Un mistero nel mistero. Non si sa chi l’abbia realizzato, chi lo abbia collocato nel bel mezzo del nulla e chi poi lo abbia fatto sparire. Il monolite dello Utah in pochi giorni è diventato “virale”, come si suol dire quando una notizia si diffonde in un battibaleno online, e ha stuzzicato la fantasia di mezzo mondo facendo subito pensare all’omologo di pietra nera del film “2001- Odissea nello Spazio” che evocava intelligenze aliene, Ma così come è apparso, allo stesso modo è scomparso, lasciando solo dubbi e interrogativi sulla sua provenienza e sul suo scopo.
Facciamo un passo indietro. Il 18 novembre, un elicottero del Bureau of Land Managment (una agenzia del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti che si occupa della gestione di terreni pubblici) stava sorvolando il deserto dello Utah– un’area suggestiva, caratterizzata da onde di pietra color rosso ocra, scenari perfetti per un film western- per fare un censimento delle pecore delle Montagne Rocciose, quando si è imbattuto in qualcosa di inatteso. In lontananza, nascosto all’interno di una gola profonda, si vedeva un intenso riflesso. Una volta atterrati, gli uomini a bordo hanno capito cosa lo aveva prodotto: era un oggetto metallico, alto quasi quattro metri, ben piantato sul suolo roccioso.
Liscio, argenteo, l’obelisco di metallo è stato trovato per puro caso in un punto particolarmente difficile da raggiungere. Nel diffondere la notizia, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dello Utah ha preferito non dare indicazioni precise, per evitare che frotte di curiosi cercassero di raggiungerlo rischiando di farsi male. Ma la cautela è stata inutile: gli Sherlock H0lmes del web hanno subito scoperto le coordinate GPS dell’oggetto metallico e nei giorni seguenti decine di escursionisti si sono fatti un selfie accanto all’enigmatico monolite (o monòlito, se preferite). Fino all’amara sorpresa: qualche giorno fa, l’ultimo gruppo di appassionati non ha trovato più niente. O meglio, al posto del blocco alto 12 piedi, c’era solo un triangolo del medesimo materiale (apparentemente la base o la copertura superiore) e una pila di pietre, accatastata da qualche buontempone.
Chi lo ha rimosso? Forse le stesse persone che lo avevano piazzato in quel remoto angolo del mondo – la strada più vicina dista parecchie miglia- e che poi, infastidite dal clamore, hanno deciso di posizionarlo altrove? Oppure qualcun altro per un motivo ancora da accertare? Gli uffici del Land Managment assicurano che non sono stati loro a spostare la struttura e che non sono neppure coinvolti nelle indagini: «Non indaghiamo su crimini che coinvolgono proprietà private, questi reati sono di pertinenza dell’ufficio dello sceriffo locale», la loro dichiarazione. Quindi dobbiamo immaginare che una squadra di persone , per motivi ignoti, abbia prima conficcato nella dura roccia quell’oggetto pesante forse qualche decina di chili e poi- essi stessi o altri sconosciuti- se lo siano portati via indisturbati. Ma resta aperta la domanda: perché? A che cosa serviva quel monolite?
Ora un testimone, Ross Bernards, un fotografo del Colorado che si era recato sul posto per immortalare l’obelisco, racconta di aver assistito alla rimozione. «Ho visto quattro uomini buttare a terra il monolite e portarlo via in carriola», ha detto. Bernards si era appostato con alcuni amici per catturare le immagini del misterioso oggetto, ma non erano soli nel canyon: «C’erano inizialmente altre quattro persone che avevano addobbato il monolite con luci natalizie», ha raccontato alla rete Kutv di Salt Lake City. Poi è arrivato un altro gruppo di 4 uomini. «Spero tu abbia già scattato le foto», gli ha detto uno di loro prima di cominciare a prendere il monolite a spintoni per abbatterlo al suolo: cosa puntualmente accaduta. Dopo di che i quattro hanno caricato l’oggetto su una carriola e se ne sono andati. L’intera operazione, secondo quanto ha detto Bernards, non avrebbe richiesto più di un quarto d’ora. Come erano arrivati, i quattro sono spariti nel nulla.
Il fotografo- non si sa bene perché- non ha ripreso l’abbattimento del monolite, ma uno dei suoi amici, Michael James Newlands, ha invece scattato qualche immagine col cellulare. Tra l’altro, secondo Bernards, l’oggetto era formato da una struttura di legno rivestita con una lamina metallica. Immagini tratte da Google Earth sembrano provare che fosse già in situ da almeno 4 anni, come ha mostrato ad esempio il blog Hisutton.com: in una foto del luogo ripresa dai satelliti nell’agosto 2015 non compare nulla, in una scattata nell’ottobre 2016 l’oggetto è invece visibile. Ma datare la sua presenza non aiuta molto a risolvere il mistero. Il pilota che lo ha ritrovato, Bret Hutchings, ha detto alla stampa che a suo avviso poteva trattarsi di una installazione artistica di tipo New Age oppure l’omaggio di un fan del film di Stanley Kubrick, tratto dalla novella di fantascienza scritta da Arthur C.Clarke. Un’ipotesi avanzata anche dal New York Times (ebbene sì, anche il prestigioso quotidiano si è occupato della questione) che ha fatto il nome del probabile artista che lo avrebbe realizzato: John McCracken, morto alcuni anni fa.
