Vuole capire cosa sono gli UFO, crede negli Alieni, è interessato al paranormale. E adesso Robert Bigelow, il multimilionario americano coinvolto nelle ricerche condotte dal Pentagono per indagare sui fenomeni aerei anomali, intende scoprire cosa c’è nell’Aldilà. Esiste la vita dopo la morte? Cosa accade quando attraversiamo quel fatale confine? Un interrogativo che spaventa e strugge l’Uomo dalla notte dei tempi. Bigelow crede di sapere la risposta, ma vuole dimostrarlo scientificamente. Così ha lanciato un concorso, con un montepremi da capogiro (quasi un milione di dollari), per trovare la prova più convincente della sopravvivenza della coscienza umana dopo la fine dell’esistenza corporea.
COSA SUCCEDE DOPO LA MORTE?
A spingerlo a promuovere questa nuova ricerca, la recente scomparsa della moglie morta a 55 anni di leucemia. Pochi mesi dopo, il ricchissimo imprenditore che ha fatto fortuna grazie alla catena alberghiera “Budget Suites of America” ha fondato il Bigelow Institute for Consciousness Studies. Al concorso possono partecipare solo ricercatori qualificati, con un’esperienza di almeno 5 anni in questo campo: dovranno presentare uno studio sull’argomento di massimo 25 mila parole. Al primo classificato andranno 500 mila dollari, 300 mila al secondo e 150 mila al terzo. A proclamare il 1° novembre 2021 il vincitore sarà una commissione formata, tra gli altri, anche dal neuroscienziato Christopher Green, dal docente di filosofia e religione Jeffrey Kripal e dalla giornalista Leslie Kean, autrice del libro “Surviving Death” che ha ispirato un documentario trasmesso su Netlix.
Robert Bigelow ha dichiarato di avere già un’idea di cosa potrebbe essere la prova migliore per dimostrare la sopravvivenza della coscienza– o se preferite, dell’anima- ma non intende rivelarla per non condizionare la ricerca. D’altra parte, non è la prima volta che il miliardario affronta l’argomento spinto da motivi strettamente personali. La vita infatti non gli ha risparmiato lutti atroci. Come ricorda l’articolo di Ralph Blumenthal scritto per il New York Times, nel 1992 il figlio Rod Lee si suicidò: aveva appena 24 anni, un neonato e un’altra bimba in arrivo. Il primogenito, dopo un’adolescenza di tossicodipendenza, si tolse la vita vent’anni più tardi. Due tragedie che spinsero il magnate a cercare conforto dal noto medium americano George Anderson. Non riuscì ad avere un vero contatto con il figlio morto, ma in qualche modo dalle sedute spiritiche maturò la convinzione che la sua essenza esisteva ancora e stava bene.
IL MULTIMILIONARIO ROBERT BIGELOW
Già nel 1997 Robert Bigelow sostenne con una ricca donazione una cattedra per studiare la coscienza presso l’Università del Nevada. Dopo alcuni anni, il tentativo naufragò con un nulla di fatto. «Sfortunatamente, non siamo riusciti a fare progressi sull’argomento», ammise. Ma il suo interesse per la vita dopo la morte non si fermata, anzi, è sempre andata di pari passo con quello per la vita aliena. Una passione che ha origini lontane, come lo stesso Bigelow ha spiegato in un’intervista alla CBS. Nel maggio 1947 (poco prima del famigerato crash di Roswell) i nonni paterni vissero un’esperienza traumatizzante: mentre erano in auto, vennero investiti da una luce accecante scesa dal cielo e sperimentarono un missing time, tipico delle abduction. Ma non vollero mai raccontare cosa accadde loro in quel lasso di tempo sospeso.
