Sono probabilmente l’elemento più disturbante dell’intera questione aliena: parliamo delle abduction– ovvero i presunti rapimenti compiuti da entità extraterrestri. Un fenomeno incredibilmente diffuso- sono migliaia le sedicenti vittime- e straordinariamente difficile da interpretare. Sogni? Allucinazioni? Pure invenzioni? Oppure si tratta effettivamente di esperienze reali? Gli addotti, secondo la scienza, presenterebbero problemi di natura psichiatrica e anche la classica manifestazione del “missing time”- il rapito ha buchi di memoria e non ricorda come abbia trascorso un lasso di tempo a volte lungo anche giorni- è spiegabile razionalmente: il vuoto temporale è il modo in cui un soggetto rimuove il suo vissuto traumatico. Ma non tutti gli esperti concordano, anzi alcuni di loro ritengono che i ricordi emersi durante sedute ipnotiche siano autentici.
SAREBBERO MIGLIAIA LE PERSONE CHE SOSTENGONO DI ESSERE STATE RAPITE DAGLI ALIENI
Tra i primi e i più noti a sposare questa tesi, è stato il professor John E. Mack, psichiatra newyorkese docente della Harvard Medical School e saggista vincitore del Premio Pulitzer, scomparso nel 2004. Mack aveva studiato i casi di circa 200 pazienti che riferivano esperienze di abduction. All’inizio, li aveva esaminati da un punto di vista medico, convinto che soffrissero di disturbi mentali, ma nel corso del tempo si era accorto che nessuno di essi manifestava sintomi riconducibili a patologie. Questa convinzione lo portò ad approfondire l’argomento e a diventare più che possibilista. «Io non direi mai: “Sì, ci sono Alieni che sequestrano la gente”. Direi però che siamo di fonte a un fenomeno interessante e potente, che non posso spiegare in altro modo e che è misterioso. Non posso sapere di cosa si tratti esattamente, ma mi sembra che meriti un’inchiesta ulteriore più approfondita», dichiarò ad esempio in un’intervista alla BBC.
Il suo studio, durato più di 10 anni, confluì nel libro “Abduction: Human Encounters with Aliens” ( pubblicato in Italia per la prima volta nel 1998 con il titolo “Rapiti! Incontri con gli Alieni”), prendendo in esame un centinaio di casi. Nella prefazione, John Mack scriveva: «Clinicamente parlando, questi individui mi stavano parlando di qualcosa che era avvenuto veramente. L’unico problema: quello che mi raccontavano non era possibile dal mio punto di vista della realtà. Affrontando un fenomeno che non collima con la prospettiva ontologica, si può scegliere di ignorarlo, di farlo entrare a forza in un vecchio stampo (questo, credo, è il motivo che induce a tante sciocche spiegazioni convenzionali del fenomeno abduction) oppure modificare ed espandere la visione del mondo. Costretto dalla forza delle evidenze cliniche, ho sentito che dovevo seguire quest’ultima strada: credere che le esperienze siano in qualche modo reali, persino se cambiano la mia nozione di realtà.»
IL LIBRO SCRITTO DALLO PSICHIATRA JOHN MACK
Insomma, un cambio radicale di prospettiva che lo portava a considerare i rapimenti alieni, ma anche le esperienze di pre-morte, la telepatia o le apparizioni religiose, come materie degne di essere studiate, analizzate e comprese. Di certo il suo saggio è diventato un punto di riferimento per chiunque voglia affrontare la tematica da un punto di vista clinico. «È un sorta di Bibbia, quando ho iniziato ad affrontare i casi di abduction l’ho letto perché è un testo fondamentale: apre la mente», conferma Vincenzo D’Amato, psicologo e hypnomentalcoach, fondatore e CEO dell’AIPE (Associazione Internazionale Processi Evolutivi). Anche il dottor D’Amato ormai da molti anni si interessa di rapimenti alieni e lo fa sottoponendo gli addotti all’ipnosi regressiva, una tecnica che gli permetterebbe di far riaffiorare anche i ricordi che la presunta vittima ha rimosso o meglio che gli sono stati fatti appositamente dimenticare.
Ne abbiamo parlato insieme durante l’ultima stanza di Extremamente su Clubhouse, il social per ora solo compatibile con iOS per chiacchierate a tema in diretta- una specie di trasmissione radiofonica da ascoltare ogni settimana con il proprio cellulare: diventate follower di Extremamente per conoscere i prossimi appuntamenti e partecipare alla discussione. Giovedì 22 aprile, ospite mio e di Niccolò Torielli, una delle “Iene” del famoso programma di Italia 1, lo psicologo ha affrontato tutti i nodi centrali della questione abduction, rispondendo alle domande di chi ha seguito con interesse la diretta, ripercorrendo anche alcuni casi emblematici (al limite della fantascienza…) con i quali ha avuto a che fare. «In Italia siamo solo in tre a trattare pazienti con esperienze di rapimenti alieni- ha ricordato- e uno dei più autorevoli in materia è il dottor Gennaro Pepe, medico e psicoterapeuta con un’esperienza trentennale».
