Un evento senza precedenti: una conferenza in live streaming, in tre lingue, con gli interventi in differita e in diretta di ricercatori di fama internazionale, seguita da centinaia di spettatori. Ecco- in estrema sintesi- cosa è stato “UFO: Back to the Future”, l’iniziativa che ha visto Extremamente e il Gruppo Accademico Ufologico di Scandicci unire le forze per garantire al loro pubblico, anche in questi mesi di emergenza, gli appuntamenti annuali dedicati all’approfondimento e alla divulgazione della tematica. Ripercorriamone i momenti salienti, per chi se lo è perso…
DOMENICA 15 NOVEMBRE CON “UFO: BACK TO THE FUTURE” IN DIRETTA WEB
Dopo i saluti iniziali dei due presidenti (Pietro Marchetti del GAUS e Sabrina Pieragostini) e il discorso introduttivo del chairman Filippo Sarpa- tutto sempre rigorosamente in italiano, inglese e spagnolo– il primo intervento è stato quello dell’antropologo sudcoreano Go Han. Impossibilitato a intervenire per un problema personale, ha comunque autorizzato gli organizzatori del 22° Congresso Ufologico Internazionale di Firenze e dell’8° Meeting “Figli delle Stelle”, a utilizzare la sue ricerche e il suo materiale fotografico per illustrare la sua presentazione, realizzata da Sara Rolando. Per il professor Han, i racconti di testimoni credibili e verificati riguardo incontri ravvicinati con oggetti volanti non identificati e i loro equipaggi inducono a ritenere plausibile che il fenomeno UFO non solo sia reale, ma legato a visitatori provenienti da altrove.
Tra le testimonianze considerate più importanti dall’antropologo sudcoreano, quelle dei più piccoli- con minori sovrastrutture culturali e minor attitudine all’inganno. Come ad esempio gli alunni della scuola primaria Broad Haven, nel Galles, che nel 1977 videro un disco volante muoversi tra gli alberi del cortile dell’istituto e una creatura vestita d’argento. Tutti i bambini vennero ascoltati, separatamente, dagli insegnanti molto scettici e tutti disegnarono praticamente lo stesso oggetto. Simile l’episodio che vide coinvolti i ragazzi di una scuola dello Zimbabwe nel 1994: un caso studiato dal celebre psichiatra John Mack. In quel caso, gli esseri usciti dall’UFO avrebbero persino comunicato mentalmente con i piccoli testimoni, dicendosi preoccupati per il futuro del pianeta Terra.
I DISEGNI DELL’UFO VISTO DAI BIMBI DI BROAD HAVEN
È stata poi la volta di Nikolaj Subbotin, fondatore della Stazione Ufologica di Ricerca Russa. Giornalista, documentarista, esploratore, Subbotin ha tracciato un quadro delle indagini condotte ai tempi dell’URSS sia dai militari che dall’Accademia di Scienze per far luce su strani velivoli segnalati nei cieli dell’allora impero sovietico. Tra le altre cose, l’ufologo russo ( tradotto in simultanea da Matteo Mazzoni) ha rivelato che a Mosca esisterebbe una struttura in un centro di ricerca scientifico nella quale sono custoditi vari artefatti provenienti da UFO e che lui stesso ha sottoposto ad esami dei frammenti provenienti dal luogo di un probabile crash: l’analisi chimica avrebbe individuato una composizione anomala con una concentrazione al 99 per cento di tungsteno, un metallo estremamente resistente usato nell’industria aerospaziale.