Poi, fu la volta del piccolo Robert. Anche lui, da bambino, ha avuto esperienze anomale. Di una non parla mai, le altre preferisce considerarle solo dei sogni, ma in ogni caso lo impressionarono cosi tanto da indurlo a fare una promessa a se stesso. «Ne ero affascinato. Quando ebbi 12 o 13 anni, mi ripromisi che mi sarei occupato di qualcosa che aveva a che fare con lo spazio e con gli UFO se avessi avuto il denaro per farlo». Promessa mantenuta non appena è diventato uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti: nel 2007 il suo patrimonio ammontava a 700 milioni di dollari. Nel 1992, ha creato la Bigelow Foundation e collaborato con Bob Lazar– la “gola profonda” che sostiene di aver lavorato all’ingegneria inversa su alcuni velivoli extraterrestri nell’Area 51. Ha poi anche sostenuto John Mack, lo psichiatra di Harvard che prese seriamente in esame i resoconti dei rapimenti alieni. Nel 1995, ha fondato il National Institute of Discovery Science per studiare il paranormale e l’anno seguente ha acquistato lo Skinwalker Ranch, tristemente famoso tra gli appassionati per le manifestazioni di creature mostruose, poltergeist e altri fenomeni del genere.
IL FAMIGERATO SKINWALKER RANCH
I due proprietari glielo avevano svenduto pur di liberarsene, terrorizzati dall’apparizione di un orrendo lupo gigante mutaforma (lo Skinwalker delle leggende diffuse tra i Navajo) e dalle mutilazioni di vari capi di bestiame, ritrovati completamente dissanguati e senza organi interni. A indagare con Roberto Bigelow anche il reporter della tv di Las Vegas George Knapp e il biochimico Colm Kelleher che poi ne hanno scritto un libro insieme nel 2005. Tra gli episodi più curiosi ai quali dicono di aver assistito, l’apertura di un tunnel di luce dal quale sarebbe emerso un grande umanoide e la visione di una fessura nel cielo che sembrava mostrare un passaggio verso un’altra dimensione. Anche l’imprenditore sostiene di aver visto una sorta di portale interdimensionale. La Fondazione ha cessato l’attività nel 2004 con la vendita del ranch, ma le indagini vanno avanti. «La maggior parte dei misteri di Skinwalker non sono stati risolti. Molte cose in nostro possesso e di cui abbiamo prove fotografiche non sono state rese pubbliche», ha dichiarato il tycoon.
Subito dopo, ha dato vita al Bigelow Aerospace Advanced Space Studies che ha segretamente lavorato per il programma del Pentagono noto con la sigla AATIP (reso noto proprio dal NYT nel 2017,) costola della sua società aerospaziale creata nel 1998, la Bigelow Airspace che produce il modulo sperimentale gonfiabile portato sulla ISS da SpaceX. Insomma, quest’uomo non è stato fermo un attimo. Arrivato alla sua età e con questa carriera alle spalle- e chissà quante altre idee in cantiere- si può permettere tutto. Anche di dire quello che altri tacciono per timore di passare per pazzi. Lo ha fatto rispondendo in tv, al seguitissimo programma “60 Minutes” della CBS, ammettendo di credere assolutamente che gli Alieni esistono e che ne possediamo prove fisiche, senza specificare però quali siano: «Forse abbiamo avuto tra le mani qualcosa di anomalo e non è stato analizzato. Ma ci sono cose di cui mi va di parlare e altre di cui non mi va».
IL LOGO DELLA BIGELOW AEROSPACE-SEMBRA IL VOLTO DI UN ALIENO GRIGIO
Ugualmente noncurante di cosa possano pensare di lui adesso, ha comunicato il suo nuovo progetto sull’Aldilà durante la trasmissione radiofonica “Coast to Coast” che va in onda a notte fonda e di domenica è condotta dall’amico George Knapp. Ha spiegato i dettagli del concorso, sottolineando quali sono per lui le due domande esistenziali alle quali vuole dare risposta: se la morte del corpo segna la fine dell’esistenza e se siamo soli nell’universo. Due questioni per lui strettamente connesse. «Se vediamo un’ombra attraversare una parete, non sappiamo con certezza se sia un’anima disincarnata o un ET», ha detto. Vita dopo la morte e vita aliena, in fondo, appaiono correlate anche in varie ricerche alternative che evidenziano analogie- ad esempio- tra le apparizioni mariane e gli incontri ravvicinati del III tipo (con il fenomeno del “sole che ruota” testimoniato a Fatima o Medjugorje spiegato come un oggetto volante non identificato). Robert Bigelow riuscirà a risolvere entrambi i misteri?