Ci sono voluti 25 anni, ma alla fine il Ministero della Difesa di Buenos Aires ha reso pubbliche tutti le carte relative a un incontro ravvicinato con un oggetto volante non identificato avvenuto sull’aeroporto di San Carlos de Bariloche il 31 luglio 1995, durante la fase di atterraggio di un Boeing 727. È la prima volta che il Governo argentino declassifica un dossier legato agli UFO. A ottenere la documentazione è stato la CEFORA, la Commissione di Studio del Fenomeno OVNI della Repubblica Argentina.
UNA RICOSTRUZIONE DEL “CASO BARILOCHE”
L’episodio- noto come “il Caso Bariloche”– ha avuto come protagonisti principali il pilota Jorge Polanco, all’epoca comandante della compagnia di bandiera Aerolineas Argentinas, Ruben Cipuzak e Domingo Gaitàn della Gendarmeria Nazionale, il sottoufficiale presente in torre di controllo, Daniel Garcia, e il personale del centro di meteorologia dello scalo internazionale. Il Boeing fu costretto a compiere una manovra per evitare l’impatto con un velivolo sconosciuto descritto da Polanco come un oggetto solido a forma di piatto rovesciato, con luci verdi alle estremità e arancioni al centro, che si sarebbe affiancato all’aereo in avvicinamento alla pista.«Il campo magnetico prodotto da quel velivolo inspiegabile ha causato un’interruzione della corrente, impedendo le manovre d’atterraggio», disse il comandante alla stampa che seguì con grande enfasi il caso.
Un racconto confermato dagli altri testimoni– i due piloti della Gendarmeria impegnati in un volo medico e l’addetto al radar: anch’essi videro una luce misteriosa seguire l’aereo delle linee argentine. Eppure, già a settembre, la pratica fu rapidamente archiviata dall’Aeronautica Militare come se nulla fosse accaduto: secondo l’indagine ufficiale, si escludeva a priori «l’invasione dello spazio aereo da parte di oggetti aerei convenzionali noti», ma non si poteva eliminare la possibilità che si fosse semplicemente verificata «una confusione con oggetti naturali o riflessi di luci sulla coltre delle nuvole o qualche altro fenomeno ottico di spiegazione non immediata». In ogni caso, niente di tanto rilevante da richiedere un approfondimento.
L’ARTICOLO DI UN QUOTIDIANO CON L’INTERVISTA AL PILOTA DEL BOEING
Ora i documenti sono stati finalmente declassificati, dopo oltre due decenni di richieste, e sono disponibili online al link: https://drive.google.com/file/d/1FF-e1pB2qyCh9oUAumlbgGzOAReFN1M3/view Dalle trascrizioni delle comunicazioni intercorse la sera di quel 31 luglio 1995 tra il volo 674 in avvicinamento sulla pista di atterraggio e la torre di controllo, emerge un crescendo di tensione: Jorge Polanco avvista una luce, chiede al controllore se c’è altro traffico in zona e ottiene assicurazioni che può procedere all’atterraggio. Ma il comandante insiste: c’è un oggetto con due luci intermittenti brillanti vicino al Boeing. «È…no, è… crediamo che sia un disco volante», dice il comandante. Dopo un buco di registrazione, le voci dell’addetto al radar e del pilota ritornano: la luce è sempre vicino all’aereo e la torre ordina un cambio di pista. Polanco inizia la virata e riesce ad atterrare senza conseguenze.
Nelle sue dichiarazioni ufficiali- controfirmate anche dal copilota e dal tecnico di volo a bordo- il comandante riferisce l’accaduto, sottolineando che al momento del calo di energia (quando c’è stata l’interruzione nel collegamento via radio) anche le strumentazioni nella torre di controllo hanno smesso di funzionare e riferisce, a conferma del suo racconto, che un aereo della Gendarmeria ha visto un oggetto volante vicino al volo 674. Un oggetto che- dice sempre il capitano dell’Aerolineas Argentinas- si è poi allontanato a una velocità non calcolabile. La mancanza di energia elettrica ha lasciato al buio l’intero aeroporto: lo afferma Daniel Garcia, l’addetto ai radar, che nella sua deposizione conferma anche di aver visto la luce, di color bianco/ambra, seguire l’aereo di linea.
UNA FOTO RECENTE DELL’EX COMANDANTE JORGE POLANCO
Un mistero, ma non per il Governo di Buenos Aires. Già nel 2018, è stato pubblicato il rapporto finale: non c’è stato nessun UFO, nessun velivolo sconosciuto. Per l’Aeronautica l’episodio è stato involontariamente provocato da una persona che da terra stava testando un potente proiettore verso le nuvole, proprio mentre il Boeing e l’aereo della Gendarmeria si stavano avvicinando all’aeroporto, creando confusione. Poco conta che quella notte, secondo i dati del servizio meteorologico nazionale, il cielo fosse solo parzialmente nuvoloso, con visibilità di 30 chilometri. Di nessun rilievo, poi, i racconti dei testimoni- piloti esperti, professionisti qualificati. Ora la pubblicazione della documentazione completa del Caso Bariloche permetterà un riesame di tutti gli elementi e forse anche una revisione delle conclusioni.