Lo scultore minimalista viveva nel New Mexico e ha creato opere molto simili al monolite dello Utah. Il suo agente, David Zwirner, ha dichiarato che inizialmente era convinto che si trattasse di un pezzo segreto di McCracken, per la sua somiglianza impressionante con l’opera “Fair” del 2011 esposta proprio nella Galleria d’arte di Zwirner a Manhattan. Poi però ha cambiato idea. Al giornale Art Newspaper, ha detto: «Non si tratta di un lavoro dell’artista americano John McCracken, sospettiamo che sia il tributo che gli ha rivolto un artista suo seguace». La stessa opinione espressa dal figlio dello scultore scomparso, Patrick, che ha ricordato un episodio: nel maggio 2002, il padre, guardando il cielo stellato sopra di loro, gli disse che gli sarebbe piaciuto lasciare una delle sue opere d’arte in un luogo remoto in modo che fosse scoperta solo dopo anni. «Non scherzava, era ispirato dall’idea di visitatori alieni che lasciano oggetti simili ai suoi lavori», ha detto. Ma per McCracken jr, a realizzare il sogno paterno sarebbe stato qualcun altro, allineato alla sua visione artistica.
John McCracken credeva infatti che alcune razze aliene fossero in grado di visitare la Terra, anzi, secondo lui lo avevano fatto per secoli e non erano affatto mal disposte verso di noi: avrebbero piuttosto aiutato l’umanità ad evolvere. Lo scultore di origini californiane, molto appassionato di fantascienza, credeva nei viaggi nel tempo ed era fra l’altro amico di Leonard Nimoy, il famoso “Spock” di Star Trek , collezionista delle sue opere. A considerare plausibile che il monolite dello Utah sia legato all’attività artistica di questo scultore è anche lo scrittore e ricercatore Pablo Ayo, che sul suo canale YouTube “Pablo Ayo – Frontiere” ha dedicato un approfondimento alla vicenda (per saperne di più, https://youtu.be/bOrvZliPbjM). «Potrebbe trattarsi effettivamente di una sua opera. E se così fosse, la sua scomparsa non sarebbe un grande mistero, visto che alcune dello opere dello scultore John McCracken vengono valutate attualmente anche mezzo milione di dollari.» Insomma, un furto bello e buono.
Ayo è sicuro che con tutta questa storia gli Alieni c’entrino molto poco, se non al massimo come ispiratori. Già a deporre a sfavore dell’ipotetica origine extraterrestre dell’oggetto metallico, è la sua fattura tutt’altro che perfetta, specie ora che sappiamo che al suo interno era fatto di legno… «L’oggetto ha effettivamente fatto nascere le ipotesi più controverse. Qualcuno ha ipotizzato addirittura che potesse essere di origine non terrestre», mi ha infatti detto. «Ma si vedono dei rivetti, delle saldature che dimostrano che è stato fatto da esseri umani. Altri però hanno ipotizzato che all’interno dell’oggetto, che non è mai stato aperto, potessero trovarsi delle strumentazioni , forse di stampo militare, magari atte a rilevare le attività della zona nella quale molto spesso vengono avvistati degli UFO». A rendere poi ancora più intrigante il mistero, le ultime news pubblicate dal Daily Star.
Secondo il quotidiano britannico, un altro obelisco d’acciaio pressoché identico avrebbe fatto la sua comparsa dall’altra parte del mondo rispetto allo Utah, ovvero in Romania, vicino a Piatra Neamt e al sito archeologico di Petrodava, una fortezza dei Daci distrutta dai Romani. Sarebbe spuntato dal nulla, dice il giornale, il 26 novembre- praticamente quando si sono perse le tracce di quello americano- di fronte al Monte Ceahlau, noto anche come la Montagna Sacra. Anch’esso alto circa 4 metri, di metallo argenteo, si distingue per la superficie non liscia, ma ricoperta di “scarabocchi” incisi sui suoi lati. Siamo di fronte a una trovata pubblicitaria, a una bravata, a un colossale scherzo o a cos’altro? In ogni caso, anche questa installazione rumena potrebbe avere le ore contate: si trova su una proprietà privata, in un’area archeologica protetta, ed è priva di autorizzazioni. E come hanno già detto le autorità dello Utah, è illegale. E non importa da quale pianeta arrivi…