LO PSICOLOGO VINCENZO D’AMATO
«All’inizio mi sono spesso confrontato con lui. Una volta, ad esempio, durante una sessione di ipnosi, una mia paziente disegnò gli esseri che l’avevano rapita: stranamente, sembravano dei topolini, nulla a che vedere con le classiche rappresentazioni degli Alieni. Perplesso, inviai il disegno al dottor Pepe per chiedergli un parere. Con mia grande sorpresa, il collega a sua volta mi rispedì la foto di un disegno, realizzato molti anni prima da un’altra persona, che era praticamente identico! Proprio la coincidenza dei medesimi dettagli, descritti in persone diverse in diversi momenti- particolari mai rappresentati nemmeno nei film- mi induce a credere all’autenticità di queste esperienze. Se due pazienti che non si conoscono dicono la stessa cosa, questa per me è già una prova. Se la dicono dieci pazienti che non si conoscono, fa statistica. Nella mia attività di psicologo, ho sottoposto a ipnosi più di 350 addotti. Se moltiplichiamo questo numero per tutti i professionisti che nel mondo si occupano di questa tematica, arriviamo a decine di migliaia di casi se non di più», ha affermato D’Amato.
I RAPITI VERREBBERO PRELEVATI DA UNA LUCE INTENSA
Nelle sedute, dai racconti dei presunti addotti, emergono elementi ricorrenti: come la luce, intensa e accecante, che attraversa finestre e muri, dalla quale le vittime prescelte vengono prelevate dalla loro camera oppure la sensazione di freddo e di paura quando si trovano immobilizzate su un letto di acciaio in una stanza senza pareti. Ma perché non pensare che si tratti di semplici incubi, comuni e ricorrenti, e credere invece che siano esperienze reali? «Perché spesso sui loro corpi portano i segni fisici dei rapimenti. Ogni razza aliena avrebbe le sue tecniche. Una opera con degli aghi che lasciano delle cicatrici molto particolari, quasi un codice distintivo. Ritrovarle esattamente uguali in pazienti che riferiscono simili esperienze di abduction per me è una prova inequivocabile: anche se immaginassimo che se le procurano da soli quelle ferite, come potrebbero creare cicatrici sempre perfettamente identiche e coerenti le une con le altre?», ha detto lo psicologo,
NELL’IMMAGINE DI UN ARTISTA, UN ALIENO “ARCTURIANO”
Nelle sue sessioni di analisi, lo psicoterapeuta ha sentito parlare di Arcturiani, Siriani ed Esseri di luce– gli ET più ben disposti nei nostri confronti, di solito restii a interventi di alcun genere- ma anche di Grigi- che sarebbero i nostri diretti discendenti, né buoni né cattivi- e anche di Rettiliani o Insettoidi- in assoluto i meno benevoli. Ma in generale, cosa vogliono da noi? Ovviamente, qui entriamo nel campo delle ipotesi e delle opinioni personali. Sta a noi crederci oppure no. Per Vincenzo D’amato, alla base c’è la volontà di studiare e prelevare materiale genetico (il nostro DNA) ma le motivazioni sono molteplici: ci sarebbero razze che vogliono “rubare” caratteristiche solo umane, come la componente animica o il senso del gusto, ed ibridarsi con noi. Altri si nutrirebbero delle nostre paure. I Grigi invece- gli Umani del futuro prossimo venturo– cercherebbero di salvarsi, recuperando i geni persi nella loro evoluzione
QUESTA LA CLASSICA RAPPRESENTAZIONE DI UN GRIGIO
Chissà. Strano però che questi extraterrestri super-avanzati tecnologicamente e apparentemente capaci di tutto falliscano nell’intento di eliminare per sempre il ricordo di quello che fanno sugli addotti: bene o male, infatti, nelle loro vittime riemergono sempre frammenti di quelle esperienze traumatiche. “Come è possibile?”, è stata una delle domande in chat. «Cancellano l’evento nella parte razionale di noi, ma l’inconscio non è manipolabile: è come un contenitore in cui passato e presente convivono, dal quale tutto si può recuperare- spiega il dottor D’Amato- e per farlo a volte basta uno stimolo, anche una semplice immagine vista in tv, in grado di far riaffiorare il ricordo nella mente inconscia. Il mio compito è aiutare gli addotti in questo percorso di consapevolezza».