Dalla Russia agli Stati Uniti, per fare il punto sui clamorosi video del Pentagono– che di fatto, nel 2017, hanno riacceso i riflettori sul fenomeno e autorizzato a parlare degli UAP come realtà ormai innegabile- e il ruolo avuto dall’Intelligence nell’autorizzare la loro diffusione. Il mio intervento si è focalizzato sulla richiesta avanzata dal Senato americano di avere tutti i dati raccolti dai diversi servizi e sulla riflessione portata avanti da Chris Mellon, vice segretario alla Difesa per l’Intelligence nelle amministrazioni Clinton e Bush figlio, attualmente consigliere di To The Star Academy, la corporation che per prima ha squarciato il velo sugli incontri ravvicinati dei piloti della US Navy. Nella sua analisi, Mellon ha infatti elencato tutte le strutture civili e militari (da satelliti ai radar, dal DARPA al NORAD) che devono aver registrato, nel corso degli anni, il passaggio di questi velivoli nella nostra atmosfera. A suo avviso, esisterebbe una enorme quantità di informazioni stipate negli archivi, mai prese in esame perché le singole agenzie governative procedono a compartimenti stagni e non condividono i dati tra loro.
UNO DEGLI OGGETTI MISTERIOSI RIPRESI DALLA MARINA MILITARE USA
A chiudere questa intensa mattinata, è stato il Caso Pascagoula, uno degli episodi di rapimenti alieni più clamorosi mai avvenuti negli Stati Uniti, sul quale ha indagato l’ufologo britannico Philip Mantle. È stato lui il primo ad intervistare uno dei due protagonisti della vicenda, all’epoca dei fatti (il 1973) appena 19enne, ovvero Calvin Parker, che ha accettato di parlare solo nel 2018- tanto era rimasto scioccato dall’esperienza. Nella sua relazione e poi rispondendo alle domande del pubblico in diretta, Mantle ha ricostruito tutta la storia, rivelando retroscena e dettagli poco noti, come il fatto che anche altri residenti della zona, lungo il corso del Mississippi, la sera della presunta abduction videro sospesa sul fiume una strana luce blu. La stessa dalla quale, secondo Parker e il compagno di sventure Charles Hickson (scomparso una decina di anni fa), sarebbero scesi degli umanoidi dall’aspetto mostruoso che li avrebbero condotti all’interno della loro astronave.
LE CREATURE DEL CASO PASCAGOULA
Alla ripresa dei lavori, nel primo pomeriggio, la parola è andata a Jose Lay, per molti anni figura di primo piano del CEFAA, il Comitato di Studio dei Fenomeni Aerei Anomali promosso dal governo di Santiago del Cile per far luce sugli avvistamenti spesso segnalati dai piloti. Impressionati le registrazioni audio intercorse tra alcuni comandanti di linea e la torre di controllo, nastri da quali si evince la tensione che sfocia in paura per la presenza di velivoli di natura e provenienza sconosciute apparsi all’improvviso sulle rotte commerciali con il rischio concreto di impatto in volo- vere e proprie “near miss”, collisioni sfiorate. Lay ha anche parlato di altri episodi sorprendenti, come l’Incidente dell’isola Roberston, verificatosi in Antartide negli anni Cinquanta del secolo scorso, il celebre rapimento dl caporale Armando Valdes e il video ripreso nel 2014 da un elicottero militare cileno che per alcuni aspetti ricorda i filmati dei piloti della Marina americana.
L’OGGETTO RIPRESO NEI CIELI DEL CILE NEL 2014
Affascinante l’intervento di Ricardo Gonzalez, forse il contattista attualmente più famoso al mondo. Peruviano, ora residente in Argentina, ha raccontato come è iniziata l’incredibile storia che lo vede protagonista da quando era giovanissimo: sarebbe entrato in comunicazione con entità che proverrebbero da un pianeta vicino ad Alpha Centauri, chiamato Apu. Gonzalez avrebbe avuto più volte la conferma della veridicità dei loro messaggi: gli Apuani gli avrebbero indicato in anticipo i luoghi e i giorni in cui sarebbero apparsi con le loro astronavi luminose. Avvistamenti di massa, di fronte a un numero crescente di testimoni oculari, tra i quali anche la nota giornalista Paola Harris, che ha addirittura a sua volta potuto incontrare, di persona, questi visitatori spaziali.
