I frammenti alieni del Pentagono, lo scoop che nessuno riprende
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Non crediamo agli UFO, studiamoli. Anche in Italia…

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Briefing classificati per i funzionari del Governo, agenzie di Intelligence al lavoro, senatori in pressing per avere tutte le informazioni: mai come adesso, la questione UFO è al centro del dibattito politico e davanti agli occhi dell’opinione pubblica. Per lo meno, negli Stati Uniti. Perché qui da noi, tutto tace. Sembra che nessuno si sia accorto del fermento Oltreoceano. Di certo, non nei palazzi della politica italiana sempre poco inclini a occuparsi di questa materia se non frettolosamente e contro voglia.

LE RIVELAZIONI SUGLI UFO HANNO ACCESO IL DIBATTITO NEGLI USA

LE RIVELAZIONI SUGLI UFO HANNO ACCESO IL DIBATTITO NEGLI USA

Arriva così la pressante richiesta del Centro Ufologico Nazionale e del Consiglio della Federazione Internazionale di Studi Avanzati che con un comunicato stampa si rivolgono al Parlamento e a tutti gli enti governativi potenzialmente interessati al problema. «Negli Stati Uniti,  questi ultimi mesi sono stati caratterizzati dal manifestarsi di un elevato livello d’attenzione istituzionale in merito al fenomeno UFO/UAP che ha visto il succedersi di iniziative senza precedenti, quali molteplici audizioni presso il Senato di piloti militari e funzionari di Intelligence, l’istituzione di una task force per lo studio del fenomeno da parte della Marina e la redazione da parte della stessa Arma di nuove procedure a uso dei piloti per il report di incontri», è la loro premessa.

«Considerato che anche in Italia, come peraltro nel resto del mondo, il fenomeno UFO/UAP continua ormai da molti decenni a manifestarsi, che la sua natura tuttora sconosciuta pone potenziali problemi di sicurezza nazionale così come del traffico aereo che non possono continuare ad essere ignorati»- prosegue la nota-  «il CUN  e il CIFAS  congiuntamente auspicano che il Parlamento italiano si faccia promotore di specifiche iniziative d’indagine e ricerca sul fenomeno UFO/UAP, una ricerca per di più che potrebbe produrre importanti ricadute positive per il Paese per via del suo elevato potenziale di innovazione scientifica.»

L'ARTICOLO CON L'ULTIMO SCOOP DEL NEW YORK TIMES

L’ARTICOLO CON L’ULTIMO SCOOP DEL NEW YORK TIMES

Far chiarezza sembra il minimo indispensabile, specie alla luce dell’ultimo scoop del New York Times. Accolto con freddezza, va detto. Pochi i giornali che lo hanno ripreso. Lo ha fatto ad esempio- con un articolo conciso, scarno di dettagli, ma comunque significativo- il sito online Livescience, che si occupa esclusivamente di scienza. In quelle poche righe, viene ribadita l’esistenza di un gruppo di lavoro creato da Washington  per indagare sugli UFO che ha preso il posto del progetto terminato nel 2012 e che ha tenuto briefing per funzionari governativi, addetti al settore aerospaziale e membri del Congresso in merito al recupero di materiali provenienti da “veicoli di altri mondi non fatti sulla Terra”. 

Il sito ha ricostruito in modo sintetico il quadro: dopo la fine dell’AATIP- il programma segreto reso noto nel 2017- è subentrato l’UAPTF, l’Unidentified Aerial Phenomenon Task Force alle dipendenze dell’Ufficio dell’Intelligence della Marina. Secondo il quotidiano newyorkese, questa unità investigativa è operativa da tempo e da anni mette al corrente chi di dovere delle sue scoperte riguardo questi fenomeni aerei anomali: ad essa, la Commissione Intelligence del Senato ha chiesto un rapporto completo delle sue attività di indagine sugli UAP che- ribadisce Livescience-non sono sinonimo di astronavi aliene: si tratta di oggetti al momento non spiegabili, per tanto l’obiettivo delle varie agenzie di spionaggio coinvolte nel loro studio è stabilire cosa siano e se costituiscano una minaccia alla sicurezza nazionale, non scoprire intelligenze extraterrestri.

LA TASK FORCE DELLA MARINA STUDIA AVVISTAMENTI COME QUESTO

LA TASK FORCE DELLA MARINA STUDIA AVVISTAMENTI COME QUESTO

Una precisazione doverosa. Ma d’altra parte tutti coloro che studiano la materia da osservatori dei fatti- e non da partigiani pro o contro- lo ripetono da sempre: non si può “targare” gli UFO finchè non sappiamo cosa sono realmente. Ma per farlo, dobbiamo studiarli senza preconcetti, come un qualsiasi altro argomento. Lo ribadiscono, in un nuovo articolo, i due reporter del New York Times per rispondere una volta per tutte alla domanda che spesso gli addetti all’informazione interessati alla materia si sentono fare: ma tu credi agli UFO? Ralph Blumenthal e Leslie Kean lo dicono anche a nome nostro: no, non ci crediamo. Per il semplice fatto che “essere o non essere”- in questo caso- non è una questione di credere oppure no. E citano l’antropologa Margaret Mead.

