L’anniversario è passato un po’ in sordina. Eppure, pensandoci oggi, non è stata un’iniziativa di poco conto: 20 anni fa, l’Aeronautica Militare Italiana – prima al mondo- apriva gli archivi nei quali aveva raccolto e catalogato tutti gli avvistamenti di strane luci e di oggetti volanti rimasti senza spiegazioni per renderli disponibili al pubblico. Solo più tardi l’esempio venne seguito da altri Paesi, per arrivare- nel 2008- alla diffusione dei dossier del MoD, il Ministero della Difesa britannico, che ha svelato all’opinione pubblica mondiale quanto seriamente (e segretamente), per decenni, i Governi hanno studiato il fenomeno che in pubblico definivano inconsistente.
LA SEDE DELLO STATO MAGGIORE DELL’AERONAUTICA ITALIANA
Li ha studiati anche l’Italia. Informalmente, fin dai primi Anni Settanta e poi, in forma ufficiale, dal 1978 quando- si legge proprio sul sito dell’AMI- “a seguito dell’ondata di avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI), l’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti designò l’Aeronautica Militare quale Organismo Istituzionale deputato a raccogliere, verificare e monitorare le segnalazioni inerenti gli OVNI. Attualmente tale attività viene svolta dal Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore Aeronautica”. Obiettivo dei militari, “avviare un’indagine tecnica per identificare l’esistenza di una correlazione con eventi umani e/o fenomeni naturali che, se necessario, coinvolge anche altri organi competenti presenti sul territorio nazionale. Tale attività ha lo scopo di garantire la sicurezza del volo e nazionale.”
In questi 43 anni di lavoro, sono stati migliaia i casi presi in esame. Si tratta solo di quelli riferiti dai cittadini testimoni di qualcosa di insolito tramite una denuncia firmata davanti ai Carabinieri su un apposito modulo nel quale bisogna indicare tutte le informazioni possibili: luogo dell’avvistamento, data e orario, caratteristiche del fenomeno, aspetto e colore dell’oggetto osservato, probabile altezza dal suolo, velocità e così via. Una volta ricevute le segnalazioni, l’RGS avvia l’indagine sulla natura dell’avvistamento. Nel caso in cui, nonostante tutti i controlli del caso, non sia possibile dare una giustificazione tecnica o naturale , il fascicolo viene archiviato con la dicitura “OVNI”. Tra il 2001 e i primi tre mesi del 2021 sono stati catalogati così 145 casi, ma in totale- considerando quelli antecedenti al 2001 (non ancora ordinati e postati sul web) si supera quota 470.
L’AERONAUTICA RACCOGLIE, VERIFICA E MONITORA GLI AVVISTAMENTI IN ITALIA
Nella pagina dedicata all’argomento sul sito istituzionale dell’Aeronautica compaiono varie statistiche: negli ultimi 20 anni scopriamo così che la regione a più alto tasso di segnalazioni (ma anche con il maggior numero di residenti) è la Lombardia con il 15% , seguita da Campania (14%), Toscana (12%), Lazio ed Emilia-Romagna (10%). Il picco degli avvistamenti spetta al 2010, con ben 27 oggetti non identificati, mentre il 2017 è rimasto a secco, con zero casi. Nel 2019, gli episodi degni di nota sono stati 6. Nell’elenco troviamo un oggetto di forma sferica, scuro nella parte superiore e illuminato in quella inferiore, osservato da un testimone vicino a Cremona mentre volava a velocità sostenuta e a bassa quota nel primo pomeriggio del 5 gennaio 2019 in un cielo quasi sgombro da nubi. A fine mese, questa volta nel lodigiano, un velivolo dalle forme allungate con spigolature si spostava con velocità bassa e costante a circa mille metri di quota.