IL CONTATTISTA SUDAMERICANO RICARDO GONZALEZ
Tantissime le domande arrivate per il contattista sudamericano da chi stava seguendo la diretta. Gli è stato chiesto ad esempio perché era stato scelto proprio lui dagli Alieni. Gonzalez ha ribadito di non essere una persona speciale, semplicemente forse è stato ritenuto in grado di sopportare critiche e attacchi personali (è stato anche licenziato, quando ha iniziato a parlare in tv dei suoi incontri) e capace di comunicare nel modo più efficace le sue esperienze. Ha poi affermato che i suoi amici di Alpha Centauri gli avevano anticipato che l’umanità avrebbe dovuto affrontare un’emergenza di carattere mondiale, seria anche se – dicevano- sarebbe stata volutamente amplificata per mettere alla prova la nostra resilienza. In vista- ahimè- di situazioni ben più drammatiche che potrebbero coinvolgere il nostro pianeta.
Proverrebbero non da altri mondi, ma piuttosto da altri tempi i bizzarri occupanti dei dischi volanti. Quindi più che extraterrestri, sarebbero extratempestri- terrestri del futuro. Questa la convinzione dell’antropologo americano Michael Masters che ha esposto la sua ipotesi in una articolata relazione. L’evoluzione dell’Homo Sapiens e i cambiamenti morfologici che hanno portato l’uomo moderno ad avere- ad esempio- un cranio e un cervello più grande rispetto agli altri primati e una peluria molto ridotta, proiettati in migliaia o milioni di anni in avanti fanno pensare che gli umani del futuro potrebbero avere un aspetto molto vicino a quello tradizionalmente attribuito ai cosiddetti “Grigi”– teste grosse, pelle glabra, ecc. Per Masters, le differenze tra le cosiddette specie aliene potrebbero essere soltanto differenze di epoche: gli ET più simili a noi arriverebbero da un futuro più prossimo.
LA CLASSICA RAFFIGURAZIONE DI UN ALIENO GRIGIO
Dulcis in fundo, da Los Angeles ecco l’ospite più atteso: il fisico teorico Jack Sarfatti. Prima, nel suo intervento, ha spiegato la tecnologia che fa volare gli UFO: una tecnologia che ancora non possediamo, basata sull’antigravità, ma che potremmo presto ottenere perché perfettamente giustificabile con la meccanica quantistica. Talmente straordinaria- ha dichiarato lo scienziato americano- che rivoluzionerebbe l’intera scienza. Potremmo esplorare il cosmo, fare viaggi interstellari. «Non capisco perché Musk spenda tutti quei soldi per costruire dei razzi convenzionali, con l’antigravità potremmo arrivare su Marte in un secondo», ha detto Sarfatti durante la sessione Domande&Risposte. E per volare da una stella all’altra, secondo lui basterebbe l’energia contenuta in una pila AAA…Il fisico si è detto in grado di realizzare un oggetto simile al Tic-Tac della Nimitz, ma ha anche sostenuto che il governo americano invece non ne ha idea. “L’Intelligence non è per niente intelligente!”, ha scherzato.
IL FISICO TEORICO JACK SARFATTI
Il tutto, in 9 ore di live streaming che sono filate via praticamente perfette, grazie alla conduzione in tre lingue dell’instancabile Filippo Sarpa e all’enorme mole di lavoro svolto prima e durante il convegno per contattare i relatori in ogni parte del mondo, tradurre i loro interventi, preparare le slides, montare i promo e le sigle introduttive, coordinare la messa in onda dei contribuiti registrati e i collegamenti in diretta (alla regia, Davide Bardelli e Niccolò Focardi, con la supervisione di Marco Baldini), smistare le domande del pubblico (merito di Lorenzo Carli), mettere in piedi una diretta accattivante dal punto di vista grafico, interessante nei contenuti e innovativa nella forma. Un esperimento coraggioso e ben riuscito, che ha registrato oltre 2400 contatti con una permanenza media di circa mezz’ora e uno “zoccolo duro” di 160 spettatori che non se ne sono mai andati. Un grazie di cuore a tutti coloro che ci hanno seguito il 15 novembre. Nei prossimi giorni, i video dei nostri relatori verranno ripostati su Youtube, per chi non li ha visti e per chi li vuole rivedere ancora.