cioè quando passa dallo stato solido a quello gassoso- non produce e non riflette la luce. Ecco spiegate l’accelerazione del viaggiatore interstellare, la difficoltà nell’osservarlo e anche il suo aspetto allungato così inusuale. Per fare un semplice esempio, è come se fosse una saponetta che- lavaggio dopo lavaggio -si consuma diventando sempre più sottile.
I due ricercatori hanno anche avanzato un’ipotesi sulla possibile provenienza di questo iceberg scuro fatto di idrogeno. A loro avviso, si sarebbe generato in una Nube Molecolare Gigante, la stessa da cui si sviluppano le stelle, al cui interno (oltre che elio) si trova soprattutto idrogeno congelato per un’estensione di svariate decine se non centinaia di anni luce. Ovviamente, nessuno ha mai visto cosa succede all’interno di una di queste dense nubi. Ma se l’idea di Seligman e Laughton è corretta, il modo migliore per capire di più di queste immense fabbriche di stelle sparse nell’universo è studiare Oumuamua e gli altri oggetti identici a lui.
LA NUBE MOLECOLARE GIGANTE DETTA “TESTA DI CAVALLO”
Perchè questo è un altro punto importante: il viaggiatore spaziale che ci è venuto a trovare nel 2017 probabilmente ha molti, moltissimi gemelli sparsi ovunque nello spazio. La stima è pari all’equivalente di almeno una massa terrestre per stella. Tutti appariranno altrettanto neri nello spazio buio e saranno altrettanto difficilmente individuabili. «Il fatto di essere riusciti a vederne uno, implica che ce ne devono essere a tonnellate là fuori. La galassia deve essere piena di questi iceberg scuri all’idrogeno», ha confermato Seligman. «È incredibilmente fantastico.»
Se questo studio ha colto nel segno, allora prima o poi saremo in grado di vedere un altro oggetto del genere a forma di sigaro, con il medesimo moto e le stesse caratteristiche, e potremo dedurre che davvero questi blocchi di ghiaccio non riflettenti sono ovunque attorno a noi. Potrebbe farcela l’Osservatorio Vera Rubin, ovvero il Large Synoptic Survey Telescope, che entrerà in funzione in Cile nel 2023, creato proprio per individuare i corpi transitori in movimento in tutto il cielo visibile dall’emisfero australe: dovrebbe catalogare il 90 % degli oggetti che si avvicinano alla Terra di dimensioni superiori ai 300 metri di lunghezza. Se Oumuamua ha fratelli e sorelle, li troveremo.