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Un nuovo telescopio per scrutare i mondi di Alpha Centauri

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È il sistema stellare più vicino a noi, quello più alla nostra portata se nel prossimo futuro- con una tecnologia superiore a quella attualmente in uso- decidessimo di lanciarci nell’esplorazione degli esopianeti. Stiamo parlando di Alpha Centauri, formato da una coppia di stelle ravvicinate (una nana gialla e una nana arancione) che a occhio nudo sembrano una sola, e da un terzo astro, la nana rossa Proxima Centauri.  Ma prima di inviare una spedizione fin lassù, dobbiamo essere certi che di mondi- meglio se abitabili– ce ne siano davvero. Ad appurarlo, sarà un nuovo telescopio.

ECCO COME APPARE IN CIELO IL SISTEMA DI APLHA CENTAURI

ECCO COME APPARE IN CIELO IL SISTEMA DI ALPHA CENTAURI

Per ora, infatti, non ce n’è traccia. Gli unici pianeti individuati anni fa orbitano attorno alla stella più piccola e quello più interessante, per la sua posizione favorevole, è Proxima b. Ma secondo i ricercatori l’assenza di dati che dimostri la presenza di altri mondi attorno alla coppia principale non significa molto: «C’è un piccolo oscuro segreto che noi astronomi custodiamo: in realtà non siamo proprio bravi a trovare i pianeti», ha detto a Yahoo News Peter Tuthill, professore di astrofisica all’Università di Sidney. I circa 4 mila esopianeti accertati finora sono stati scoperti per lo più con il metodo del transito: ogni volta che passano davanti al loro sole, riducono di una piccola percentuale la sua emissione luminosa e dal quel calo, che si ripete ciclicamente, è possibile ricavarne la presenza. Ma solo se si trovano nella giusta posizione rispetto alle nostre strumentazioni che osservano quel passaggio.

UN'IMMAGINE DI FANTASIA DI PROXIMA B

UN’IMMAGINE DI FANTASIA DI PROXIMA B

Il nuovo telescopio, pronto entro qualche mese, sfrutta un sistema diverso. TOLIMAN– chiamato così dal nome medievale di Alpha Centauri- si baserà infatti sulla difrazione. Grazie a un gioco di specchi particolari,  dovrebbe essere significativamente più facile individuare l’oscillazione di una stella causata da un esopianeta in orbita. «Alpha Centauri è molto vicina», ha detto Tuthill, che è tra i promotori del progetto, «quindi se vogliamo fantasticare sogni visionari di voli interstellari, quella deve essere la prima fermata dell’autobus in uscita dalla galassia». TOLIMAN dovrebbe essere lanciato il prossimo anno, ma inizierà a raccogliere dati sul sistema stellare a noi più prossimo a partire dal 2025. Il suo scopo dichiarato è scovare quanti più pianeti simili alla Terra possibile.«Se ne trovassimo uno nella Fascia di Abitabiltà, sarebbe il nostro Santo Graal. Potrebbe essere potenzialmente un ambiente nel quale riprodurre le stesse condizioni che conosciamo qui sulla Terra», ha confermato il docente australiano.

IL DISEGNO DEL TELESCOPIO TOLIMAN

IL DISEGNO DEL TELESCOPIO TOLIMAN

Ci vorrà tuttavia tempo per capire se qualcosa del genere davvero orbita attorno alla coppia stellare di Alpha Centauri. Il cinema, invece, lo ha già stabilito. Proprio questa è la meta dei protagonisti della serie tv Netflix “Lost in Space”, giunta alla terza stagione. Ma al di là della fiction, in un futuro nemmeno tanto remoto, potremmo mai ipotizzare di andare in cerca di una Terra-bis da queste parti della Via Lattea? La distanza tra noi e questo sistema stellare è di “appena” 4,3  anni luce: pochissimo, in termini cosmici, ma tantissimo in prospettiva umana. Con l’attuale tecnologia, che ci permette di raggiungere una velocità di quasi 40mila km/h, un ipotetico equipaggio umano a bordo di un’astronave impiegherebbe migliaia di anni.

LA TERRA PARAGONATA A UN'IMMAGINE ARTISTICA DI PROXIMA B

LA TERRA PARAGONATA A UN’IMMAGINE ARTISTICA DI PROXIMA B

Citando ancora Hollywood, servirebbero forse delle capsule criogeniche– come nel film “Passengers”- per tenere in letargo forzato gli astronauti del futuro e farli risvegliare solo una volta arrivati a destinazione oppure dovremmo escogitare forme di propulsione più efficaci (l’antimateria, ad esempio, o il warp-drive o chissà cos’altro). Insomma, per ora i viaggi interstellari sono pura utopia. E in ogni caso, poi, prima di sognare a occhi aperti, sono fondamentali ulteriori conferme. La presenza di uno o più pianeti rocciosi attorno ad Alpha Centauri non significherebbe comunque la possibilità di colonizzarli: potrebbero non essere adatti alla vita. Anche per Proxima b, le opinioni sono molto contrastanti: si trova, è vero, alla giusta distanza dalla sua stella in modo da ipotizzare una temperatura in grado di mantenere l’acqua allo stato liquido, ma alcune sue caratteristiche sono poco entusiasmanti.

UN IPOTETICO PANORAMA VISTO DA PROXIMA B?

UN IPOTETICO PANORAMA VISTO DA PROXIMA B?

Ad esempio, offre sempre la stessa faccia al suo astro (esattamente come fa la Luna rispetto alla Terra) e per questo ha un lato perennemente in ombra, con temperature rigide, e uno perennemente esposto alla luce e al calore. L’unica fascia che potrebbe ospitare la vita sarebbe dunque quella di passaggio tra il giorno e la notte, in un eterno crepuscolo. Inoltre, le nane rosse sono stelle instabili, emettono alte concentrazioni di raggi x e non è detto che sul piccolo pianeta roccioso sia ancora presente dell’aria: potrebbe essere stata strappata via molto tempo fa. Lo scopriremo presto, però: Proxima b sarà uno dei primi obiettivi del James Webb Space Telescope, in grado di analizzare le atmosfere degli esopianeti anche a grandi distanze. Dopo tanti rinvii, il super telescopio della NASA sta finalmente per partire: ultima data fissata, il 22 dicembre 2021. E poi vedremo…

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