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Un altro pilota ammette: «Nel 1970 ho incontrato un UFO»

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Un oggetto misterioso, brillante, dalla forma assurda, sospeso nel cielo a una distanza e con una grandezza impossibili da valutare: se l’è trovato davanti agli occhi un pilota della RAF, la Royal Air Force britannica, molti anni fa. Ma solo adesso l’uomo- ormai nonno e in pensione da tempo- lo ha raccontato, mettendo nero su bianco la storia di quell’ incontro in quota al quale ancora oggi non sa dare una spiegazione logica.

IL LIBRO IN CUI VIENE RACCONTATO UNO STRANO INCONTRO NEI CIELI EUROPEI

IL LIBRO IN CUI VIENE RACCONTATO UNO STRANO INCONTRO NEI CIELI FRANCESI

Brian Burdett, questo il suo nome, oggi ha 83 anni. Nel libro “Quarantasette anni in volo” ha ripercorso la sua lunga carriera ai comandi di jet militari e poi commerciali: ha pilotato 25 diversi aeromobili, dai VC10  ai Falcon, dai Tristar a ogni modello disponibile di Boeing e tra i suoi passeggeri ha più volte avuto anche VIP come capi di governo e ministri. Quando è atterrato per l’ultima volta, nel dicembre 2000, Burdett aveva all’attivo 22.500 ore di volo. Dunque, di sicuro un pilota esperto e competente. Per questo, le sue parole non possono essere trascurate.

L’avvistamento sorprendente che l’ex comandante ripercorre nel suo libro è avvenuto nel 1970. Stava volando su un VC10, sulla rotta tra la base della RAF di Akrotiri, a Cipro, e quella di Brize Norton, nell’Oxfordshire, con a bordo personale militare con le rispettive famiglie. Nella cabina, c’erano anche il co-pilota Vic Stanton, un tenente navigatore e un tecnico di volo- un giovane sergente. Mentre si trovavano a 35mila piedi (circa 10.600 metri) 25 miglia a nord della Corsica, ecco apparire l’intruso che cinquant’anni dopo Brian Burdett non esita a definire un UFO a tutti gli effetti, escludendo che possa essere stato un velivolo costruito dall’uomo.

BRIAN BURDETT AI COMANDI DI UN AEREO DI LINEA

BRIAN BURDETT AI COMANDI DI UN AEREO DI LINEA

«Immagina un barile di petrolio da 56 galloni, di quelli che hanno dei piccoli rigonfiamenti a intervalli regolari. O immagina l’Omino Michelin. Non era nero o sporco, ma brillava luminoso con un bagliore immenso. Se ne stava sospeso alle nostre ore 11, sopra di noi. Poteva trovarsi a 6 metri, ma l’incapacità di percepire la sua distanza era inquietante, perché non riuscivamo a capirlo. Abbiamo concluso che avrebbe potuto essere a un miglio o di più a seconda della sua dimensione, qualunque cosa fosse. Era immobile e l’abbiamo perso di vista quando non abbiamo potuto alzare di più la testa. Era impossibile concentrarsi su di esso in modo normale».

Un oggetto enorme a grande distanza o forse un piccolo velivolo a pochi metri: i quattro militari nella cabina del VC10 , sgomenti, videro lo stesso identico fenomeno senza capire di cosa si trattasse. Subito, l’allora capo squadriglia informò  il più vicino centro di controllo aereo, quello di Nizza. Vennero fatti decollare due jet in scramble, ma non trovarono nulla né apparve alcunchè sui loro radar. Invece, un pilota della Pan-Am che si trovava sulla medesima rotta riferì- ricorda Burnett- di aver visto esattamente quell’oggetto luminoso e probabilmente anche il resto dell’equipaggio ne fu testimone.

SONO MIGLIAIA GLI AVVISTIMENTI UFO RIFERITI DAI PILOTI

SONO MIGLIAIA GLI AVVISTIMENTI UFO RIFERITI DAI PILOTI

«Se non era extraterrestre, è strano che quel velivolo non sia poi stato sviluppato e non sia diventato di conoscenza comune. Era così innaturale e straordinario, era al di là della normale conoscenza di come le cose sono o di come appaiono», scrive nel suo libro l’ex pilota, come riferisce il quotidiano The Sun in un articolo. Dopo la segnalazione inoltrata ai suoi superiori, Burdett  non ha saputo più niente di quello strano avvistamento del 1970 né dalla RAF né dal Ministero della Difesa. In precedenza, però, il pilota aveva avuto altre due esperienze bizzarre con sltri oggetti che definisce non terrestri.

La prima risale al 1951, quando vide una luce a grande distanza che schizzò via a una velocità incredibile. La seconda, ancora più strana, si verificò nel 1957, in una sala radar. «Stavo accompagnando alcuni piloti del Belgio in visita nella base RAF di Trimingham. Mentre venivamo ragguagliati davanti a un enorme schermo, un clacson si mise a suonare. Fummo subito sbattuti fuori dalla stanza, ma io vidi un ritorno sul radar agganciato a nord dell’Olanda che andava ad altissima velocità e che poi si fermò di botto. Pochi istanti dopo, ripartì di nuovo sorvolando l’estuario dell’East Anglia,  fino all’incirca a Scarborough in 3 o 4 secondi

La testimonianza di Brian Burdett va ad allungare la lista degli avvistamenti che hanno avuto per protagonisti i professionisti del volo. Nella storia dell’Aeronautica, sono ormai migliaia le segnalazioni- sempre circostanziate, dettagliate, precise e spesso  sconvolgenti. Gli episodi più eclatanti e più interessanti sono stati raccolti nel libro appena pubblicato da Mursia “UFO-Parlano i piloti”, che ho scritto insieme ad Alberto Negri: a raccontare questi assurdi incontri nei cieli di tutto il mondo sono innanzi tutto i testimoni oculari, i più credibili in assoluto in virtù della loro esperienza, del loro addestramento, delle loro competenze riguardo ciò che vola nei nostri cieli, ma anche i report ufficiali e le indagini degli esperti.

SONO DECINE I CASI ESAMINATI DAL LIBRO "UFO-PARLANO I PILOTI"

SONO DECINE I CASI ESAMINATI DAL LIBRO “UFO-PARLANO I PILOTI”

Casi celebri, che vengono ripercorsi alla luce degli ultimi documenti emersi, e casi praticamente sconosciuti portati finalmente all’attenzione del grande pubblico: scoprirete quanto siano frequenti questi “faccia a faccia” in volo con oggetti del tutto sconosciuti e dalle prestazioni inimmaginabili, ma anche quanto sia difficile, per un pilota, uscire allo scoperto e ammettere di averne visto uno. In “UFO- Parlano i piloti” c’è infatti anche la testimonianza di un comandante di linea tuttora in servizio che ha accettato di rivelare le sue esperienze in quota solo in cambio dell’anonimato. Perchè ancora oggi l’argomento imbarazza e confessare un avvistamento del genere può creare problemi. Ma un po’ per volta- e il caso di Brian Burdett lo dimostra- sempre più piloti trovano il coraggio di parlare.

 

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