LA PERCENTUALE DEGLI AVVISTAMENTI REGIONE PER REGIONE
A giugno, altri due avvistamenti: il primo, riguardava un oggetto circolare e grigio visto in pieno giorno al Passo della Futa, sugli Appennini in provincia di Firenze; il secondo invece di forma allungata e di colore bianco-giallastro è apparso di notte vicino a Catanzaro. Sempre nel 2019 sono stati registrati come OVNI una sfera arancione e bianca in lento movimento nel cielo di Cornate d’Adda (Milano) e un ”sigaro” che verso le 13 si muoveva sopra Castelleone, ancora nel cremonese. Soltanto 2 i casi non identificati l’anno scorso, entrambi in estate tra luglio e agosto: nel milanese, è stato visto un oggetto sferico irregolare che si spostava con continui cambi di direzione nel cielo stellato mentre il secondo di forma analoga, di colore giallo e molto veloce, è apparso poco prima dell’alba sulla riviera romagnola, a Milano Marittima. L’ultimo caso misterioso censito finora dall’Aeronautica risale al 14 gennaio 2021 e riguarda una cosa di forma “irregolare obliqua”, bianca e nera, in movimento ad alta quota sopra Bernareggio, in Brianza.
LUCI E STRANI OGGETTI NEL CIELO SUSCITANO SPESSO CURIOSITÀ
Per ognuno di questi episodi, i militari dell’RGS hanno aggiunto la spiegazione, quasi sempre la seguente: «Dai dati raccolti presso gli enti preposti della forza armata, l’evento non è stato associato ad attività di volo o di radiosondaggio ed è stato pertanto catalogato come OVNI». Nulla di più, perché- come sempre specificato, anche in interviste e incontri pubblici- non è compito dell’Aeronautica stabilire cosa sono questi intrusi, ma soltanto, per esclusione, cosa non sono: un normale aereo, un fenomeno atmosferico, una meteora, una lanterna cinese, un satellite artificiale e così via. Eliminate le varie opzioni logiche e consuete, quel che rimane è questa sigla, OVNI, che lascia aperte tutte le ipotesi senza spiegare nulla. Quello invece che ci attenderemmo, finalmente, di avere: una spiegazione, una parola definitiva, un punto fermo in questa annosa questione OVNI/UFO/UAP , tre sigle perfettamente interscambiabili per indicare il medesimo fenomeno.
Per questo, nel sottolineare l’importanza di un anniversario passato praticamente sotto silenzio, gli ufologi italiani si augurano un passo in avanti. «Mentre negli Stati Uniti continua l’attesa per la pubblicazione da parte degli enti di intelligence del rapporto sugli UAP/UFO previsto dalla legge di autorizzazione», scrivono in una nota congiunta il CUN e il CIFAS «ricordiamo che l’Italia nel 2001 è stato il primo Paese al mondo a rendere pubblicamente disponibili i dati militari sugli avvistamenti di oggetti volanti non identificati. Nel plaudere a questo encomiabile impegno di trasparenza dell’AMI di cui ricorre quest’anno il ventennale, auspichiamo che la pubblicazione del previsto rapporto negli Stati Uniti possa avere significative conseguenze per il riconoscimento del fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati e confidiamo che tali conseguenze saranno positivamente recepite anche in Italia.»
UNO DEGLI UAP RIPRESI DAI PILOTI MILITARI AMERICANI
Insomma, occhi puntati su quello che dovrebbe accadere nel giro di poche settimane negli States. Il termine fissato è fine giugno: entro questa data, il Senato attende un rapporto contenente tutti i dati raccolti negli anni dalle varie agenzie governative americane in merito ai bizzarri velivoli dalle performance incredibili avvistati per decenni nei cieli di tutto il mondo. Le prime anticipazioni- video e fotogrammi che lo stesso Pentagono ha dovuto riconoscere come autentici ed effettivamente ripresi dal proprio personale- hanno lasciato sbigottiti, al pari dei racconti di chi, ai comandi di un jet militare o davanti allo schermo radar, è stato testimone oculare di questi incontri ravvicinati. Anche le dichiarazioni di alcuni degli esperti chiamati a dare un senso a queste immagini assurde- tanto analisti di Intelligence quanto fisici, ingegneri aerospaziali, astrofisici- sono sconcertanti. Sentire definire la tecnologia mostrata da questi velivoli sconosciuti “non di questo mondo” è sicuramente inquietante. Ecco perché cresce l’attesa insieme alla necessità di sapere, di capire, di avere risposte chiare.