In un suo libro del 1974, in merito a questa domanda, la Mead non esitò a definirla sciocca: «Credere ha a che fare con la fede, non ha niente a che vedere con il tipo di conoscenza che è basato sulla ricerca scientifica… La gente forse crede nel sole o nella luna o nel passaggio delle stagioni o sulla sedia su cui è seduta? Quando vogliamo capire qualcosa di insolito, qualcosa di sconosciuto a tutti, dobbiamo rivolgere una serie di domande del tutto diverse: che cos’è? Come funziona?» Parole semplici, ma chiare. I due giornalisti rivendicano il loro diritto- e il loro dovere- di indagare su un programma di indagine che il Pentagono ritiene importante, considerando che lo porta avanti da oltre un decennio.

DA DOVE ARRIVANO QUESTI VELIVOLI SCONOSCIUTI?

DA DOVE ARRIVANO QUESTI VELIVOLI SCONOSCIUTI?

I loro articoli devono aver provocato un qualche imbarazzo o almeno delle incomprensioni, visto che Blumenthal e Kean sentono la necessità di rimarcare: UFO non significa alieni, se sono oggetti non identificati non si può sapere da dove provengono. Ma proprio l’alone di mistero che avvolge questi velivoli, della cui esistenza nessuno ora può più dubitare visto gli sforzi messi in atto del Pentagono per studiarli, li rende meritevoli di approfondimento. Soprattutto, a far scattare l’interesse è la tecnologia tanto avanzata, comprovata dai video (autentici) ripresi dai piloti della US Navy, che può costituire una seria minaccia e che apre molti interrogativi dal punto di vista scientifico: chi può essere arrivato a un tal livello all’insaputa delle agenzie di spionaggio attive in tutto il mondo?

È la domanda che mi sono posta insieme ad Alberto Negri nel libro “UFO:Parlano i piloti” (Mursia), un’indagine giornalistica che parte dai primi avvistamenti della Grande Guerra fino alle ultimissime novità, con decine di interviste, report, documenti ufficiali. Anche dalla nostra ricerca, emerge la seria preoccupazione dei funzionari governativi che sono alle prese con questo enigma: velivoli che possono muoversi indifferentemente nell’acqua e in aria, senza essere rilevati da sonar e radar a loro piacimento, con accelerazioni improvvise da quasi zero a migliaia di km/h in un istante pur in assenza di tutte le strutture indispensabili per volare- ali, motori, mezzi di propulsione…Insomma,  sono una vera sfida per la fisica.

SONO DECINE I CASI ESAMINATI DAL LIBRO "UFO-PARLANO I PILOTI"

IL LIBRO “UFO-PARLANO I PILOTI”, DI  ALBERTO NEGRI E SABRINA PIERAGOSTINI

L’eventualità che siano usciti da un laboratorio top secret di una qualche nazione della Terra appare molto remota: mezzi cosi avanzati surclassano qualsiasi tecnologia attualmente nota. Ecco allora perché sugli oggetti volanti non identificati o- se preferite- sui Veicoli Aerei Anomali (AAV, la sigla ora più di moda) è lecito aprire ipotesi anche sconcertanti. Lo ha abbiamo fatto noi nel nostro libro, lo fa il New York Times elencando gli indizi che spingono in questa direzione. Sconcertanti come le dichiarazioni, piuttosto esplicite, fatte da Luis Elizondo sia nella sua unica partecipazione a un convegno ufologico al di fuori dagli Stati Uniti, quello del CUN nel 2018 a Roma, sia in alcune interviste: l’ex direttore dell’AATIP ha parlato di frammenti rinvenuti nei siti di presunti UFO crash dalle caratteristiche eccezionali.

Lo ha fatto anche il fisico Hal Puthoff, ora anche l’astrofisico Eric Davis. Era lui, a quanto pare, a illustrare le scoperte nel corso di quei briefing riservati adesso rivelati dal giornale americano. I due reporter del NYT hanno a questo proposito menzionato le slide nelle quali si fa riferimento a materiale “non di questo mondo” recuperato da siti di schianti a terra di AAV.  Affermazioni straordinarie però richiedono prove straordinarie, si sa. Per questo, sono i due giornalisti per primi a sottolineare che di prove non ce ne sono- intese come campioni di materiale da mostrare in prima serata in tv. Impresa impossibile, per ora, almeno fino a quando le informazioni relative saranno classificate,  quindi a disposizione solo di chi ha l’autorizzazione per conoscerle (e la necessità, il cosiddetto “need to know”).

LUIS ELIZONDO IJIN MEZZO AD HAL PUTHOFF( ALLA SUA DESTRA) E ED ERIC DAVIS

LUIS ELIZONDO IN MEZZO A HAL PUTHOFF (ALLA SUA DESTRA) E  ERIC DAVIS

Ma le fonti dei due reporter hanno assicurato che quei frammenti esistono, che quei briefing ci sono stati e che quando l’Intelligence usa la sigla AAV non si riferisce a strani velivoli prodotti da una qualche Nazione avversaria- come Russia o Cina- ma intende quel tipo di tecnologia che rientra nel regno dell’assolutamente inspiegabile. E hanno anche garantito che le loro presentazioni davanti a esponenti del Governo si basavano su fatti, non su credenze.  Quindi, no. Non credete agli UFO,  perché non serve un atto di fede: servono dati, notizie, rapporti, analisi. Bisogna informarsi, approfondire, studiare. Lo deve fare la scienza, incaricata dalle istituzioni e con il supporto dell’opinione pubblica.  Facciamolo, anche in Italia.

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