Lo hanno chiamato “The Accident”– ovvero qualcosa di non previsto e persino di imprevedibile. È un oggetto misterioso che vaga per la nostra galassia: gli astronomi ne erano già a conoscenza ma di recente hanno potuto osservarlo più nel dettaglio. Eppure quello che hanno scoperto, anziché aiutarli a capire meglio, ha aumentato le loro perplessità per via di alcune caratteristiche che davvero non si aspettavano di trovare– soprattutto in un corpo celeste così vicino a noi, nella Via Lattea.
COSÌ UN ARTISTA IMMAGINA THE ACCIDENT
The Accident, infatti, non è un astro, ma neanche un mondo alieno: è qualcosa a metà, appartenendo alla rara classe di oggetti definiti “nane brune”, una sorta di stelle abortite. Di norma, hanno dimensioni di gran lunga superiori ai pianeti- fino a 80 volte quelle di Giove- ma hanno una massa molto ridotta e molto inferiore rispetto a quella del nostro Sole. Inoltre, non sono affatto luminose: secondo gli studiosi, questi corpi celesti inizierebbero la loro vita come stelle, ma non avendo sufficiente massa non riuscirebbero poi a sostenere la fusione nucleare. Per questo, si raffredderebbero progressivamente, affievolendosi un po’ per volta fino a spegnersi, divenendo simili a enormi tizzoni violacei e rossastri .
Emettendo una luce molto fioca, le nane brune non possono essere viste a occhio nudo: per individuarle, è indispensabile utilizzare i telescopi agli infrarossi, come il NEOWISE (sigla che sta per Near-Earth Object Wide-Field Infrared Survey Explorer). In questo modo, gli astronomi finora ne hanno scovate circa 2 mila nella Via Lattea. Tuttavia- e qui viene il bello- The Accident non corrisponde in toto a questa descrizione e presenta al contrario caratteristiche piuttosto insolite: ai primi esami è apparso molto debole in alcune lunghezze d’onda, suggerendo così che fosse una nana bruna estremamente vecchia e fredda, ma è risultato invece luminoso in altre lunghezze d’onda, come se fosse ancora tiepido e giovane. La sua stranezza è stata descritta in un articolo pubblicato questa estate sull’Astrophysical Journal Letters.
LE DIMENSIONI DI UNA NANA BRUNA PARAGONATE AL SOLE, A UNA STELLA DI MASSA RIDOTTA, A GIOVE E ALLA TERRA
Secondo l’autore principale dello studio, Davy Kirkpatrick, astrofisico del CalTech di Pasadena, in California, questo oggetto celeste ha superato ogni aspettativa con la sua palese illogicità. Per dirimere la contraddizione- è quasi spento o ancora caldo?- il team ha quindi deciso di esaminarlo con altre potenti strumentazioni: con i telescopi spaziali Hubble e Spitzer prima e poi con l’osservatorio Keck, posizionato alle Hawaii, anch’esso agli infrarossi. Ma ancora una volta, anziché arrivare a capo del mistero, i ricercatori si sono accorti che The Accident è più bizzarro di quanto credessero. A stupire, innanzi tutto, è la sua velocità: si sposta nella nostra galassia a 800mila km/h, molto più di una normale nana bruna. Forse, ipotizzano Kirkpatrick e colleghi, perché nella sua lunga vita ha ricevuto le spinte gravitazionali dei grandi corpi celesti che ha incrociato nella sua marcia per il cosmo.
Ma- a sorpresa- hanno trovato anomalie anche nella sua composizione. Grazie alle sue blande emissioni luminose nello spettro degli infrarossi, gli astrofisici hanno appurato che l’oggetto contiene pochissimo metano– un gas di solito piuttosto abbondante nelle nane brune con temperature simili. Dal momento che il metano è composto da idrogeno e carbonio, è assai probabile che The Accident si sia formato quando la Via Lattea delle origini era piena quasi interamente di idrogeno e di elio: il carbonio si è prodotto in seguito quando le stelle più antiche sono esplose liberando l’elemento chimico in tutta la galassia. Ma stiamo parlando di epoche veramente remote: la nana bruna che sconcerta gli studiosi deve risalire a un periodo compreso tra i 10 e i 13 miliardi di anni fa…
THE ACCIDENTE È UNA NANA ROSSA ULTRA VECCHIA E ULTRA FREDDA
Insomma, tutto fa pensare che The Accident sia straordinariamente vecchio: avrebbe più del doppio dell’età media di tutte le altre stelle del genere finora scoperte. Strano, molto strano, è poi che una simile decana cosmica sia stata trovata così vicina a noi, a “soli” (astronomicamente parlando) 50 anni luce dalla Terra- praticamente, nel cortile di casa. «Ci aspettavamo che esistessero nane brune così antiche, ma ci aspettavamo anche che fossero incredibilmente rare. La possibilità di trovarne una così prossima al sistema solare potrebbe essere una fortunata coincidenza, oppure ci dice che sono più comuni di quanto pensassimo», ha commentato a Livescience.com Federico Marocco, astrofisico del Caltech tra i coautori dello studio. Trovarne altre del genere, utilizzando i telescopi più sofisticati, è ora l’obiettivo dei ricercatori: potrebbe essere solo questione di tempo, prima di imbattersi in un altro “accidente” come questo.