Una richiesta che ha colto di sorpresa persino i ricercatori da anni impegnati nell’indagine sugli UFO e che da sempre chiedono a gran voce di fare piena luce: è quella avanzata il 17 giugno 2020 (forse una data che entrerà nella storia) dal Senato degli Stati Uniti. Per l’esattezza, la Commissione Intelligence– presieduta dal senatore repubblicano Marco Rubio- ha invitato i vertici del Dipartimento della Difesa di Washington a preparare un rapporto dettagliato e non classificato– quindi, non coperto da segreto- con tutte le informazioni in suo possesso sui fenomeni aerei non identificati.
LA COMMISSIONE INTELLIGENCE DEL SENATO STATUNITENSE
Ve ne abbiamo parlato nel precedente articolo pubblicato sul nostro blog (“Il Senato USA vuole tutte le informazioni sugli UFO”), sottolineando le implicazioni e gli elementi che fanno di questa iniziativa qualcosa di assolutamente nuovo e imprevisto in grado davvero di cambiare le carte in gioco per quanto riguarda il mistero che da troppo tempo circonda la questione. Più di cento anni, se consideriamo la prima segnalazione arrivata nel 1918 da un pilota della Prima Guerra Mondiale che si trovò di fronte un velivolo sconosciuto descritto come un vagone ferroviario con una fila di finestrini illuminati– evidentemente, un oggetto molto grande, dalla forma insolita e con varie luci.
È il primo caso ufficiale che il libro “UFO- Parlano i piloti” (di Alberto Negri e Sabrina Pieragostini, editore Mursia) ripercorre nei capitoli dedicati proprio alla storia di questi incontri assurdi avvenuti nei nostri cieli. Un secolo fa venivano chiamati phantom airship, aerei fantasma. Poi, col passare degli anni, sono stati definiti foo fighter, flying saucer, UFO, UAP, AAV… Tanti nomi e acronimi diversi, per un’unica realtà che ancora sfugge a una comprensione. Adesso, i senatori americani vogliono una spiegazione ufficiale e nel testo, allegato al disegno di legge relativo al budget destinato alla Commissione per il periodo 2020-2021, incaricano il Direttore della National Intelligence, il Segretario alla Difesa e i vari capi di agenzia di compilare una relazione esauriente su fenomeni aerei non identificati.
«La Commissione è preoccupata per il fatto che non esiste un processo unificato e globale all’interno del Governo Federale per la raccolta e l’analisi dell’Intelligence sui fenomeni aerei non identificati, nonostante la potenziale minaccia», hanno scritto nel rapporto. E ancora: «La Commissione comprende che i dati pertinenti possono essere sensibili. Nondimeno, ritiene che la condivisione e il coordinamento delle informazioni all’interno della comunità dei servizi segreti siano stati incoerenti e questo problema non ha attirato l’attenzione dei dirigenti superiori». Viene anche indicato un termine entro il quale consegnare il documento: 180 giorni– sei mesi- a partire dall’approvazione del disegno di legge.
Fox News ha chiesto il parere di Nick Pope, a lungo alle dipendenze del Ministero della Difesa britannico e per alcuni anni incaricato di indagare sugli avvistamenti di oggetti anomali proprio dal Governo di Londra. «Accolgo con favore questo sviluppo atteso da tempo. Suggerisce che quei senatori che hanno ricevuto il briefing riservato sugli UFO dell’anno scorso ne sono rimasti turbati e sono insoddisfatti dell’attuale posizione del Dipartimento della Difesa, che si è limitato ad affermare che gli oggetti misteriosi incontrati dai piloti della Marina rimangono semplicemente non identificati». Il Pentagono lo ha affermato ad aprile, quando con un comunicato ha ammesso che i video ripresi dai jet della US Navy- che circolavano ormai da tempo- erano effettivamente filmati autentici, non manipolati né alterati in alcun modo, e raffiguravano fenomeni senza spiegazione.
IL RICERCATORE INGLESE NICK POPE
I filmati risalgono a momenti diversi: uno è del 2004, gli altri due sono del gennaio 2015 . Ma secondo i commentatori, potrebbero essere solo alcuni di tanti video in possesso dell’Ufficio dell’Intelligence della Marina o di altre agenzie governative. Così come sicuramente, nel corso degli anni sono state raccolte valanghe di dati grazie alle strumentazioni, sempre più sofisticate, che tengono costantemente sotto controllo lo spazio aereo e l’atmosfera, ma che finora sono stati tenuti gelosamente custoditi all’interno di programmi segreti non condivisi nemmeno tra colleghi. È quello che lamentano i senatori firmatari della richiesta, quando parlano di incoerenza nella condivisione e nel coordinamento delle informazioni relative ai cosiddetti “fenomeni aerei anomali”.
Una definizione, riassunta nella sigla inglese UAP (Unidentified Aerial Phenomena), nata- ricorda Pope- proprio nel suo ufficio durante gli anni Novanta, per uscire dall’imbarazzo che generava il termine UFO, troppo “pop” e molto screditato. Usando il nuovo termine più asettico- non si parla più di oggetti che volano, ma di fenomeni dall’ampio spettro (quindi potenzialmente naturali, atmosferici, astronomici e così via), anche gli scienziati, i militari, i politici hanno accettato di affrontare l’argomento a lungo ridicolizzato per analizzarlo. Lo hanno fatto tanto a Londra quanto a Washington, sebbene il governo americano avesse ufficialmente rinunciato a indagare in materia nel 1969 con la chiusura del Progetto Blue Book. Un’altra bugia: lo abbiamo scoperto quando il New York Times, nel 2017, ha rivelato l’esistenza del programma segreto denominato AATIP promosso- ancora una volta- dal Senato.
IL. VELIVOLO MISTERIOSO IMMORTALATO DA UN VIDEO DEL PENTAGONO
Interessante anche l’osservazione che l’ex funzionario inglese (adesso scrittore e conferenziere chiamato in tutto il mondo) fa sugli effetti dei colloqui top secret che gli esperti della Navy hanno avuto mesi fa sia con i senatori interessati (supponiamo, tutti quelli della commissione Intelligence) sia con lo stesso Donald Trump. Pope sostiene che tali rapporti riservati siano stati “disturbanti”: i loro contenuti potrebbero aver convinto Capitol Hill che è giunto il momento non solo di fare chiarezza sull’origine di questi velivoli dalle prestazioni eccezionali, ma anche di informare il pubblico– insomma, i cittadini, tutti noi- su quanto scoperto fino ad ora. Una conclusione alla quale potrebbe essere giunto anche Trump.
Il Presidente degli Stati Uniti non ha mai nascosto il suo scetticismo ogni volta che un giornalista gli ha chiesto la sua opinione sul tema UFO. Anche commentando lo scorso anno i video del Pentagono , ha ribadito la sua posizione dicendo: «Ci sono piloti che giurano di aver visto queste cose. Io ci credo? Non particolarmente». Ma a fine giugno, intervistato dal figlio maggiore Donald Jr, ha asserito di sapere cosa è successo a Roswell («So cose molto interessanti»), di non poterne parlare pubblicamente ma di stare valutando la declassificazione delle informazioni riguardo il celebre caso. Allora davvero la tanto invocata “rivelazione” (disclosure, in lingua inglese) è vicina? In mezzo, ci sono le nuove elezioni presidenziali che potrebbero portare Biden alla Casa Bianca e i sei mesi di tempo concessi ai vertici dell’Intelligence che potrebbero essere usati per insabbiare tutto.